venerdì, settembre 30, 2005

Hypertasking 

Ne ho già scritto, è un trend che parte dai più giovani e si estende rapidamente. Si tratta del multitasking mediale, ovvero della capacità di fruire più media contemporaneamente.

Sono convinto che questa tendenza cambierà il modo in cui verranno progettati i formati pubblicitari di prossima generazione .

Si parla di Hypertasking, per saperne di più leggetevi questo articolo.

Rebranding 

via Giuseppe Mayer, un annuncio su Secondamano:

Ragazzo 28 anni,cerca lavoro serio, no marketing

Una conferenza per l'innovazione? 

C'è spazio in Italia per l'innovazione e per la sua divulgazione?

Se non c'è, qualcuno questo spazio lo vuole creare, progettando una conferenza tutta da inventare, sull'innovazione degli strumenti, dei contenuti e delle tecnologie per la rete. Questo è il wiki per chi desidera partecipare. E' tutto in progress a partire dal nome.

Zambardino è scettico, ma molti hanno già aderito. E' una bella sfida, sarò lieto di offrire il mio contributo.

Comunque vada, sarà sicuramente molto stimolante.

Clienti soddisfatti ma anche profittevoli 

Soddisfare i clienti è l'obiettivo di un'impresa orientata al cliente, ma non a discapito della profittabilità.

E' di fondamentale importanza per ogni azienda riuscire ad utilizzare le giuste metriche, come ci spiega questo articolo della Harvard Business School.

Il marketing della conoscenza 

Alcuni anni fa, quando ho iniziato ad occuparmi di comunicazione interattiva, mi sono imbattuto in un articolo di un consulente che denunciava il fatto di avere speso più di quarant'anni per sviluppare quella conoscenza in grado di renderlo competitivo sul mercato e che ora a causa di internet, questa conoscenza era a disposizione di tutti.

Non voglio certamente mettermi qui a disquisire sulla differenza tra informazione, dati, conoscenza, sapere, competenza, abilità, potrei anche restarne ingarbugliato. Quello che mi preme invece dire è che la condivisione delle proprie conoscenze sicuramente non può che fare bene al mercato e si ripercuote sempre positivamente sull'immagine di un consulente il cui business vive e si alimenta di "conoscenza".

Prendete Tom Peters, uno dei più affermati consulenti di management a livello internazionale. Troverete sul suo sito tutte le slides delle conferenze in cui è relatore. Questa pubblicazione non ha certamente mai avuto effetti negativi sul suo business di conferenziere e di autore di successo i cui libri continuano a vendersi bene, nonostante che gli stessi contenuti siano resi disponibili in rete.

E' evidente che quello che un consulente mette a disposizione è solo un'idea, un modello, una riflessione oppure una serie di case histories. E' vero che tutte queste idee vengono molto spesse "prese in prestito" anche senza alcuna citazione dell'autore, ma questo fa parte della vita.

Quando un consulente rende pubblico del materiale, ciò significa che lui sta già lavorando a nuovi modelli e nuove case histories.

Il mondo anglosassone è più aperto, non è vero che in Italia non ci sia cultura della tecnologia, del management e del marketing, solo che molti credono (erroneamente) che condividere le idee alimenti solo il plagio.

Tutte le volte che lavoro ad un progetto innovativo, non mi viene mai chiesto, quanto io realmente sappia di un determinato argomento, mi si chiede invece di trovare una soluzione creativa ad un problema. Ogni volta si riparte da zero, anche se con l'esperienza dei progetti passati.

Recentemente una nota azienda che organizza convegni, ha pubblicizzato una nuova edizione di una conferenza che avevo progettato e che aveva riscosso grande successo. Per risparmiare sui costi, questa società ha deciso di non coinvolgermi più. Alcune persone riconoscendo l'approccio al programma, mi hanno telefonato e chiesto come mai replicassi, sapendo bene che ogni mio progetto è solitamente irripetibile. Sono stato molto felice di apprendere che avevo creato uno stile riconoscibile e che il tentativo di imitazione era stato riconosciuto come tale.

