martedì, gennaio 30, 2007
Una dieta equilibrata migliora il brand
Se è vero che il brand ha una personalità, è giusto che segua anch'esso una giusta dieta.
La corretta alimentazione è fondamentale per una buona qualità di vita e per invecchiare bene. La salute, infatti, si conquista e si conserva soprattutto a tavola, imparando sin da bambini le regole del mangiare sano. Il tradizionale modello alimentare mediterraneo è ritenuto oggi in tutto il mondo uno dei più efficaci per la protezione della salute ed è anche uno dei più vari e bilanciati che si conoscano. Vi proponiamo semplici regole generali per mangiare bene, cinque mosse per un nuovo stile di vita, ispirate proprio alla dieta mediterranea associata a una regolare attività fisica. Ma va sottolineato che se si vuole perdere qualche chilo o in caso di disturbi e allergie connesse all’alimentazione è necessario rivolgersi al medico. No alla diete “fai da te”.
Scusate le forzature, ma io ho interpretato a mio modi i consigli.
Una corretta dieta mediatica è fondamentale per una buona qualità di vita di un brand e per invecchiare. La salute di un brand si conquista e si conserva soprattutto sul mercato, imparando sin da bambini le regole della sana competizione e della sana relazione con i propri pubblici. Il tradizionale stile relazionale mediterraneo è ritenuto oggi in tutto il mondo uno dei più efficaci per la protezione della salute del brand anche se nonostante quanto avviene nelle nostre tavole, non si può dire che le nostre strategie di mercato siano ampie e bilanciate. Vi proponiamo semplici regole generali per alimentare bene il vostro brand, cinque mosse per un nuovo stile di leadership, ispirate proprio alla dieta mediterranea, associata ad una regolare attività di frequentazione delle strade dove vivono i vostri consumatori. Ma va sottolineato che se si vuole, perdere un po' di pesantezza o diminuire le idiosincrasie dei vostri clienti, connesse alla vostra pianificazione media è necessario rivolgersi ad un consulente. No a diete fai da te.
Per maggiori informazioni consultate il vostro consulente di fiducia.
L'immagine è di Weight Loss Central
lunedì, gennaio 29, 2007
Real life in Second life
Babele
"if you want to be understood..... listen".
Le imprese vengono da marte, i clienti da venere
Mi ricordo che lo lessi appena ne uscì la traduzione italiana.
Illuminante la presentazione:
Tanto tempo fa, i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla Terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi." Con questa parabola John Gray - vero guru della coppia - vuole dirci che gli uomini e le donne pensano diversamente, vivono diversamente e, soprattutto, parlano lingue differenti, per cui comportamenti simili assumono per gli uni e le altre significati opposti. Agli uomini piace ad esempio essere considerati abili ed esperti, ma spesso hanno bisogno di solitudine; mentre le donne vogliono sentirsi amate, adorano i superlativi e desiderano condividere le proprie emozioni con altri. Ma allora comunicare è impossibile? Assolutamente no, anzi: capirsi può diventare persino un gioco nel momento in cui si è coscienti delle diversità fra uomo e donna. Imparando a parlare la lingua del nostro interlocutore il rapporto improvvisamente diviene facile, semplice, privo di tutte le complicazioni che nascono appunto dalle incomprensioni. E l'amore, se è profondo, non potrà che trionfare.
Il problema descritto da Gray sembra riguardare ogni tipo di relazione, anche quella tra imprese e loro clienti. Infatti i due soggetti di questa relazione parlano due lingue differenti.
Vendere e acquistare non sono per nulla i due opposti della stessa medaglia, perchè per i soggetti coinvolti assumono significati completamente differenti.
Ecco perchè le imprese vengono da marte ed i clienti da venere, sarà meglio che imparino entrambi il linguaggio del pianeta terra.
domenica, gennaio 28, 2007
L'arte di narrare racconti
Tra i miei studenti del Master, qualcuno ha suggerito di usare di meno i testimonial celebri e di più le persone a noi vicine tutti i giorni, per rendere la pubblicità più reale.
