domenica, ottobre 23, 2005

Formazione Usabile 

Come molti miei colleghi consulenti, anche io faccio moltissima attività di formazione.
Sarà la recente riforma dei corsi universitari o gli ottimi risultati ottenuti, ad ogni buon conto mi sembra di percepire che il nostro apporto sia molto gradito, sia dagli studenti sia dagli stessi enti di formazione che continuano a chiamarci per attività di docenza.

Un tempo pensavo che i rappresentanti del mondo dell'impresa e della consulenza portassero in aula competenze specifiche, un approccio pragmatico e casi concreti di successo o insuccesso, mentre mi sono reso conto che offrono molto di più, integrandosi molto bene nel contesto formativo e arricchendo e non sostituendo l'apporto dei docenti di professione.

L'università si sta rinnovando con grande fatica, cercando di fornire agli studenti, migliori strumenti per imparare ad apprendere.

Su questo fronte, visto l'ambito in cui opero, quello della comunicazione interattiva, ho a che fare spesso con studenti smanettoni molto brillanti, che in certi ambiti (soprattutto tecnologici) ne possono anche sapere più di me. Il mio valore aggiunto non si basa sulla trasmissione del sapere, questo è un qualcosa che viene dato per scontato. In una attività d'aula mi pongo sempre come obiettivo primario, il lavoro sul potenziale dei discenti.

In che modo posso trasformare una serie di conoscenze di uno studente in abilità? Come posso offrire strumenti creativi per permettere l'utilizzo di un modello in contesti differenti da quelli in cui viene normalmente applicato? Sono in grado di trasmettere passione, insegnando anche a saper essere e non solo a saper fare? Sono capace di aumentare il senso critico di chi mi ascolta che gli consenta in alcuni casi di porsi in modo dialetticamente costruttivo e non passivo nei confronti dei propri interlocutori?

Ho sviluppato una metodologia che antepone l'esercitazione alla lezione, in questo modo mi è possibile partire dalle abilità che gli studenti hanno già sviluppato e agire, "personalizzando" la lezione in funzione delle loro esigenze.

In moltissimi casi mi sono trovato di fronte a studenti che non erano consapevoli del loro potenziale o che non avevano un sufficiente livello di autostima tale da consentire loro di esprimere un'opinione "differente". Questi studenti sono sempre riusciti a stupirmi.

Mi piace molto l'attività d'aula, perché è per me il miglior modo di imparare.

Fonte dell'immagine: Census.gov

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Carissimo Maurizio,
affronti un tema, anche, a me caro.
Il "valore aggiunto" che chi non viene direttamente dal mondo universitario è in grado di apportare si compone di molteplici aspetti a mio avviso.
In particolare:
- Didattica attiva: Comunicazione bidirezionale e sviluppata sulla base di metodiche "post experience"
- Esperienze fattuali e concrete di vita vissuta in azienda e non solo "ricerca".
- Sperimentazione reale e non solo di "laboratorio" delle casistiche.
Ovviamente anche i discenti danno molto e arricchiscono ciascuno di noi, a cominciare da me come sempre.
Un abbraccio
Pier LUca

23/10/05 20:08  
Blogger Maurizio Goetz said...

E' molto importante sentire anche l'altra faccia della medaglia, grazie Pier Luca.

23/10/05 20:43  

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