Non bisogna avere paura di condividere il proprio sapere, l'unica salvaguardia è la capacità di crearsi un proprio stile, che forse non piacerà a tutti, ma che sicuramente ci renderà differenti.

giovedì, settembre 29, 2005

Marketing Usabile si rifà il look 

Marketing Usabile, ha sempre cercato di proporre nuovi spunti di riflessione, nuove idee sul marketing, ma anche l'occhio vuole la sua parte.

Grazie all'art direction di mia moglie Sharna e alla progettazione di Jason di Metaconceptions, utilizzando l'immagine di Bluesubstance, abbiamo cercato di non esagerare e di lasciare una grafica pulita e semplice. Ringrazio ovviamente Giuseppe Mayer per avermi suggerito il webdesigner.

Mi auguro che il nuovo look sia di vostro gradimento.

Il marketing del marketing 

Auguri IMlog 

500 post in poco più di un anno e mezzo, 2.210 commenti, più di 100.000 visite al mese, questi sono i risultati di IMlog, con cui ho il piacere di collaborare.

Auguri IMlog.

Promuovere la cultura del marketing integrato 

Visto che in Italia nel marketing e nella comunicazione si lavora ancora a compartimenti stagni, sia nelle agenzie di pubblicità, sia negli uffici marketing delle aziende. Visto che l'on line e l'off line sono ancora rigorosamente separati, raccomando molto caldamente la lettura di questo articolo di Dawn Anfuso, che ci propone 9 regole per promuovere la cultura dell'integrazione nella comunicazione di marketing.

Brand Loyal Rankings 

In attesa della pubblicazione della classifica di Brandweek per il 2005, possiamo osservare il Brand Loyal Rankings dell'anno scorso, che ci da un'indicazione delle società negli Stati Uniti i cui "consumatori" sono più fedeli.