Non ho ovviamente una risposta a questo quesito, ma a titolo di provocazione vorrei mettere a confronto due visioni artistiche di un mito e lasciare a voi le riflessioni (secondo le vostre sensazioni) su ciò che le due immagine vi evocano.
Qual'è l'equilibrio tra mito è realtà in pubblicità?
p.s è una provocazione non prendetemi troppo alla lettera :-)
sabato, gennaio 27, 2007
L'era dell'immaginazione
Abbiamo vissuto l'era della produzione, quella della razionalità organizzativa, quella della finanza e ora stiamo entrando nell'era dell'immaginazione.
Oggi servono le grandi idee, con quelle si può accedere al mercato dei capitali, quello del lavoro e della tecnologia.
Abbiamo più che mai bisogno di filosofi, poeti ed artisti per una nuova visione del mondo.
I grandi informatici che stanno cambiano la morforlogia della rete, non sono esperti di tecnologia come amiamo pensare, ma sono dei poeti. Basta osservarli mentre lavorano, creano codice con la stessa ispirazione di un musicista che compone una sinfonia. Tra gli hacker si nascondono filosofi e visionari.
I grandi brand nascono e si sviluppano in ambienti fertili dove c'è spazio per l'immaginazione.
L'immagine è di innovation tools
Quando il cliente ha ragione
Il cliente non ha sempre ragione
Se è vero che molte imprese hanno nei loro confronti un atteggiamento "predatorio" è altrettanto vero che un brand senza un codice comportamentale è una marca senza spina dorsale.
Come afferma Karl Treacher:
'the customer is always right' are clearly stating that they themselves don't know what is right or wrong and are happy to be told.
Ho trovato alcuni spunti interessanti in questo articolo che spiega non solo perchè il cliente non ha sempre ragione (come già indicato nei diversi manuali di CRM), ma perchè è pericoloso assecondare sempre i clienti nel caso in cui abbiano visibilmente torto.
Dare sempre ragione ai clienti significa demotivare quei dipendenti che lavorano bene e che hanno ben assimilato il concetto di "servizio al cliente".
Il customer care non può andare a discapito dell'employee care. Dare ragione agli "abrasive customer, significa correre il rischio di peggiorare il servizio a tutti i clienti.
E' un articolo ben scritto che offre un punto di vista condivisibile.
Enjoy.
venerdì, gennaio 26, 2007
giovedì, gennaio 25, 2007
Strategic Immagination Circle
Nòva24 sul MarketingCamp
Molte persone sul blog e fuori, si sono interrogate, chiedendosi se ci sia qualcosa di nuovo in questo MarketingCamp. La domanda è più che legittima, vorrei dare la mia risposta.
Sotto il profilo strettamente organizzativo il Marketingcamp non è nulla di nuovo. Quello che c'è di nuovo è lo spirito con cui le persone hanno deciso di mettersi in gioco e confrontarsi. E' una novità la qualità delle conversazioni, il livello di apertura mentale, l'onesta dei discorsi, cose che raramente si possono trovare in un convegno.
E' nuova l'entusiastica adesione di professionisti che sentono la necessità di condividere senza ottenere nulla in cambio se non la condivisione stessa.
Lo scopo del MarketingCamp non è di inventare una formula nuova che non c’era, ma di creare un’occasione di incontro. Se non ci fosse stato il BarCamp non ci sarebbero stati gli stimoli culturali che hanno permesso di organizzare il MarketingCamp, la gente non sarebbe venuta . Non avremmo certamente trovato una banca che ci ospitasse senza avere alcun tornaconto, visto che non è mai stata nominata.
Il BarCamp sta diffondendo la cultura della condivisione anche negli ambienti dove c’è n’è poca. E’ quindi un’idea che è nata in rete e che abbiamo cercato di portare fuori. Nulla di più.
