lunedì, ottobre 10, 2005

La rivoluzione del DVR (parte prima) 

In tre mail mi avete chiesto di occuparmi nuovamente di DVR, vorrei farlo pubblicando un mio vecchio articolo che non ho ancora divulgato sul web. L'articolo è suddiviso in tre parti.

Buona Lettura

Quando il Prime Time diventa il My Time (parte prima)

Viviamo in tempi di grande incertezza, non esistono più come nel passato grandi tendenze o piccole certezze a cui aggrapparci. Siamo animali emozionali oltre che razionali, per questo convivono in noi bisogni ed esigenze spesso in contraddizione fra di loro. Amiamo il cambiamento, vogliamo sempre cose nuove, ma non devono distaccarsi troppo da quelle a cui siamo abituati, ecco perché bisogni di conservazione e quelli di innovazione coesistono in un equilibrio altamente instabile.

In tv, o al cinema, chiediamo a gran voce volti nuovi, ma preferiamo quelli che ci ricordano i personaggi che amiamo e a cui siamo abituati, perché in fondo abbiamo un disperato terrore di cambiare. I Gerry Scotti, i Bonolis ed I Fiorello di oggi ci rassicurano perché in fondo rappresentano la continuità con il passato.

Vogliamo più di ogni altra cosa avere la possibilità di scegliere. L’idea della tv digitale con oltre 500 canali a nostra disposizione ci alletta, anche se finiremo col vedere i soliti 10 canali. Scelta è sinonimo di libertà, ma anche di responsabilità. Lo sviluppo di internet ci ha consentito l’accesso ad una pletora di contenuti relativi ad ogni campo dello scibile umano, ma ha anche favorito la diffusione dei motori di ricerca in grado di orientare le nostre scelte. Non siamo interessati alla possibilità di poter fruire di tutti i contenuti disponibili, selezioneremo invece quelli che riteniamo essere per noi rilevanti in uno specifico momento. Vogliamo potere decidere in autonomia all’interno di una gamma ampia ma non infinita di possibilità.

L’avvento della tv digitale rappresenterà senza dubbio un forte elemento di discontinuità con il passato. Come ha acutamente osservato David Richardson, direttore del business development di NDS, una delle società maggiormente coinvolte nella progettazione di tecnologie per la televisione digitale, “fin dai tempi dei cantastorie siamo abituati ad avere un “appuntamento” con l’informazione e con l’entertainment”. La domenica la partita, ogni sera alle ore 20.00 il telegiornale o il sabato sera l’appuntamento con il “giallo”.

Le persone della mia generazione si ricordano molto bene di aver vissuto Carosello come “demarcatore” della fine della nostra giornata di ragazzi. Dal giornale del mattino con il caffè, al film in prima serata, siamo cresciuti con abitudini molto precise anche riguardo al consumo dei media.

Chi ha oggi figli in età prescolare, sa molto bene che DVD, videocassette, libri o CD costituiscono la modalità preferita di fruizione dei contenuti dei preadolescenti. Risulta impresa davvero ardua spiegare ad una bambina di due anni che non potrà rivedere il suo cartone animato preferito perché la trasmissione è finita. Come si sa, i bambini amano non solo la ripetizione, ma soprattutto la libertà di poter decidere, genitori permettendo, cosa vedere e quando farlo.

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