La rivoluzione del DVR (ultima parte)
Quando il Prime Time diventa My time (terza ed ultima parte)
Come ci fa notare Dom Rossi, Executive Publisher di Reader’s Digest ed esperto di pubblicità, fra non molto non potremo più considerare il prime time una “parte” della giornata, ma lo dovremo intendere come uno stato mentale. “Prime time is my time” condensa il suo pensiero Dom Rossi in una frase. Quando il prime time diventa una percezione esso sarà costituito da tutti quei momenti preziosi in cui un consumatore offre la sua attenzione ad un medium e ad un contenuto specifico, indipendentemente dal tempo o dal luogo della fruizione. Il prime time potrà essere lo spazio di attesa in un aeroporto, una serata invernale di pioggia sdraiati sul divano o il tempo di un percorso sull’autobus. Qualunque sia il futuro dei media possiamo prevedere un ruolo sempre crescente degli utenti nelle scelte di fruizione dei contenuti così come oggi già avviene con internet.
Per molti operatori della televisione sarà davvero molto duro abbandonare una visione da broadcaster, facendo convivere una logica di palinsesto basata sulle “dayparts”, con una logica che tiene in conto anche dei “mindframes”. Spesso mi trovo a ripetere che internet ha costituito una rivoluzione silenziosa, di cui gli aspetti tecnologici appaiono quasi irrilevanti se confrontati con quelli più strettamente legati alle dinamiche di formazione/
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