Il MarketingCamp verrà replicato, nuovi professionisti si incontreranno, le conversazioni produrranno nuove idee che verranno messe in circolo attraverso il web. A me basta solo quello. E' questa la novità.
Sono felice perchè se ne ha parlato Nova24 qualcosa avrà pure significato.
Processo all'utente
Ho criticato anche il mondo delle agenzie di pubblicità e di marketing, rimproverando loro mancanza di visione e coraggio nell'investire in ricerca e sviluppo, così necessaria in questa fase di profonda transizione.
Non posso non dedicare qualche riflessione all'utente che si è emancipato e ha imparato a raccogliere le informazioni, a fare confronti, a conversare in rete e a scegliere consapevolmente i prodotti ed i servizi da acquistare, ma che non ha abbandonato molti pregiudizi che non hanno più ragione di essere.
Sono davvero stupito quando leggo nei diversi blog di persone che reputo intelligenti una critica immotivata al marketing e alla pubblicità in generale e non specificamente ai suoi eccessi e spesso abusi.
Un conto è la critica dell'obbligatorietà, dell'invadenza, arroganza, autoreferenzialità di certe forme di comunicazione, che condivido pienamente. Non è solo una critica legittima, ma anche necessaria. Diverso è il teorizzare un mondo senza marchi, senza pubblicità, senza marketing e nel quale tutti i contenuti sono rigorosamente gratuiti. Questa è pura utopia.
La pubblicità non è solo necessaria per ogni sistema economico moderno, ma se è ben fatta crea valore per tutti. Non ha nemmeno molto senso contestare il marketing, quando sarebbe meglio richiedere al marketing di diventare più a misura d'uomo, esercitando la grande forza dell'acquisto consapevole come scelta politica.
Non amo nemmeno quegli utenti che hanno nei loro giudizi due pesi e due misure per marchi considerati amici e per quelli meno "cool". (Non fatemi fare i nomi, gli esempi sono sotto gli occhi di tutti).
L'Italia si distingue fra i diversi Paesi ad economia avanzata per un establishment che ha un atteggiamento anti-impreditoriale ed in cui la libera iniziativa viene ostacolata, in tutti i modi e in tutte le forme, quando per molte persone potrebbe essere una via d'uscita al precariato. Regolamentare, disciplinare è diverso dal soffocare.
Se vogliamo che il nostro Paese progredisca dobbiamo esercitare forti pressioni affinchè il mondo dell'offerta cambi, ma anche quello della domanda deve crescere e abbandonare le istanze tipiche dell'era della "pre-maturità".
Ricordiamoci che il marketing e la politica hanno un elemento in comune. Se noi non ci occupiamo di loro, loro sicuramente non smetteranno di occuparsi di noi che ci piaccia oppure no, tanto vale esercitare le giuste critiche in modo specifico e puntuale solo così il cambiamento sarà possibile.
mercoledì, gennaio 24, 2007
La tecnologia dell'anima
L'immagine è di Ilovebutter
Media Neutrality
Neutrality: the status or policy of not participating directly or indirectly in a war between others.
Media neutrality: marketers, media companies, and advertising agencies are changing their internal structures to recognize every marketing and media option equally, without the bias of history and precedent.
These changes will revolutionize advertising message content, the tactics that are used to communicate these messages, and the research methods that are employed to evaluate the effectiveness of both the message and the messengers. This results in a zero- basing of the processes involved in decision making relating to marketing, advertising, and media, and a shift from historical and traditional biases in media selection to media neutrality.
Media neutrality represents a new landscape, one that emphasizes total freedom from past decisions. It means that the traditional focus on achieving network television goals and then investing the remainder of budgets is obsolete. In the New Media Age, managers are zero-basing their decisions based on which marketing approaches are most effective and efficient at reaching and influencing key target consumers. The selection processes are zero-based to determine the vehicles best suited for achieving an individual brand's marketing goals, not simply their media planning and efficiency objectives.
