venerdì, ottobre 28, 2005

Marketing Usabile fa il ponte 


Fonte dell'immagine: snowriderguy

Sulla carrozza di Digitalk 

Come sapete Digitalk è una trasmissione televisiva che sta avendo grande successo.

Affronta in modo chiaro e senza condizionamenti i diversi temi del mondo del digitale, con la formula del talk show.

Il programma è magistralmente condotto da Marco Camisani Calzolari e va in onda quotidianamente su E-tv, sul canale 817 di Sky alle ore 23 ed in replica il giorno dopo alle 8.25 . La trasmissione può essere fruita anche attraverso il sito.

Da oggi sono consulente della redazione per le prossime puntate.

Cercasi creativi 

I banner 

Adesso che ci penso sono almeno quattro anni che non clicco più su un banner.

giovedì, ottobre 27, 2005

Il costo della pubblicità 

Vogliamo dirla davvero tutta sulla pubblicita? Eviterò i circoli viziosi da cui non si esce e vado subito al dunque.

Certo è che alcune agenzie stanno un pochino esagerando con i costi della creatività, anche se mi sembra che ci siano stati ultimamente alcuni aggiustamenti al ribasso. Ma la situazione sui costi è davvero confusa, sia dal lato della domanda, sia da quello dell'offerta.

In un futuro prossimo, le campagne di advertising avranno un'idea creativa declinata su un maggiore numero di formati pubblicitari, pianificati in funzione dei diversi target da raggiungere, utilizzando un numero maggiore di veicoli e attraverso più piattaforme di distribuzione. A parità di budget assegnato sarà necessario ridurre il costo unitario delle singole creatività.

La professionalità deve sicuramente essere pagata, ma io ho il sospetto che la tendenza in atto per le agenzie di comunicazione, vada verso un'aumento dei margini totali a discapito di quelli unitari. Per i mezzi interattivi ad esempio, il tasso di burnout delle creatività è mediamente più alto e questo comporta una loro obsolescenza più veloce, rispetto a quella relativa alle creatività ideate per i mezzi tradizionali. Il prezzo per le creatività dell'online advertising deve essere quindi ragionevole, ma non risibile.

Francamente non capisco perché uno spot pubblicitario possa costare diverse centinaia di migliaia di euro, mentre le creatività per l'on line, debbano essere pagate utilizzando i buoni pasto.

La situazione di mercato è strana dal punto di vista dei costi e personalmente mi sembra irrazionale. Alcuni servizi di marketing e pubblicità vengono strapagati, per altri vengono assegnati budget spaventosamente bassi.

E' solo una mia impressione?

Quando la pubblicita outdoor si rinnova 


Fonte dell'immagine: Adverblog

Da mySky a MyTV: la rivoluzione del DVR 

Ieri c'era solo Fastweb oggi si aggiunge anche Sky Italia con mySky a promuovere la cultura del DVR, gli altri seguiranno, forse.

E' inutile cercare di fermare quella che sarà una tendenza inevitabile, la nascita dei "time shifter", una nuova categoria di telespettatori.
Questo segmento sarà inizialmente piccolo e crescerà progressivamente fino a diventare importante in termini numerici.

Join the time shift revolution and be a television time lord, parola del Timesonline.

Fonte dell'immagine: Home Cinema Choice

Quattro passi per la comunicazione che cambia 

Stiamo entrando in una nuova era della comunicazione, intanto un primo passo è quello di capirlo.

La seconda cosa da fare è avere il coraggio di mettere in discussione logiche che fino ad oggi hanno funzionato perfettamente.

Il terzo passo verso il cambiamento parte dal nostro atteggiamento; dobbiamo essere aperti e flessibili a tutti gli stimoli che ci provengono e cominciare a sperimentare e a capire.

Il quarto passo è cercare di cominciare a razionalizzare e costruire nuovi modelli sulla base delle esperienze fatte.

E' un momento davvero esaltante per chi opera nel marketing e nella comunicazione.

Fonte dell'immagine: Exod.us

Televisione interattiva esperienziale? 


Fonte dell'immagine: No. pip, no!!!

mercoledì, ottobre 26, 2005

Marketing Usabile tra i top 25 

Secondo Brand Express, Marketing Usabile sarebbe tra i top 25 blog che si occupano di branding a livello internazionale, utilizzando la fonte Technorati. Trovate il mio blog alla ventesima posizione in quella lista, ma nel momento in cui sto scrivendo, sono sceso in ventiduesima posizione.

Ringrazio molto per la fiducia, ma sappiamo tutti come funzionano le classifiche basate sui tag di Technorati. Scegliendo opportunamente quelli giusti potrei anche essere al primo posto assoluto per una data categoria.

Non posso nasconderlo, il mio egoindex, è salito di sette punti. Qualcuno sono sicuro, non si farebbe scrupolo di usare questo dato a fini promozionali. Purtroppo qui si parla di marketing usabile e occorre essere coerenti. Le pubbliche relazioni non sono fatte di tartine, comunicati stampa e minigonne, sono soprattutto una componente importante nel marketing mix.

Come dicono gli esperti, il brand è nella mente dei consumatori. Adesso avete capito a cosa serve un blog? O bisogna insistere?

Spero che qualche testata pubblicitaria italiana noti che Marketing Usabile è al terzo posto per la parola chiave "pubblicità" e al primo posto per la keyword "consulenza".

Andy Warhol sarebbe veramente fiero di questo blog :)

DVR, time shifting e televisioni peer to peer 

Io insisto sull'argomento, sarà più divertente poi fare la parte di quello che dice te lo avevo detto.

Stanno cambiando sotto i nostri occhi i modelli di fruizione dei contenuti televisivi. Si richiedono nuove competenze per costruire programmi e modelli pubblicitari.

Naturalmente sono a disposizione di broadcaster, agenzie, content provider ed investitori pubblicitari e vi dico che studi come questo, ne vedrete sempre di più nei prossimi mesi.

La pubblicità di chi non ha nulla da dire 

Marketing misurabile 

E' evidente che un buon imprenditore misuri attentamente il ROI dell'investimento in marketing (return on investment).

E' altrettanto evidente che anche il destinatario, consapevole del suo potere, per offrire la sua attenzione, voglia qualcosa in cambio. Per questo il buon imprenditore deve anche saper misurare il ROA del progetto (return on attention).

Ci vuole grande equilibrio per creare situazioni winwin

L'immagine è di Brandchannel

La fiera come strumento di marketing 

Dopo aver visitato l'edizione 2005 di Smau e aver letto diversi post che ne parlano, mi chiedevo se il "format" per una fiera tecnologica non debba essere rivisto.

Gli organizzatori si ritengono soddisfatti.

Il marketing d'ascolto 

Attraverso internet è possibile rendere la propria comunicazione più rilevante, ma anche migliorare il processo di ascolto.