Brand Loyal Rankings
(This year 2004/Brand/Last Year 2003

1. Google.com (2)
2. Avis (1)
3. Verizon Long Distance (4)
4. KeySpan Energy (9)
5. Samsung Mobile Phone (7)
6. Hyatt Hotels (19)
7. Sprint Long Distance (3)
8. Canon Office Copier (8)
9. Yahoo.com (14)
10. Miller Genuine Draft (5)
11. Ritz-Carlton Hotels (17)
12. PSE&G (15)
13. Amazon.com (12)
14. Marriott Hotels (13)
15. Swissotel (NR)
16. Discover Card (27)
17. Diet Pepsi (31)
18. Budweiser (16)
19. Motorola Mobile Phone (10)
20. Coors (NR)
21. Netscape.com (59)
22. Sony Ericsson Mobile Phone (93)
23. Capital One Credit Card (29)
24. L. L. Bean Catalogue (20)
25. Wal-Mart (33)
26. Skechers (NR)
27. New Balance Athletic Shoe (22)
28. Miller Lite (87)
29. Starbucks (6)
30. Radisson (48)
31. BP Gasoline (79)
32. Inter-Continental Hotels (NR)
33. Sears Catalogue (30)
34. Verizon Wireless (37)
35. Schwab.com (26)
36. Diet Coke (47)
37. Mobil Gasoline (25)
38. T-Mobile Wireless (76)
39. Bell South Long Distance (28)
40. Adidas Athletic Shoe (23)
41. ETrade.com (42)
42. J. Crew Catalogue (54)
43. FedEx (50)
44. Westin Hotels (73)
45. Excite.com (35)
46. Hilton Hotels (36)
47. HotBot.com (34)
48. Sanyo Mobile Phone (NR)
49. MSN.com (38)
50. AltaVista.com (51)
51. AT&T Long Distance (24)
52. Spring PCS Wireless (60)
53. Pepsi (61)
54. Target (62)
55. Jet Blue Airways (67)
56. Bud Light (32)
57. Sears Store (40)
58. Sheraton Hotels (46)
59. Land's End Catalogue (55)
60. Hampton Inn Hotels (NR)
61. Nokia Mobile Phone (11)
62. MCI Long Distance (83)
63. Holiday Inn Hotels (NR)
64. Ameritrade.com (104)
65. Best Western Hotels (NR)
66. Lycos.com (39)
67. Wyndham Hotels (68)
68. Xerox Office Copier (82)
69. Today (NBC) (56)
70. NFL (70)
71. MLB (58)
72. AOL.com (88)
73. Fox & Friends (Fox News Channel) (NR)
74. Southwest Airlines (64)
75. Exxon Gasoline (43)
76. DHL/Airborne Express (45)
77. BarnesandNoble.com (152)
78. AskJeeves.com (113)
79. Embassy Suites (86)
80. Nextel Mobile Phone (148)
81. SBC Long Distance (21)
82. TDWaterhouse.com (49)
83. Apple Computers (66)
84. Budget Rent A Car (71)
85. Subway (91)
86. Coors Light (81)
87. Texaco Gasoline (18)
88. Poland Spring (NR)
89. Chevron Gasoline (44)
90. J.C. Penney (75)
91. Expedia.com (85)
92. Fidelity.com (65)
93. Qwest Long Distance (41)
94. Visa Card (100)
95. UPS (127)
96. Aquafina (NR)
97. Gateway Computers (53)
98. Hertz (84)
99. Amstel Light (97)
100. Amoco Gasoline (101)
101. Nike (94)
102. Ramada Hotels (NR)
103. T. Rowe Price Mutual Fund (74)
104. Cingular Wireless (107)
105. Con Edison (57)
106. Enterprise Rent-A-Car (90)
107. Nextel Wireless (134)
108. Delta Air Lines (72)
109. American Morning (CNN) (63)
110. Arrowhead (NR)
111. Dell Computers (69)
112. Fleet Bank (157)
113. NBA (98)
114. New York Life Insurance (139)
115. Pizza Hut (105)
116. National Discount Brokers (102)
117. MerrillLynch.com (95)
118. NEC (NR)
119. Panasonic Mobile Phone (124)
120. Fidelity (96)
121. Dasani (NR)
122. Papa John's (118)
123. CDNow.com (153)
124. Datek.com (77)
125. Siemens Mobile Phone (52)
126. IBM Computers (110)
127. Best Buy (154)
128. Reebok Fitness Shoes (103)
129. Sunoco Gasoline (121)
130. Wendy's (115)
131. Wachovia Bank (89)
132. Good Morning America (ABC) (120)
133. Buy.com (142)
134. Corona (132)
135. CheapTickets.com (NR)
136. HP Computers (92)
137. PNC Bank (NR)
138. Shell Gasoline (119)
139. Dunkin' Donuts (109)
140. Coca-Cola (129)
141. Citibank (112)
142. Early Show (CBS) (151)
143. AT&T Wireless (99)
144. Travelocity.com (138)
145. Bank of New York (158)
146. Bank of America (NR)
147. Continental Airlines (114)
148. CSFB.com (125)
149. Toshiba Computers (NR)
150. JP Morgan Chase Bank (106)
151. Krispy Kreme Doughnuts (117)
152. American Express Credit Card (135)
153. Deer Park (NR)
154. Sony Vaio (111)
155. Fodors.com (128)
156. Domino's Pizza (122)
157. Compaq Computers (80)
158. KFC (116)
159. Little Caesars (140)
160. Putnam (126)
161. Burger King (136)
162. Vanguard Mutual Fund (78)
163. United Air Lines (137)
164. Evian (NR)
165. Heineken (155)
166. Minolta Office Copier (159)
167. Travelers Insurance (144)
168. McDonald's (141)
169. National Car Rental (145)
170. Sharp Office Copier (169)
171. Hotels.com (147)
172. Janus Mutual Fund (123)
173. Ricoh Office Copier (164)
174. Godfather's (130)
175. Roundtable Pizza (131)
176. MetLife Insurance (162)
177. First USA (NR)
178. Fila (172)
179. Arby's (161)
180. American Airlines (143)
181. USPS Parcel Delivery (156)
182. Prudential Insurance (163)
183. Dollar Rent A Car (167)
184. Bank One (NR)
185. Hardee's (165)
186. Mountain Dew (168)
187. PriceLine.com (160)
188. Chuck E. Cheese Pizza (146)
189. MasterCard (150)
190. US Airways (166)
191. Aetna Insurance (174)
192. 7 Up (170)
193. Dr Pepper (176)
194. Alamo Rent-a-Car (178)
195. Jack in the Box Restaurant (171)
196. Taco Bell (173)
197. The Hartford Insurance (175)
198. Beck's (179)
199. White Castle (177)
200. NHL (180)
201. Diet 7 Up (108)
202. Kmart (182)
203. Diet Dr Pepper (133)

mercoledì, settembre 28, 2005

Un nuovo framework per la pubblicità 

Parlando con colleghi oltreoceano è emerso che una delle sfide più importanti su cui la pubblicità dovrà confrontarsi nei prossimi anni è quello che alcuni hanno già definito AADD Advertising Attention Deficit Disorder, ovvero la difficoltà a recepire un messaggio pubblicitario a causa dell'eccessivo affollamento.