Media neutrality sums up the results of all the changes affecting marketers and their communications to and with consumers. Farsighted managers are reacting to change by zero-basing their techniques, strategies and traditional patterns. They are opening the doors to new thinking, new opportunities, and new methods of analysis. They are preparing themselves for a future in which change is a permanent reality.
A distanza di quasi dieci anni, l'atteggiamento delle agenzie di pubblicità sembra lontano dall'essere neutro nei confronti dei media.
La foto è di David Liberty
Il pensiero flessibile
- Il concetto di contraddizione è centrale nel pensiero dicotomico.
- Il pensiero flessibile non solo accetta le differenze ma le valorizza
- Il pensiero flessibile non ama gli schemi rigidi
- I modelli si usano fintanto che servono sono solo attrezzi da utillizzare
- La logica o/o viene sostituita da quella e/e
let's go fuzzy
L'immagine è di Dmtri Kazakov
martedì, gennaio 23, 2007
Il meme continua
Non è stato un esercizio fine a se stesso, ma la conclusione del mio corso di comunicazione innovativa al Master della Tv Digitale.
Cari miei contributors, voi non lo sapete ma siete stati codocenti.
Da queste sollecitazioni e dalle mie lezioni gli studenti del Master creeranno un loro documento che io naturalmente pubblicherò in rete e che tutti voi potrete commentare.
In questo modo la conversazione prosegue e credo che ognuno di noi abbia già imparato molto dagli altri e continuerà a farlo. La collaborazione ci rende tutti docenti e discenti allo stesso tempo.
Qui trovate la seconda versione della presentazione.
Stay Tuned
De- dichotomy stamp
Da un'idea di Andrea Schamanek
Execution Power
il talento
la passione
lunedì, gennaio 22, 2007
Il potere dell'immaginazione
Oltre la campagna di comunicazione
domenica, gennaio 21, 2007
Le barriere al cambiamento
Mi piace molto l'idea di poter tenere traccia di alcune conversazioni che avvengono in rete attraverso la progettazione di slideshow che possano essere diffusi (in rete e fuori), per contribuire alla circolazione di idee e riflessioni sui temi del digitale.
Non creda Pierluca Santoro che io mi sia sottratto al suo rilancio, con le sue tre domande secche che farebbero tremare le vene nei polsi chiunque. Bando ai preamboli entriamo subito nello specifico.
Quali sono oggi i maggiori vincoli all’innovazione ed al cambiamento dell’impresa?
L'innovazione come la definisce Schumpeter è un processo di distruzione creativa. Ogni azienda vive al suo interno la coesistenza di un impulso alla conservazione con quello di cambiamento. In un periodo di grande transizione, come quello che stiamo vivendo, cambiare significa assumersi grandi rischi, ma non farlo, significa assumersi rischi ancora più grossi. Uno dei più grossi ostacoli al cambiamento deriva dallo stile di leadership (non è sicuramente l'unico).
I modelli di riferimento nella gestione d’impresa attuali sono una bussola utile ancora oggi?
Se parliamo quindi di stile di leadership, forse è possibile notare in tutte le aziende innovative un cambio di paradigma: il passaggio da 2 vecchie c, a due nuove c.
Le vecchie C sono: Command and Control
Le nuove C sono Connect and Collaborate
collaborativi.
Se devo individuare alcune parole chiave, terrei a mente: creatività orizzontale, ascolto adattivo, empatia relazionale, coraggio e perseveranza.
sabato, gennaio 20, 2007
venerdì, gennaio 19, 2007
giovedì, gennaio 18, 2007
Brand respect
Si è parlato forse un po' meno di brand respect.
Se vuoi conversare, devi sapermi ascoltare, devi anche raccontarmi qualcosa di interessante, ma soprattutto devi saper mantenere riservate le informazioni che ti do.
Ho più volte scritto che la privacy deve venire considerata un asset ancora prima di un obbligo. Questo ovviamente è ancora più importante nei mercati digitali.