Per le aziende tecnologiche che vendono prodotti web related, per chi vuole ottenere un riscontro sul gradimento per il proprio sito, per chi distribuisce un prodotto o un servizio attraverso la rete, può essere molto efficace organizzare survey e mettere in rete questionari.

Quali sono i principali tools che permettono di progettare una online survey? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Questo è il tema affrontato da un white paper di Kevin B. Bright, dell'Università dell'Oklahoma.

martedì, ottobre 25, 2005

La formazione collaborativa 

Via [mini]marketing, apprendo che Giancarlo Polenghi, docente del corso di marketing dei servizi presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma utilizza il blog come strumento di didattica e relazione con gli studenti. Gli devo fare i miei complimenti per l'iniziativa e per il linguaggio "fresco" che utilizza.

Ho provato anche io a fare qualche sperimentazione, proponendo ad alcuni studenti del Politecnico di Milano di utilizzare un wiki per la loro tesi di laurea. Dopo un primo momento di candido stupore, l'idea è stata apprezzata. Non so se ci sono dei precedenti, ma sono sicuro che lavoreremo tutti in modo più efficace.

Opportunità e minacce del DVR 

Come sapete, da tempo, sto lavorando a nuovi modelli di comunicazione per le tv digitali.

Del DVR si è molto parlato in termini di minaccia ai modelli pubblicitari esistenti, ma si potrebbe anche considerare questo device come un'opportunità per ripensare l'advertising e renderla più desiderabile agli occhi degli spettatori, come suggerisce John Fortunato dell'Università del Texas, in questo articolo .

Minaccia o opportunità? E' solo questione di come si guardano le cose.

lunedì, ottobre 24, 2005

Per lavorare con passione 

E' radicale, irrazionale, improponibile, ma mi ha fatto bene leggere questo manifesto di Sally Hogsead

Lavorare con passione 

Molti pubblicitari dichiarano nelle interviste di amare il proprio lavoro e di lavorare con passione.
Come mai questa passione è difficilmente visibile nella maggioranza dei progetti pubblicitari?

Scriveva Mary Kay Ash: "un'idea mediocre che crea entusiasmo, va più lontano di una grande idea che non ispira nessuno.

Quando questa passione c'è, non solo è visibile, ma anche contagiosa.

La misurazione delle strategie digitali 

La pubblicità fungibile 

Sto rileggendo il bel libro di Joe Cappo, dal titolo "the future of advertising", di cui avevo già fatto una recensione, l'anno scorso in un mio articolo. Sono diversi anni che seguo i suoi interventi sulla pubblicità, sempre lucidi e appassionati.

Ve ne ripropongo qui un passaggio per affrontare il tema della fungibilità delle campagne di advertising.

Joe Cappo, noto pubblicitario e opinionista di Advertising Age, invitato recentemente in qualità di relatore ad un convegno sul futuro della pubblicità così si è espresso: “credo che la pubblicità come la vediamo oggi sia in declino. L’industria dell’advertising sta diventando un provider di servizi pubblicitari nello stesso modo in cui un tipografo stampa le brochure. La pubblicità è diventata fungibile”. A titolo di esempio Cappo ha citato un esempio emblematico. “Qualche anno fa il responsabile creativo della BBDO in una conferenza ha mostrato uno spot della Coca Cola ed uno della Pepsi Cola. Poi rivolgendosi al pubblico ha chiesto se qualcuno si fosse accorto che le colonne sonore delle due pubblicità erano state invertite.”

Fungibilità per Joe Cappo vuol dire poter sostituire alcuni elementi di uno spot pubblicitario senza che questo abbia qualche effetto. Cappo ritiene che oggi la pubblicità utilizzi logiche vecchie, si fossilizza nel cercare di creare delle rappresentazioni attraverso slogan e giochi di parole invece che comunicare direttamente alle audience, oggi che la tecnologia lo consente. Anche su internet la maggioranza delle campagne di advertising sono fungibili.

Vi propongo anche io un esperimento. Prendete la classifica delle prime tre imprese bancarie, assicurative, automobilistiche ecc e provate a permutare i testi dei loro siti e a mostare ai vostri amici il risultato. Se non se ne accorge nessuno, vuol dire che questi progetti sono fungibili.

domenica, ottobre 23, 2005

Guida al CRM 

Sono felice di aver scelto un titolo che attirerà l'attenzione di molti imprenditori e che permetterà un migliore posizionamento di questo blog nei motori di ricerca, ma vi devo avvisare che questa è una provocazione, qualcuno potrebbe rimanere deluso da ciò che leggerà in questo post.

Vi prego volere gentilmente interrompere la lettura dei manuali di CRM che avete vicino al comodino per dedicare qualche minuto della vostra attenzione al tema dell'ascolto attivo.

Non ascoltiamo mai abbastanza ed io non faccio eccezione. Per questo vorrei condividere con voi una serie di link che ho trovato a proposito dell'arte di ascoltare. Valgono per ogni campo di applicazione, sia nella sfera privata, sia in quella professionale.

  1. Saper ascoltare
  2. Learn to listen
  3. Listening skills
  4. Effective listener
  5. Effective listening skills
  6. Empathy and listening skills
  7. Listen with your heart
  8. Active listening
  9. Ancora sull' active listening
  10. Listening Effectively
Gli altri link trovateli voi e se lo desiderate potete condividerli.

Formazione Usabile 

Come molti miei colleghi consulenti, anche io faccio moltissima attività di formazione.
Sarà la recente riforma dei corsi universitari o gli ottimi risultati ottenuti, ad ogni buon conto mi sembra di percepire che il nostro apporto sia molto gradito, sia dagli studenti sia dagli stessi enti di formazione che continuano a chiamarci per attività di docenza.

Un tempo pensavo che i rappresentanti del mondo dell'impresa e della consulenza portassero in aula competenze specifiche, un approccio pragmatico e casi concreti di successo o insuccesso, mentre mi sono reso conto che offrono molto di più, integrandosi molto bene nel contesto formativo e arricchendo e non sostituendo l'apporto dei docenti di professione.

L'università si sta rinnovando con grande fatica, cercando di fornire agli studenti, migliori strumenti per imparare ad apprendere.

Su questo fronte, visto l'ambito in cui opero, quello della comunicazione interattiva, ho a che fare spesso con studenti smanettoni molto brillanti, che in certi ambiti (soprattutto tecnologici) ne possono anche sapere più di me. Il mio valore aggiunto non si basa sulla trasmissione del sapere, questo è un qualcosa che viene dato per scontato. In una attività d'aula mi pongo sempre come obiettivo primario, il lavoro sul potenziale dei discenti.