Una delle tendenze non solo giovanili è quella della fruizione contemporanea di più media. Molti genitori non riescono a comprendere come il proprio figlio possa guardare la televisione, studiare, inviare un sms allo stesso tempo.

Alcuni pubblicitari non si sono ancora resi conto, che i modelli di fruizione dei contenuti è profondamente cambiato e che anche la pubblicità dovrà adeguarsi.

Misurare la pubblicità on line 

Sui problemi della misurazione della pubblicità on line e sulla polemica del clickthrough, non voglio entrarci più. Chi mi conosce dai tempi di Web Marketing Tools sa come la penso.

Una motivazione importante per cui la pubblicità on line non decolla come dovrebbe è la scarsa cultura sulle metriche di misurazione. Quante sono in Italia le persone in grado di misurare correttamente una campagna di web advertising?

Anche per la pubblicità sui motori di ricerca (vale ovviamente anche per il search engine marketing) non contano solo i click ed il ranking ottenuto, ma i motori di ricerca hanno anche la loro efficacia per strategie di branding. Non per nulla molte società di search engine marketing offrono anche servizi di persuasive copywriting.

E' proprio notizia di oggi che Yahoo sta testando nuove metriche di branding per la propria pubblicità.

Come ho già scritto ieri, se le concessionarie di pubblicità trovassero migliori argomentazioni di vendita e offrissero più corretti sistemi di misurazione, gli inserzionisti pubblicitari valuterebbero con maggior favore il web advertising.

Non è mai troppo presto 

E' molto triste dover combattere contro i mulini a vento. Leggo sul numero 31 di Pubblicità Italia, una cosa che già sapevo, i centri media non temono il DVR, tanto non arriverà tanto presto e non cambiera nulla.

Negli Stati Uniti, le imprese leader nel marketing come Procter & Gamble, Ford e American Express, già da quest'anno hanno deciso di ridurre i loro investimenti pubblicitari sulla televisione per riversarli su media più relazionali come internet. Si moltiplicano giorno dopo giorno i convegni internazionali, gli articoli che cercano di indagare sui cambiamenti in atto nel panorama della comunicazione mentre qui non succede nulla. Apatia totale.

Negli ultimi quattro anni mi sono dedicato a studiare e progettare nuovi formati pubblicitari per le tv digitali, per l'ambient advertising, per il web e a cercare di comprendere come blog, rss, podcasts, e i contenuti creati dagli utenti potranno impattare sul marketing delle imprese. Ho anche scritto a più riprese che ritengo assolutamente inconcepibile che in Italia non si faccia ricerca sui nuovi modelli di comunicazione.

Oramai agenzie di pubblicità e centri media non fanno più innovazione, aspettano sempre l'ultimo momento. Per questa ragione non ci sono grandi progetti su internet. Le aziende invece, quelle più innovative sono interessate al nuovo e se non troveranno interlocutori sulla loro lunghezza d'onda faranno da sole.

Per una volta sono assolutamente certo di una cosa. Esiste un tempo per l'innovazione (time to market), ma esiste anche un tempo per studiare, analizzare ed essere protagonisti del cambiamento, per quello non è mai troppo presto.

Lo smart leader 

  • Smart leaders understand the impact market evolution is having, both on the marketer and the role and scope of marketing within the organization. They understand that to drive customer delight over the next decade the entire organization must be rallied. They recognize that marketing is likely to lead this charge, and seek to position the department and individuals accordingly.

  • Smart leaders know how to translate the plight of the marketer and the marketing organization to senior executives. They engage other leaders to break bottlenecks and improve the operational environment and business culture. They are advocates for accountability, effective process, standards and methodologies that help things run smoothly.