E' con questa premessa che vi invito a leggere con tutta la concentrazione possibile, questo nuovo studio del Journal of Computer Mediated Communication dal titolo: Communication Privacy Management in Electronic Commerce, di Miriam J Metzger della University of Californa - Santa Barbara.
qui l'abstract:
This study applies Communication Privacy Management theory (CPM) to understand the tension between information disclosure and privacy within e-commerce relationships. It proposes that consumers manage their privacy concerns through decisions to reveal or conceal information about themselves in interactions with online retailers. The study investigates whether analogous privacy management strategies identified by CPM theory to regulate privacy and disclosure within interpersonal relationships, including withholding and falsifying information, as well as seeking information seeking from a relational partner, operate in the computer-mediated context of e-commerce relational transactions. Findings suggest that online consumers do erect boundaries around personal information and form rules to decide when to reveal information, consistent with CPM theory. Overall, this study provides knowledge about privacy in online commercial transactions, serves as a basis for more directed theory construction in this arena, and has important practical and policy implications.
Enjoy.
L'immagine è di Concurringopinions.com
Il meme divulgativo
Lo slideshow che ho pubblicato verrà aggiornato con il contributo di altri blogger e sostituirà presto quello attualmente presente su Slideshare.
Sto coinvolgendo anche non blogger che sono desiderosi di dare il loro contributo, il documento diventerà davvero interessante, ne sono sicuro.
Stay tuned.
mercoledì, gennaio 17, 2007
La pubblicità secondo noi
Ho cercato di integrare i diversi contributi dei blogger che hanno raccolto la sfida (mi scuso se ho tralasciato qualcuno).
Ho pensato di organizzare una presentazione per fissare i pensieri.
Sharing is caring.
Update: il meme non è chiuso, inserite i vostri pensieri sui vostri blog, io continuerò a seguirvi e ad aggiornare lo slideshow.
lunedì, gennaio 15, 2007
Il meme di marketing usabile: la pubblicità oggi.
Bello il tentativo di definire il blog, non ci si riuscirà, ma l'articolazione dei pensieri è straordinaria. (Basta seguire il flusso dei diversi pensieri.......)
Il meme divulgativo è un concetto sublime, Luca De Biase ha fatto di nuovo centro.
Prima di lanciare il mio meme divulgativo, mi pongo alcune domande.
- Come tracciare queste conversazioni di grande valore? (Può essere utile un wiki del meme divulgativo?)
- Ha senso farlo? (tracciare queste conversazioni)
- Se la risposta è positiva, come incociare queste conversazioni?
- Che cos'è la pubblicità oggi?
- Quale ruolo dovrebbe avere?
- Cosa dovrebbe offrire per tornare a creare valore per l'utente?
Credo che sia necessario confrontarsi su questo tema, perchè sono assolutamente convinto che le aziende, le agenzie e gli utenti abbiano oggi sull'argomento opinioni differenti.
Forse varrebbe la pena un migliore allineamento.
Che ne dite?
Intanto lancio la palla a Marco, Gianluca, Enrico, Jacopo, Marco, Mrs Red tanto per incominciare, loro potranno proseguire la diffusione virale, ma il meme è aperto a tutti quelli che vogliono contribuire.
domenica, gennaio 14, 2007
Blogodilemmi
Cosa succederebbe quindi se ogni anno si dovesse ripartire da capo e non si potesse vivere di rendita?
Cambierebbe qualcosa nei "modelli di scrittura" dei blog?
Credits per l'immagine
sabato, gennaio 13, 2007
Come diventare un eroe per i propri clienti
La ricetta è molto semplice: meno survey e più cambiamenti.
Non esagerare con le ricerche, aprirsi, iniziare a conversare con i propri clienti ma poi occorre utilizzarle le informazioni raccolte.