In che modo posso trasformare una serie di conoscenze di uno studente in abilità? Come posso offrire strumenti creativi per permettere l'utilizzo di un modello in contesti differenti da quelli in cui viene normalmente applicato? Sono in grado di trasmettere passione, insegnando anche a saper essere e non solo a saper fare? Sono capace di aumentare il senso critico di chi mi ascolta che gli consenta in alcuni casi di porsi in modo dialetticamente costruttivo e non passivo nei confronti dei propri interlocutori?

Ho sviluppato una metodologia che antepone l'esercitazione alla lezione, in questo modo mi è possibile partire dalle abilità che gli studenti hanno già sviluppato e agire, "personalizzando" la lezione in funzione delle loro esigenze.

In moltissimi casi mi sono trovato di fronte a studenti che non erano consapevoli del loro potenziale o che non avevano un sufficiente livello di autostima tale da consentire loro di esprimere un'opinione "differente". Questi studenti sono sempre riusciti a stupirmi.

Mi piace molto l'attività d'aula, perché è per me il miglior modo di imparare.

Fonte dell'immagine: Census.gov

Arcobaleno d'autunno 


Fonte: nihilante

Bollettino per i naviganti 

Sono sempre più numerose le persone che seguono Marketing Usabile con un feedreader.

Talvolta si verificano problemi di incompatibilità, come una non corretta visualizzazione delle lettere accentate oppure si riscontrano errori nell'impaginazione.

Un'altra opzione, è quella offerta da FeedBlitz che consente di fruire dei post via mail, come se si trattasse di una newsletter. Ho provato e non sono scontento dei risultati. Potete provare anche voi il servizio, se lo desiderate.

Aumentare le opzioni di scelta di fruizione dei contenuti è sembre buona cosa. Se qualcuno fosse a conoscenza di altre opzioni possibili e me lo volesse comunicarmelo, farà sicuramente cosa gradita

Buona Domenica a tutti.

sabato, ottobre 22, 2005

Il marketing all'amatriciana 

Qualcuno sicuramente vorrà rimproverami l'uso di termini inglesi. Ci ho molto pensato, ma il marketing proviene da Paesi di cultura anglosassone, per questo continuerò a far uso ad esempio di concetti come l'entering time, anzicchè cercare di trovare un termine appropriato in lingua italiana. Cercherò di non esagerare, lo prometto.

Intanto vi auguro un buon week end, anzi no, un buon fine settimana a tutti.

Ancora sull'azienda collaborativa 

Sollecitato dal commento di Nicola Mattina, sul mio post relativo all'azienda collaborativa, vorrei offrire qualche chiarimento per spiegare meglio il concetto che ho cercato di esprimere in quell'intervento.

Entering time ed entering space rappresentano solo un primo livello di rappresentazione (ancora allo stato molto grezzo) di indicatori volti a misurare la disponibilità di un'impresa all'ascolto e all'interazione con i propri clienti.

Sto invece lavorando ad una seconda serie di indicatori per misurare quello che ho provvisoriamente definito interaction quality, che dovrebbe rappresentare la capacità di adattare l'organizzazione e le strategie al fine di soddisfare le istanze ed i bisogni dei propri clienti.

I tradizionali concetti di efficacia ed efficienza, si rapportano solitamente al cosa, ad esempio la risoluzione di un problema, mentre il cliente è sicuramente interessato anche al come (la qualità della relazione). L'interaction quality dovrebbe pertanto misurare anche questo "come".

In prossimi interventi vorrei porre il problema dei limiti dell'approccio tradizionale della "customer satisfaction"

Non occorre che vi ripeta che i vostri commenti, suggerimenti e critiche sono sempre i benvenuti.

Non potete competere sul prezzo 

L'azienda collaborativa 

Esistono delle aziende totalmente chiuse, in cui i rapporti con i loro clienti hanno luogo soprattutto prima dell'acquisto, poi queste persone vengono completamente dimenticate. (Un po' come succede in politica prima delle elezioni).

Ci sono invece aziende completamente votate alla soddisfazione dei loro clienti e totalmente aperte. Sono aziende che sposano la filosofia del management collaborativo

Esistono naturalmente anche livelli intermedi tra i due estremi e quindi differenti livelli di apertura.

Definisco l'entering space e l'entering time, rispettivamente il grado di apertura dell'organizzazione aziendale alle interazioni con i suoi pubblici e il tempo dedicato a queste interazioni.

Numero di touch point, livello di entering space e di entering time possono essere una prima misurazione grezza del livello di apertura di un'impresa ai suoi pubblici.

Sto lavorando ad una serie di indicatori più raffinati, ve ne parlerò quanto prima.

Update: Nicola Mattina, mi fa notare giustamente notare la mancanza di un indicatore della qualità della relazione, è la terza dimensione su cui sto infatti lavorando. Sono ancora a livello di brainstorming, ogni vostra idea è benvenuta.

venerdì, ottobre 21, 2005

Super-peer network 

Sarebbe davvero interessare sperimentare la progettazione di un'organizzazione secondo il modello di super-peer network.

Idee di management 

Ho incontrato Marco Tosi ad una conferenza all'Ibts in cui era relatore. Mi ha detto una cosa che mi fa molto riflettere.

Marco considera BitTorrent non solo una tecnologia estremamente innovativa, ma soprattutto un modello organizzativo, tanto da cercare di applicarlo in azienda.

E' un concetto estremamente affascinante, credo che ne sentiremo parlare molto presto.

Il nuovo ambiente delle televisioni digitali 

Sono stato criticato da un anonimo lettore di Marketing Usabile, per il mio intervento sulle fasi evolutive della televisione, da lui ritenuto troppo teorico.

Come sapete il mio approccio è solitamente pragmatico, ma l'introduzione teorica mi è indispensabile per fare qualche ragionamento sul futuro della pubblicità nel nuovo ambiente delle televisioni digitali.

Come consulente mi sto infatti occupando di una serie di problematiche, che il comparto della pubblicità ben presto dovrà affrontare.
  1. aumento del numero di formati pubblicitari, che si aggiungono al classico spot da 30""
  2. differenziazione delle modalità di costruzione dei formati, per la la televisione di flusso, quella cosidetta di library (on demand) e dei formati per i contenuti di tipo non broadcast
  3. differenziazione dei formati pubblicitari in funzione delle caratteristiche delle piattaforme di distribuzione (terrestre, satellite...)
  4. progettazione di campagne cross mediali fruite su dispositivi differenti (televisore, pc, device mobili...)
  5. differenziazione dei formati pubblicitari in funzione degli obiettivi strategici di marketing e comunicazione
Queste sono solo alcune problematiche di base, relative al concept di formato (senza dubbio non esaustive) . Per affrontare questi temi è indispensabile mettere in discussione molte teorie tradizionali sulla televisione. E' quindi molto importante fare un po' di luce su concetti importanti come:
  1. evoluzione della catena del valore nell'arena delle televisioni digitali
  2. nuove prospettive di fruizione dei contenuti televisivi
  3. ruolo attuale e futuro del brand e della comunicazione di marca nella società
  4. nuovi criteri per la progettazione della pubblicità televisiva.
Questi sono pertanto i temi di cui mi vorrei occuparmi prossimamente su questo blog. Naturalmente ogni vostro suggerimento e ogni critica e sempre la benvenuta.

L'immagine è di Theories

giovedì, ottobre 20, 2005

Le fasi evolutive della televisione 

L'evoluzione dell'offerta comunicativa televisiva è passata attraverso tre grandi fasi.

La prima prettamente gestita in funzione del servizio pubblico con l'intento di informare, educare ed intrattenere. (era della tv pubblica di massa)

La seconda fase, più commerciale era costituita da nuove e diverse forme di informazione e intrattenimento rivolte all'acquisizione di pubblico. (era della tv commerciale di massa)

La terza fase era basata sulla crescita esponenziale di offerta attraverso i servizi a pagamento. (era della televisione digitale)

La quarta fase che ancora ha da venire, sarà probabilmente costituita da una pluralità di televisioni free to air e a pagamento, fruite su dispositivi diversi e attraverso differenti piattaforme di distribuzione, in grado di veicolare informazioni attraverso reti sempre più evolute e capillari grazie all’aumento dell’interattività, all'introduzione dell'alta definizione e alla progressiva implementazione di processi di personalizzazione dell’offerta di contenuti televisivi in cui il ruolo dello spettatore sarà sempre più centrale, sia come fruitore sia come produttore dei contenuti (era della massa delle televisioni digitali).

La quarta fase, di cui cominciamo ad intuire i contorni, rappresenta un salto di paradigma a cui occorre arrivare preparati, non solo da un punto di vista tecnologico, ma soprattutto culturale.

In questa fase la comunicazione pubblicitaria dovrà essere completamente ripensata.

mercoledì, ottobre 19, 2005

Il DVR: le nuove prospettive di fruizione 

Uno studio congiunto di Douglas A. Ferguson del College of Charleston e di Elizabeth M. Perse dell’Università del Delaware ha analizzato negli Stati Uniti il comportamento di fruizione dei programmi televisivi da parte degli “early adopters” di tecnologie di DVR.

Come risulta dallo studio di Ferguson e Perse, il concetto di tempo reale assume con il DVR un nuovo valore. La maggior parte degli utenti del campione dello studio dei due ricercatori, ha espresso grande apprezzamento dalla possibilità che questa tecnologia offre agli spettatori di esercitare un controllo attivo sui programmi visti in televisione indipendentemente dalla loro messa in onda.

La funzione di time shifting è particolarmente utile perché consente di vedere un programma live con i vantaggi di uno registrato, potendolo interrompere, rivedere o evitare di vedere la pubblicità. Un’altra funzione ritenuta molto utile ed aggiuntiva rispetto al videoregistratore analogico è la funzione di guida ai programmi. Tivo e Replay Tv hanno due tipi di menu: 1) l’IPG (Interactive Program Guide) che è un indice di informazioni su programmi, organizzate in ordine alfabetico o per genere e per orario di trasmissione 2) l’EPG (Electronic Program Guide), che attraverso un interfaccia in”overlay” ne permette la consultazione durante la visione in diretta di un programma.

Ogni DVR è collegato ad un database centrale che consente l’aggiornamento regolare delle guide dei programmi. Entrambi i sistemi permettono di decidere: a) quali programmi registrare, b) per quanto tempo mantenere i contenuti registrati sull’hard disk, c) che tipo di qualità video si vuole avere per ogni programma, in quanto ciò ha un impatto diretto sulla diversa occupazione di memoria, d) le modalità di registrazione automatica di un programma ripetuto (serie tv), indipendentemente da un eventuale cambiamento della messa in onda. e) la gestione della cancellazione automatica dei contenuti registrati sull’hard disk, per cui se un programma ad esempio non viene visto entro due giorni dalla registrazione, esso viene cancellato automaticamente.

L’obiettivo che Ferguson e Perse si sono posti impostando la ricerca, è il tentativo di comprendere se le diverse funzioni del DVR sono in grado di modificare i comportamenti degli spettatori. In particolare lo studio ha posto ai membri del campione diverse domande per analizzare quanto e quali funzioni gli utenti di TIVO e ReplayTv utilizzino maggiormente, per verificare se il DVR costituisce un mero rimpiazzo del videoregistratore analogico o se vi sono cambiamenti di comportamento di fruizione dati dalle nuove funzionalità del device e per comprendere se il suo utilizzo può aumentare i benefici di una visione di un programma in diretta.

Il campione rappresentato per la maggioranza da utenti maschi, di livello di istruzione medio alta, ha evidenziato che gli utenti di DVR guardano in media più televisione rispetto agli adulti che non fanno uso di questa tecnologia.

Tra le funzioni maggiormente apprezzate in ordine decrescente vi sono: la possibilità di bypassare la pubblicità, quella di registrare i programmi quando non si è davanti allo schermo, la guida per sapere cosa registrare (anche quando si sta guardando un altro programma), la possibilità di registrare programmi live da vedere in differita e quella di utilizzare il tasto di avanzamento veloce per scorrere le parti di programma meno interessanti ed infine la funzione di autoapprendimento dell’EPG che in base alle preferenze di visione degli utenti, suggerisce i programmi che hanno maggiormente i requisiti per interessare gli spettatori.

Tra le funzioni meno utilizzate vi è la moviola, funzione già presente nei videoregistratori analogici.

Il DVR sembra quindi rimpiazzare il videoregistratore poiché viene utilizzato principalmente per registrare i programmi che non si riescono a vedere, ma è la facilità di registrazione a fare la differenza. Raramente i contenuti registrati vengono trasferiti su supporti permanenti e i programmi registrati vengono spesso cancellati per liberare lo spazio sull’hard disk.

Da un punto di vista dell’esperienza di visione, gli utenti di DVR si sentono più “in control”, fanno meno zapping e quindi ritengono di avere un’esperienza migliore e più piacevole di fruizione dei programmi televisivi. L’ausilio della guida intelligente viene ritenuto importante per l’esperienza di registrazione delle trasmissioni televisive, ma è la possibilità di interrompere la visione di un programma in diretta la funzione che viene percepita essere differenziale rispetto ad una visione tradizionale della tv.

Siamo realisti? 