How to become a Customer Action Hero è un manifesto, da leggere e rileggere e far circolare in azienda.
venerdì, gennaio 12, 2007
Brand Shock
Quando lo facciamo siamo noi i più spietati critici di noi stessi e se quest'attività di introspezione è corretta, allora cominciamo a prendere provvedimenti per cambiare, ma anche per mantenerci come eravamo nel nostro periodo migliore.
La nostra analisi quando è reale e profonda è la migliore possibile, perchè alle critiche esterne, spesso reagiamo, trovando alibi e scaricando le responsabilità su qualcun'altro.
C'è chi analizza la brand equity utilizzando formule matematiche o attraverso ricerche, che per quanto precise non provocheranno alcun cambiamento (davvero radicale).
Si comincia a cambiare solo quando le cose cominciano ad andare male oppure quando ci si guarda per la prima volta con gli occhi degli altri, allora si crea la consapevolezza che è l'ora di innovare e di migliorarsi.
Un amico, consulente di brand management, mi ha raccontato di avere invitato alcuni dirigenti di una società potenziale cliente nel proprio ufficio, per discutere di un incarico di consulenza.
Li ha fatti accomodare in una sala d'attesa esageratamente calda (era estate) e li ha fatti attendere per oltre 45 minuti; quando è entrato nella sala d'attesa non ha salutato nessuno e ha chiesto alla segretaria di fare accomodare i suoi ospiti nella sala riunioni che era stata prenotata per l'incontro. Ha iniziato a parlare in modo sgarbato e guardando molto spesso l'orologio per cinque minuti.
Il responsabile della comunicazione davvero spazientito ha invitato gli altri dirigenti ad interrompere la riunione perchè riteneva che il consulente non fosse adatto a loro. Solo in quel momento il mio amico ha cambiato tono e ha rivelato che la sua era una tecnica (molto in voga negli Stati Uniti) per dimostrare al management che quello che loro hanno dovuto subire è il comportamento che i loro clienti devono sopportare ogni giorno.
Ha ottenuto il lavoro.
L'immagine è stata reperita in rete.
giovedì, gennaio 11, 2007
MarketingCamp (terza parte)
E' stato molto stimolante partecipare al MarketingCamp .
Dalle presentazioni e dal successivo dibattito sono emersi i principali punti critici per il marketing oggi.
Di seguito vorrei riportare alcuni pensieri su cui riflettere
- Termini e terminologia: di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando tutti della stessa cosa?
- Conversare versus Comunicare: istruzioni per l'uso
- Il cambiamento dei ruoli e dei processi organizzativi nel marketing e nella comunicazione, in azienda ed in agenzia
- Collaborazione e partecipazione dell'utente: il coinvolgimento, reale o fittizio?
- Neutralità: delle tecnologie abilitanti, dei mezzi e delle strategie: quali ostacoli?
- Una nuova via alle metriche e alla determinazione del ROI
- Dal pensiero dicotomico al pensiero liquido (fuzzy logic)
- Come ricreare nuove situazioni win win win nei media (editori, investitori utenti)?
- Quali modelli di business dei media? Oltre la dicotomia free v/s pagamento
- Quali sono e come si determinano oggi gli obiettivi di marketing?
- Conoscerci per conoscere. Conoscere noi stessi come persone, come organizzazioni, per conoscere i clienti come persone e come ruoli.
mercoledì, gennaio 10, 2007
Il marketingCamp (seconda parte)
Nella mia presentazione al MarketingCamp ho cercato di sintetizzare i principali temi dibattuti attualmente nel marketing e nella comunicazione:
- la comunicazione centrata sugli utenti
- il passaggio concettuale dal marketing mix ai touch point
- la trasformazione del marketing relazionale in marketing conversazionale
- il significato di collaborazione e di cessione del controllo sul messaggio di marketing agli utenti
- la progettazione della comunicazione d'impresa sui paid media e sugli earned media
- la convivenza tra comunicazione rich e comunicazione light
- la necessità di sviluppare nuove metriche di marketing
- il concetto di marketing liquido come metafora di un marketing adattivo in cui il messaggio si adatta ai contesti ed ai modelli di fruizione degli utenti
- il superamento del pensiero dicotomico in favore di una logica fuzzy.