Trust Me 


Trust Me

Music by Elton John

Lyrics by Tim Rice


Looking back it makes me shiver

Don't be scared to kick the past

Selling lovers down the river

Nothing built for speed will last overnight

All those years of desolation

Pretty boys and damage done

Not the way to find salvation

Looking after number one

Trust me

Try rolling with the flow

Trust me

I've been there don't you know

I'm giving you a chance, so take it

I got all you want, you'll make it

Standing there in front of me, you're naked

You can't hide a thing, you've got no choice

Trust me

Too many years your heart has wandered

Scared to make a final move

Too many nights those boys have squandered

You got nothing left to prove

I'm giving you a chance, so take it

I got all you want, you'll make it

Standing there in front of me, butt naked

You can't hide a thing, you've got no choice

Trust Me

Trust Me

Trust Me

Trust Me

Trust Me

Pubblicità vista dai bambini 


Definizione

Pubblicità è una cosa che serve per far sapere alla gente che esiste un prodotto e per farlo comprare come per esempio il Dasch; anzi per essere precisi la pubblicità serve a disturbare la gente quando sta guardando un bellissimo film.

Autore:

Eleonora, anni 10 classe V E

Fonte: Linguaggio Globale


martedì, ottobre 18, 2005

La via più facile 


  1. E' più facile assumere persone con le giuste competenze, che persone con il giusto atteggiamento.
  2. E' più facile trovare consulenti con ottime risposte, che partner in grado di definire le giuste domande.
  3. E' più facile richiedere delle case histories di successo a supporto del proprio processo decisionale, che valutare la capacità di un consulente di risolvere un problema nuovo.
  4. E' più facile trovare un'agenzia che proponga progetti nuovi che una che cerchi prima di razionalizzare quelli esistenti.
  5. E' più facile acquistare un pacchetto standard, che una soluzione su misura.
  6. E' piu facile acquistare una tecnologia, che modificare un processo organizzativo.
  7. E' più facile partire dal proprio punto di vista, che da quello dei propri clienti.
  8. E' più facile conservare, che innovare.
  9. E' più facile osservare che misurare.
  10. E' più facile fare una checklist con 10 punti qualsiasi, che una con soli 9 che hanno un senso.

Fonte dell'immagine: http://www.math.vu.nl/

Usabilità dei blog 

Post veloce per segnalare via IMlog, il post di Jakob Nielsen sulla usabilità dei blog. Ovviamente l'approccio di Nielsen è focalizzato sul design e sull'interfaccia.

Prossimamente torneremo sull'argomento usabilità dei contenuti di marketing.

Domanda e Risposta 

Domanda: John, perché pubblichi sul tuo blog, così tante nuove idee, non hai paura di essere copiato, che queste idee ti vengano scippate e che nessuno te ne attribuisca la paternità?

Risposta: Maurizio, non mi pongo assolutamente il problema, perché il segreto non sta nell'idea, ma nella sua esecuzione.

Semplificare, please 

Sono un consulente e non vendo prodotti che si possono toccare con mano.

Spesso mi chiedono di che cosa mi occupi e questo mi crea una certa difficoltà, visto che faccio tante cose, nell'ambito dell'organizzazione di grandi eventi, della formazione e della consulenza di marketing e di comunicazione.

Lavoro su progetti di comunicazione interattiva, con un coinvolgimento diretto sugli obiettivi, creo contenuti editoriali e palinsesti, definisco nuovi approcci creativi per le strategie digitali, progetto nuovi formati pubblicitari e prototipi per la comunicazione di domani, integro diverse tecnologie, cercando di renderle umane, creo esperienze di marca. Non riciclo mai, elaboro sempre nuove proposte, lavoro sull'innovazione.

Tutto questo non è un prodotto e spesso, lo ripeto, mi mette in difficoltà.

Acquistare un prodotto da più sicurezza, rispetto ad un servizio.

Per questo da domani mi adeguo anche io, ho allestito la mia bancarella che vende idee di marketing. 3 idee al prezzo di 2.

Comunicare l'innovazione 

In un bel post Mauro Lupi recensisce il libro di Andrea Granelli, dal titolo: "Comunicare l'innovazione".

L'intervento mi ha fatto venire voglia di di leggere l'opera, ma non subito, ho ancora 5 libri recentemente acquistati a cui voglio dedicarmi.

Mauro, cita alcuni concetti chiave del libro come questo: “comunicare l'innovazione richiede a sua volta innovazione negli strumenti stessi del comunicare”.

Non posso che essere d'accordo, ma il mio pensiero corre su una frase che ho sentito molto spesso negli ultimi periodi che più o meno dice: "se vuoi comunicare qualcosa di completamente nuovo, devi essere estremamente chiaro e parlare in modo molto semplice come se ti rivolgessi ad un bambino".

Si può essere più o meno d'accordo con questa affermazione, non è questo il punto. Mi preme sottolineare come questo pensiero mi abbia indotto a pensare, su quale sia il migliore modo di rivolgermi ad un bambino, avendo due figlie in età prescolare.

Gironzolando in rete, mi sono imbattuto in questo tutorial dal titolo "the Art and Science of Teaching Children".

Ve lo raccomando, sia nel caso che voi abbiate figli e sia nel caso in cui vogliate comunicare l'innovazione in modo semplice.

Fatene un buon uso.

Nella foto: Emma Carly e Nathalie Ann Goetz

lunedì, ottobre 17, 2005

Pubblicità interattiva 

Alcuni aggiornamenti su altre attività di formazione su cui sto lavorando con la speranza che i Master con cui sto collaborando ottengano il numero di iscritti sufficienti per potere partire.

L'argomento è la televisione digitale interattiva, (anche se come sapete a me piace parlare di televisioni al plurale).

Per chi opera a Milano e fosse interessato all'argomento, potete iscrivervi al Master della Statale.

Chi invece operasse a Roma, può fare riferimento al Master di Tils

L'argomento di mia competenza è sempre lo stesso: i nuovi formati della pubblicità interattiva

Interactive Key Award 

Anche quest'anno sarò in giuria all'Interactive Key Award, organizzato dalla rivista Media Key.
L'evento avrà luogo giovedì 19/10 alle ore 19.10 al Rolling Stones in corso XXII marzo al 32 a Milano.

Se ci siete ci beviamo un cocktail e ci mangiamo una tartina, offre Roberto Albano, fondatore e direttore della testata. Per accreditarvi fate un giro sul sito della rivista.

A presto

domenica, ottobre 16, 2005

Le teorie di Darwin ed il marketing 

Prima di cena, godetevi un bel cocktail analcolico e se proprio non avete niente di meglio da fare potete leggervi questo articolo di Al Ries, (di cui sono un grande estimatore) sulle teorie di Darwin applicate al marketing.

Buona lettura

Ci vuole equilibrio 


Fonte: fisserman

sabato, ottobre 15, 2005

Money 

MONEY
(ROGER WATERS)

Money, get away.
Get a good job with good pay and you’re okay.
Money, it’s a gas.
Grab that cash with both hands and make a stash.
New car, caviar, four star daydream,
Think I’ll buy me a football team.

Money, get back.
I’m all right jack keep your hands off of my stack.
Money, it’s a hit.
Don’t give me that do goody good bullshit.
I’m in the high-fidelity first class traveling set
And I think I need a lear jet.

Money, it’s a crime.
Share it fairly but don’t take a slice of my pie.
Money, so they say
Is the root of all evil today.
But if you ask for a raise it’s no surprise that they’re
Giving none away.

Huhuh! I was in the right!
Yes, absolutely in the right!
I certainly was in the right!
You was definitely in the right. that geezer was cruising for a
Bruising!
Yeah!
Why does anyone do anything?
I don’t know, I was really drunk at the time!
I was just telling him, he couldn’t get into number 2. he was asking
Why he wasn’t coming up on freely, after I was yelling and
Screaming and telling him why he wasn’t coming up on freely.
It came as a heavy blow, but we sorted the matter out

Il commento: il caso Alitalia 

Alitalia vorrebbe uscire dalla crisi con un piano industriale che tra l'altro prevede l'ipoteca sugli aereoplani.
Non sono un esperto del settore, non posso quindi commentare la strategia industriale della nostra compagnia di bandiera, ma mi domando come mai nelle parti del piano industriale che sono state pubblicate dalla stampa, la parola cliente e servizio al cliente non appaiono mai? Vorrei anche capire se il problema di Alitalia sia realmente una crisi da eccesso di costi oppure da insufficienza di ricavi. Qualcuno è in grado di illuminarmi?

In tutti i casi non aiuterebbe avere i consumatori al proprio fianco?

venerdì, ottobre 14, 2005

Ricombinazione e linguaggi pubblicitari 

Brand Infection, ci mostra come è possibile partire da un'affissione pubblicitaria di Mezzo Mix, "una rinfrescante miscela di Coca Cola e Aranciata" e trasformarla in una "rinfrescante miscela di rosso e nero", alludendo alla nuova intesa (suggellata da un ideale bacio) tra Angela Merkel e Gerhard Schroeder che ha portato la Merkel ad essere il nuovo Cancelliere in Germania.

Credo proprio che anche dalla "ricombinazione", ed il "rifiltraggio"di contenuti di varia natura, passerà il rinnovamento del linguaggio pubblicitario di domani.

Gli scenari del mercato dell'auto 


Fonte: Cagle

10 tendenze sul presente e futuro dei media 

Via Micropersuasion, segnalo questo articolo pubblicato da Pr Week, sul presente/futuro dei media.
Il punto d'osservazione sono gli Stati Uniti, ma la maggior parte delle tendenze delineate sono interessanti a livello globale e oggetto di grande dibattito da parte di chi è interessato ai temi del futuro dell'informazione e della comunicazione.

Ricombinazione dei contesti 

Concetti come target e segmenti di utenza, sono classificazioni ideali, troppo statiche e sempre meno utilizzabili dal marketing moderno.

Il media planner oggi si occupa di pianificare l'acquisto di spazi pubblicitari sui media frequentati, letti, fruiti da segmenti di utenza di interesse dell'investitore pubblicitario".

Negli ambienti più propriamente relazionali, (come internet) il media planner del futuro non potrà limitarsi ad acquistare spazi pubblicitari preconfezionati, ma dovrà saper creare le condizioni, i luoghi ed i contesti per aggregare e riaggregare diversi segmenti di utenza utilizzando gli strumenti del marketing situazionale.

Il media planner dovrà imparare a diventare un ricombinatore di contesti.

Ne sono consapevoli i centri media?

L'immagine è di Pbase

giovedì, ottobre 13, 2005

Architettura dei contenuti di marketing 

Certe idee sono nell'aria. Nell'ultimo mese ho passato una buona parte del mio tempo lavorativo a ristrutturare i contenuti di marketing per alcuni progetti digitali. Ho preparato anche alcune docenze sull'argomento "contenuti digitali di marketing" per lezioni che dovrò tenere in autunno all'Università.
Con alcuni colleghi inglesi abbiamo discusso proprio ieri di nuove tecniche per l'ingegnerizzazione dei contenuti per i siti business to business.

Casualmente poi uno degli articoli appena pubblicati da Dave Wilson, si intitola: 4G Web Strategy. Il titolo forse è un pò pretenzioso, ma vi assicuro che se leggerete l'articolo, vi troverete alcuni spunti interessanti.

L'immagine è di Semanticstudios.com

Back to School 

Da questo autunno, inizierò a collaborare con il Politecnico di Milano, dove cercherò di " ibridare" alcuni filoni di ricerca che sto seguendo, sui temi dei contenuti digitali, dei nuovi formati pubblicitari per le tv digitali e delle tecnologie del cosidetto "Web 2.o" per il marketing.

Paralellamente inizierà anche una nuova avventura con l'Università Bicocca, nel campo del marketing digitale per il turismo.

Ho sempre insegnato in tantissimi corsi di formazione, ma devo dire di essere emozionato nel tornare nuovamente in Università.

mercoledì, ottobre 12, 2005

L'analisi di settore: Finanza e Assicurazioni e web 

Il settore finanziario ed assicurativo ha imparato da alcuni anni ad utilizzare internet come strumento di comunicazione, di marketing e vendite.

La maggioranza dei siti di società del comparto, tendono ad assomigliarsi quando invece dovrebbero differenziarsi in funzione dei loro obiettivi strategici. Vediamo alcuni esempi:
  1. Ing Direct, Genertel, si propongono di far aprire conti di deposito (non correnti) o di vendere le proprie polizze on line
  2. Mutui On Line o 6Sicuro, cercano di aumentare le conversioni alla vendita per uno o più prodotti (di aziende diverse) che propongono on line
  3. Siti più istituzionali come quelli di BPM o Zurich hanno per obiettivo la veicolazione dell'informazione del "giusto prodotto" al "giusto potenziale cliente"
L'architettura dell'informazione di questi siti, molto spesso non è ottimizzata in funzione delle strategie aziendali, in quanto, molto spesso, le web agencies che curano questi progetti tendono a replicare modelli che hanno già funzionato per aziende nello stesso settore che possono avere esigenze diverse.

Anche nel caso in cui l'obiettivo sia il medesimo, ad esempio, la conversione all'acquisto, l'ingegnerizzazione dell'informazione di marketing dovrebbe essere differenziata in funzione del modello propositivo e dei target a cui ci si rivolge, perché sul mercato vi è spazio sia per un mutuo aggressivo, sia per un mutuo specifico, ma devono essere comunicati in modo differente.

La "rete" lo consentirebbe, ma raramente questo viene fatto.

L'Analisi di Settore 

Con il prossimo post propongo alcune osservazioni su specifici settori, con la speranza che questo allargamento di contenuti, possa riscontrare il vostro interesse.

Per ogni suggerimento volto a migliorare questo blog, non fatevi scrupolo a contattarmi.

Grazie a tutti.