Il MarketingCamp (prima parte)
Il MarketingCamp ha come unico scopo quello di condividere idee sul futuro del marketing e della comunicazione.
Con lo stesso spirito dei BarCamp, un gruppo di professionisti della comunicazione, del marketing e dei media si è incontrato oggi, parlando a ruota libera, ascoltando e stimolando un interessante dibattito.
Si è trattato di una sperimentazione, per questo la prima edizione è stata ad inviti, ma le prossime saranno aperte.
Questi sono stati i partecipanti iscritti al Marketing Camp:
- Prof. Franco Giacomazzi [ Presidente AISM Associazione Italiana Marketing, Politecnico di Milano]
- Fabrizio Bellavista [ADV, Metalinguistic]
- Marco Camisani Calzolari [Speakage, Politecnico di Milano ]
- Maurizio Goetz [Virtual Strategic Marketing,Università Bicocca]
- Pietro Sansone [Tribal DDB]
- Stefano Quintarelli []
- Francesco Ungaro [Publicis]
- Pieranna Calvi [Sipra]
- Aldo Viapiana [AISM, Università degli Studi del Piemonte Orientale, DAP ]
- Alessandro Musumeci [Comune di Milano, FidaInform]
- Lorenzo Marini [Lorenzo Marini & Associati]
- Alberto Viotto [Microsoft]
Il MarketingCamp nasce da un'intuizione di Marco Camisani Calzolari, che ha subito raccolto l'entusiastica adesione di tutti i partecipanti, coinvolti anche grazie alla collaborazione di Fabrizio Bellavista e di Franco Giacomazzi.
Questi sono stati gli argomenti trattati:
-Adottare i giusti strumenti digitali - Marco Camisani Calzolari [http://www.camisani.com]
- La valutazione dei ritorni degli investimenti nella comunicazione tradizionale e in quella interattiva - Fabrizio Bellavista [http://www.advertiser.it]
- Approcci “Media-Neutral”. Se e come agenzie e clienti possono realizzarli - Pietro Sansone [http://www.tribalddb.it]
- Il diavolo si annida nei dettagli: quel parametro che fa la differenza - Stefano Quintarelli
- Lo scenario delle nuove TV, filosofie e approcci operativi - Pieranna Calvi
- I principi del Marketing liquido - Maurizio Goetz
- Integrazione del marketing tradizionale con gli strumenti online - Alberto Viotto
- Il branding per un’azienda brick and mortar: un caso recente da una ricerca realizzata - Aldo Viapiana
- Marketing all’eccesso: ripensare i paradigmi - Franco Giacomazzi
Gli spunti sono stati davvero tanti, provvero a sintetizzare in una mappa che pubblicherò sul blog alcuni concetti chiave emersi.
Ti coinvolgo, ma per finta
Qualche azienda si sta realmente aprendo, altre considerano il "coinvolgimento" come una possibilità di utilizzare gli utenti per ridurre i propri costi di marketing e lo si percepisce molto bene.
Partecipate alla prossima campagna di marketing, voi utenti potrete vedere il vostro messaggio nella nostra prossima pubblicità e vi sentirete appagati, (noi avremo risparmiato). Potete scegliere tra le tre campagne che la nostra agenzia ci ha proposto, (così possiamo sbagliare di meno).
La partecipazione ha le stesse logiche dell'interattività, non basta una chat o un forum per trasformare una campagna unidirezionale in campagna interattiva, perchè poi le chat ed i forum rimangono deserti, l'utente è smart, sa quando il tentativo di coinvolgimento non è sincero.
Non si può coinvolgere l'utente invitandolo a casa propria, decidendo di mostrargli solo il salotto. Una volta entrato, l'utente può desiderare di fare un giro dappertutto e visitare anche le camere.