Il Marketing delle Campagne Sociali 

La rivoluzione del DVR (ultima parte) 

Con questo post concludo la pubblicazione del mio articolo sul time shifting e sul futuro dei palinsesti personalizzati per le televisioni digitali.

Quando il Prime Time diventa My time (terza ed ultima parte)

Come ci fa notare Dom Rossi, Executive Publisher di Reader’s Digest ed esperto di pubblicità, fra non molto non potremo più considerare il prime time una “parte” della giornata, ma lo dovremo intendere come uno stato mentale. “Prime time is my time” condensa il suo pensiero Dom Rossi in una frase. Quando il prime time diventa una percezione esso sarà costituito da tutti quei momenti preziosi in cui un consumatore offre la sua attenzione ad un medium e ad un contenuto specifico, indipendentemente dal tempo o dal luogo della fruizione. Il prime time potrà essere lo spazio di attesa in un aeroporto, una serata invernale di pioggia sdraiati sul divano o il tempo di un percorso sull’autobus. Qualunque sia il futuro dei media possiamo prevedere un ruolo sempre crescente degli utenti nelle scelte di fruizione dei contenuti così come oggi già avviene con internet.

Per molti operatori della televisione sarà davvero molto duro abbandonare una visione da broadcaster, facendo convivere una logica di palinsesto basata sulle “dayparts”, con una logica che tiene in conto anche dei “mindframes”. Spesso mi trovo a ripetere che internet ha costituito una rivoluzione silenziosa, di cui gli aspetti tecnologici appaiono quasi irrilevanti se confrontati con quelli più strettamente legati alle dinamiche di formazione/informazione attinenti alla sfera della comunicazione. La rete delle reti ha modificato i tempi ed i modi di fruizione dei contenuti. Oggi sarebbe impensabile tornare alla tv in bianco e nero, in un prossimo futuro che ci appare meno lontano di quanto noi possiamo immaginare, ci sembrerà del tutto anacronistica una televisione con palinsesti fissi scelti da altri che non siano….. noi stessi.


Il vantaggio strategico del VoIP 

Quando si parla di Voice over IP da un punto di vista strategico, la prima cosa che ci viene in mente è il risparmio sul costo delle telefonate.

Questo articolo dell'Harvard Business School ci invita a ripensare il VoIP come nuovo touchpoint per le imprese orientate al cliente.
Buona lettura.

martedì, ottobre 11, 2005

We can be heroes 

HEROES

Words by David Bowie. Music by David Bowie and Brian Eno.

I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day

And you, you can be mean
And I, I'll drink all the time
'Cause we're lovers, and that is a fact
Yes we're lovers, and that is that

Though nothing, will keep us together
We could steal time, just for one day
We can be Heroes, for ever and ever
What d'you say?

I, I wish you could swim
Like the dolphins, like dolphins can swim
Though nothing, nothing will keep us together
We can beat them, for ever and ever
Oh we can be Heroes, just for one day

I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can be Heroes, just for one day
We can be us, just for one day

I, I can remember (I remember)
Standing, by the wall (by the wall)
And the guns, shot above our heads (over our heads)
And we kissed, as though nothing could fall (nothing could fall)
And the shame, was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be Heroes, just for one day

We can be Heroes
We can be Heroes
We can be Heroes
Just for one day
We can be Heroes

We're nothing, and nothing will help us
Maybe we're lying, then you better not stay
But we could be safer, just for one day

Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh, just for one day

La competizione degli One Man Company 

Brave le nostre aziende che cercano venticinquenni laureati, con esperienza quinquennale e possibilmente un portafoglio clienti da mettere a disposizione.

Se diventa sempre più difficile trovare un posto di lavoro, le persone devono pur sopravvivere e cercano di arrangiarsi. Aumentano gli imprenditori, ma se andate a guardare bene si tratta di micro imprese, anzi per essere più precisi nano imprese.

Il terziario oggi è affollato di consulenti che in molti casi propongono a prezzi competitivi servizi che molte blasonate società di consulenza offrono ad un costo di n volte superiore.

Un'altra tendenza in corso è l'aumentare di consumatori che si creano nuove opportunità di business, vendendo prodotti su Ebay, generando traffico per importanti siti o facendo i blogger di professione. Si tratta dei Minipreneurs, come ci spiega questo nuovo articolo di TrendWatching.

La definizione di Marketing Usabile 

Brand Involvement

Il percorso, (processo) con cui un Brand coinvolge, attraverso la creazione di esperienze memorabili, i suoi diversi pubblici, attraendo la loro attenzione, fornendo loro in modo costante e persistente valore, motivandoli a prendere parte alla vita del Brand e ottenendo il permesso per partecipare alla loro vita per mezzo dell’adesione ai valori che il Brand riesce a rappresentare a tali pubblici.

(Maurizio Goetz 2004)

La rivoluzione del DVR (parte seconda) 

In questo post pubblico la seconda parte del mio articolo sugli effetti della diffusione del Digital Video Recorder

Quando il Prime Time diventa il My Time (seconda parte)

Nei Paesi in cui è stato introdotto il DVR, ovvero il digital video recorder (un device che consente non solo di registrare facilmente i programmi da potere rivedere in un momento successivo alla messa in onda, ma anche di vedere contenuti live ma in modalità “time shifted”), gli utenti hanno manifestato grande soddisfazione dal fatto di essersi liberati dalla tirannia della programmazione “imposta” dai broadcaster.

Il DVR è infatti molto di più di un semplice videoregistratore digitale, soprattutto se abbinato ad un’EPG (Electronic Program Guide), una sorta di videotext avanzato in grado di assisterci nelle nostre scelte di visione attraverso una guida digitale ai programmi.

Dopo una prima fase di forte sviluppo, la penetrazione del DVR sembra mostrare segnali di rallentamento, non tanto per il mancato interesse da parte dei consumatori, quanto più per le modalità con cui questo innovativo device viene proposto oggi sul mercato.

Secondo NDS, società che sta dirottando grandi investimenti sullo sviluppo della tecnologia del DVR, la visione in differita è la naturale conseguenza del 1) passaggio al digitale, 2) del numero crescente di contenuti disponibili e 3) della progressiva riduzione del costo degli hard disk per la memorizzazione dei contenuti video.

Gli sviluppi futuri delle tecnologie del DVR ci porteranno alla diffusione di una personal tv.

Tv personale significa per NDS, l’utilizzo da parte delle audience televisive, di guide intelligenti che aiutino a trovare i contenuti da registrare sul DVR o da vedere attraverso parole chiave, con scelte per genere o utilizzando il “personal tv system”, un sistema esperto, in grado di offrire suggerimenti basati sul profilo personale di uno spettatore o di un nucleo famigliare, in cui verranno raccolte preferenze di visione e informazioni circa i comportamenti passati di fruizione di programmi e servizi interattivi.

Il mestiere di programmatore televisivo tenderà ben presto a divenire ancora più complesso di quanto lo sia oggi. In futuro si dovrà tenere in debito conto non solo dell’aumento dei soggetti che offriranno contenuti in televisione (tv pubblica, tv private nazionali, tv locali, tv urbane, corporate tv, in store tv, tv tematiche, tv lifestyle…) e quindi dei canali sulle diverse piattaforme (digitale terrestre, satellite, cavo, broadband, device mobili…), ma anche di un ulteriore fattore finora sottovalutato: il ruolo attivo dello “spettatore” nei processi di scelta delle differenti modalità di fruizione dei contenuti televisivi.

I diversi programmi potranno essere visti dal vivo, ad esempio un telegiornale o una partita di calcio, in modalità differita, ad esempio uno show in prima serata, in modalità on demand, ad esempio un film, in modalità multivisione ad esempio le informazioni finanziarie o in modalità cached broadcast, ad esempio attraverso una funzione interessante offerta da alcuni operatori come Fastweb, che consente di rivedere la programmazione di contenuti televisivi già andati in onda e che non si sono riusciti a vedere. L’esperienza di fruizione della televisione, in un prossimo futuro, sarà sempre meno lineare e sempre meno condizionata da orari fissi. I costruttori di palinsesti dovranno quindi adottare un approccio flessibile e modulare alla programmazione che tenga conto non solo della programmazione da parte della concorrenza, ma anche delle diverse possibilità di scelta di visione che si presenteranno ai diversi segmenti di utenza televisiva.

lunedì, ottobre 10, 2005

Ancora sul Web 2.0 

Ho scritto ancora sul Web 2.0. Per chi fosse interessato il mio post è su IMlog.

La rivoluzione del DVR (parte prima) 

In tre mail mi avete chiesto di occuparmi nuovamente di DVR, vorrei farlo pubblicando un mio vecchio articolo che non ho ancora divulgato sul web. L'articolo è suddiviso in tre parti.

Buona Lettura

Quando il Prime Time diventa il My Time (parte prima)

Viviamo in tempi di grande incertezza, non esistono più come nel passato grandi tendenze o piccole certezze a cui aggrapparci. Siamo animali emozionali oltre che razionali, per questo convivono in noi bisogni ed esigenze spesso in contraddizione fra di loro. Amiamo il cambiamento, vogliamo sempre cose nuove, ma non devono distaccarsi troppo da quelle a cui siamo abituati, ecco perché bisogni di conservazione e quelli di innovazione coesistono in un equilibrio altamente instabile.

In tv, o al cinema, chiediamo a gran voce volti nuovi, ma preferiamo quelli che ci ricordano i personaggi che amiamo e a cui siamo abituati, perché in fondo abbiamo un disperato terrore di cambiare. I Gerry Scotti, i Bonolis ed I Fiorello di oggi ci rassicurano perché in fondo rappresentano la continuità con il passato.

Vogliamo più di ogni altra cosa avere la possibilità di scegliere. L’idea della tv digitale con oltre 500 canali a nostra disposizione ci alletta, anche se finiremo col vedere i soliti 10 canali. Scelta è sinonimo di libertà, ma anche di responsabilità. Lo sviluppo di internet ci ha consentito l’accesso ad una pletora di contenuti relativi ad ogni campo dello scibile umano, ma ha anche favorito la diffusione dei motori di ricerca in grado di orientare le nostre scelte. Non siamo interessati alla possibilità di poter fruire di tutti i contenuti disponibili, selezioneremo invece quelli che riteniamo essere per noi rilevanti in uno specifico momento. Vogliamo potere decidere in autonomia all’interno di una gamma ampia ma non infinita di possibilità.

L’avvento della tv digitale rappresenterà senza dubbio un forte elemento di discontinuità con il passato. Come ha acutamente osservato David Richardson, direttore del business development di NDS, una delle società maggiormente coinvolte nella progettazione di tecnologie per la televisione digitale, “fin dai tempi dei cantastorie siamo abituati ad avere un “appuntamento” con l’informazione e con l’entertainment”. La domenica la partita, ogni sera alle ore 20.00 il telegiornale o il sabato sera l’appuntamento con il “giallo”.

Le persone della mia generazione si ricordano molto bene di aver vissuto Carosello come “demarcatore” della fine della nostra giornata di ragazzi. Dal giornale del mattino con il caffè, al film in prima serata, siamo cresciuti con abitudini molto precise anche riguardo al consumo dei media.

Chi ha oggi figli in età prescolare, sa molto bene che DVD, videocassette, libri o CD costituiscono la modalità preferita di fruizione dei contenuti dei preadolescenti. Risulta impresa davvero ardua spiegare ad una bambina di due anni che non potrà rivedere il suo cartone animato preferito perché la trasmissione è finita. Come si sa, i bambini amano non solo la ripetizione, ma soprattutto la libertà di poter decidere, genitori permettendo, cosa vedere e quando farlo.

La garanzia per i consumatori 

La garanzia è una giusta tutela dei consumatori per i loro acquisti e riguarda i prodotti, ma non i servizi.

Non sarebbe giusto che anche i servizi fossero coperti da garanzia?

Come tutelarsi nei confronti di un avvocato, consulente o medico che non ha erogato servizi conformi a quanto pattuito, senza dover ricorrere al contenzioso?

Raccomando la lettura di questo interessante e provocatorio intervento di Giovanni Binetti durante l'assemblea nazionale dell'Associazione Italiana Marketing, che ha avuto luogo alla fine di giugno di quest'anno e che affronta la controversa questione.

Blog Marketing: 5 ragioni per un corporate blog 

Articoli sul blog marketing cominciano ad essere abbastanza diffusi, significa che l'interesse da parte delle imprese per il blog come tool relazionale è crescente.

Una nuova rivista, Marketing Honours, ha intervistato Enrico Bianchessi, Simone Lovati e me, sull'utilizzo del blog come strumento di marketing. Le nostre opinioni derivano dalla nostra esperienza quotidiana; siamo tuttavia consapevoli che il marketing collaborativo sia in profonda evoluzione per questo ci confrontiamo spesso attraverso i nostri rispettivi blog.

Ritengo che questo articolo di Robert Moskowitz offra ulteriori spunti per chi è interessato all'argomento. Mi piace molto l'idea dell' "umanizzazione dell'impresa", in effetti troppo spesso, come scrive Robert, la nostra esperienza di clienti si scontra con i "messaggi monolitici, impersonali e unidirezionali che scaturiscono con una forza da Cascate di Niagara, dall'agenzia pubblicitaria al consumatore", messaggi costruiti con grande cura e professionalità, ma che si notano soprattutto per l'assoluta mancanza di calore.

Fonte dell'immagine: Regency Fire
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