Coinvolgere l'utente significa cedergli parzialmente il controllo, altrimenti è una presa in giro.
Sharing is caring: la diffusione delle idee
Le idee devono circolare, per questo oggi un gruppo di persone di grande spessore si incontrerà ed inizierà a condividere. Si tratta di un primo esperimento, che verrà replicato se avrà successo. Sono tutti professionisti molto affermati che si mettono in gioco.
Ne leggerete domani sul mio blog e forse su quello degli altri partecipanti. La settimana prossima se ne parlerà su Nova.
L'evento verrà documentato.
Stay tuned.
martedì, gennaio 09, 2007
lunedì, gennaio 08, 2007
Riassestamenti nel mercato televisivo
Nel momento in cui scrivo i siti dei grandi quotidiani, ancora non ne parlano. Mi chiedo se la notizia non sia ancora confermata o se sono ancora una volta in ritardo.
Stay tuned
domenica, gennaio 07, 2007
The one night brand
What amazes me is that, in spite of their behavior, these same brands still talk about customers "loving them" and "building a relationship." After all, if they really care, why do I only hear from them if things are wrong or of they want to sell me something new?
Life after sex
Ma questo non succede costantemente nel rapporto fornitori clienti?
Come mai la gran parte della comunicazione di impresa si concentra quasi esclusivamente nella fase di acquisizione del cliente?
Per usare la metafora, quasi tutte le strategie di fidelizzazione si propongono di ottenere dell'altro sesso (sorry, intendevo vendite) dai propri clienti.
Sono veramente pochissime le aziende che si prendono la cura di celebrare i momenti importanti nella relazione con i propri clienti e si addormentano proprio quando non lo dovrebbero fare, fino alla prossima volta,ma i clienti potrebbero decidere di cambiare partner.
venerdì, gennaio 05, 2007
Nuovi paradigmi per la comunicazione di impresa
Così come non mi piace (anche se continuo a farne uso) l'uso dei termini di origine militare nel marketing (colpire il target, aggredire il mercato, conquistare quote di mercato...) non amo i termini usati dalla pubblicità che afferiscono ad un modello seduttivo e persuasivo.
C'è ancora bisogno di persuadere i consumatori? Forse si, ma quanto questa situazione durerà ancora?
Tra i trends del 2007, l'Istituto Pfsk, prevede una crescita di ciò che viene definita Brand Abstinence
In their videos Simon, W and Adrian suggest that 2007 will see a shift in power from brands to consumers - to a place where brands will be tailored and responsible to consumer needs. We sense that this may very well happen but not just yet. We just don't think brands have it in them to change as fast as some consumers want. Some consumers will demand chemical free, sustainable, local, artisan, eco-consious, organic, considered products that are tailored for their life but big brands aren't going to provide them. Larger brands make money by selling their products in the millions and billions; in their eyes, ethical products remain niche and low volume.
It's only the continued demand for products like Prius and American Apparel tees and that will give large corporations the confidence to invest in eco-conscious areas. In response to this inertia by larger brands, some consumers will react by engaging in brand abstinence. When no healthy products are available, these consumers will ask questions like, "Why should I replace my phone so often? What will happen to my old one? Why upgrade my PC? Do I really need a faster machine made of plastic and metal just to surf the web?" They will wonder what their product purchase decisions will mean to the world around them.
Sembrano aumentare le persone che considerano il consumo anche come un "atto politico" e che scelgono le marche in grado di offrire non solo "prodotti sostenibili" ma anche "valori sostenibili".
E' evidente che questa tendenza oramai non più emergente, sta imponendo un ripensamento anche dei modelli di comunicazione di impresa.
Le aziende più sensibili sapranno cogliere i segnali che stanno provenendo dal mercato, mentre le altre cambieranno il loro atteggiamento nei confronti del mercato solo quando si accorgeranno che il loro approccio non funzionerà più, che la loro comunicazione non sarà più cosi efficace e se/quando le vendite dovessero cominciare a diminuire.