  • Smart leaders don't treat talent like a commodity. They recognize the skill sets of each individual and put them to work accordingly. They appreciate the contribution of creative, visionary, strategic thinkers and balance this vision with analytic thinkers who bring fact-based analysis to the table. They know when to stretch individuals beyond comfort zones—and when to acquire new talent. They appreciate the power of outsourcing and use it effectively to speed results, increase manpower and augment skill sets as necessary.

  • Smart leaders know the value of investing to retain good people. They work actively to attract, engage and retain people with the skills to get things done. They allocate dollars and time to ensure that training, education and knowledge sharing occur to expand team competencies and keep minds sharp. They implement performance-based incentive programs to ensure that results are rewarded and effort is recognized. They recognize the difference between everyday accomplishments and superhuman feats. They use real and emotional capital to reward performers individually in the ways that matter most.

  • Smart leaders understand that working smarter is more important than working harder. They understand that marketers must work with their heads more than they work with their bodies (going to meetings, taking notes, pushing reports). They know the difference between an effective workday and a long workday, and engrain within each employee a focus on working efficiently and accountably.

  • Smart leaders listen. They tune in to what people say and what remains unsaid. They consider individual, team and general morale. They know how to tap into an undercurrent of pessimism and infuse it with hope, relief, advocacy and understanding. They understand that the majority of problems that have an effect on marketing come from outside the marketing department, and respond as sympathetic and fierce advocates.
Leggete l'intero articolo di Leigh Duncan

martedì, settembre 27, 2005

Comprendere la pubblicità on line 



In tutto il mondo la pubblicità on line sta decollando, in Italia gli investimenti sul web rappresentano una frazione ancora troppo piccola del totale speso in comunicazione.

Lo IAB ITALIA sta facendo un lavoro straordinario di divulgazione della cultura della pubblicità on line, peccato che continui ad insistere su proposizioni a mio parere errate.

Sono anni che lo ripeto:

"l'awareness lo fa la televisione, mentre internet è un ambiente più adatto a formare le preferenze di acquisto."

Layla, ti prego, basta parlare di brand awareness, è assolutamente controproducente.

L'internet advertising funziona ma è proposta male alle aziende italiane. Cambiate gli argomenti, modificate i criteri con cui selezionate le case histories.

Se non siete convinti almeno spero crediate a loro.

Si declinano ancora le campagne? 

In un futuro molto prossimo, sarà necessario imparare a progettare video pubblicitari specifici per i diversi device che verranno utilizzati e che hanno dimensioni differenti.

Sarà anche importante saper lavorare su formati di varia lunghezza, 5 secondi, 15 secondi, 30 secondi, 60 secondi, 90 secondi, 120 secondi, 180 secondi e 3 minuti.

Al Googleplex si stanno già facendo prove tecniche di trasmissione. Meno male che il termine "declinazione della campagna di comunicazione" viene utilizzato sempre meno in pubblicità.

La grande sfida dei nuovi linguaggi 


C'è qualche agenzia tradizionale o web che vuole accogliere la sfida e lavorare sulla sperimentazione sui nuovi linguaggi per la comunicazione digitale per qualche impresa innovativa?

Fino adesso non si sono visti grandi progetti in rete, non sarebbe l'0ra di proporre alle aziende qualcosa di nuovo?

Crisi dell'email marketing? 

Ho sempre avuto molti dubbi sull'e-mail marketing come strumento di acquisizione clienti, ritengo da sempre che funzioni molto di più in ottica di fidelizzazione e che sia alla lunga molto più conveniente costruirsi da se il proprio database che acquistare liste di dem profilate.

Non mi meraviglia leggere da [mini]marketing che "secondo il DoubleClick's quarterly e-mail marketing report riferito al secondo trimestre del 2005, la percentuale di apertura di e-mail promozionali o pubblicitarie sarebbe scesa al 27,5%".

Ritengo questo numero medio legato alla redemption, ancora degno di rispetto, ma ho la sensazione che nel lungo periodo l'efficacia dell'e-mail marketing sia destinata a scendere ulteriormente.

Preferisco di gran lunga utilizzare i nuovi modelli di engagement marketing, rigorosamente permission based.

Ritengo troppo poco flessibili i criteri con cui sono costruite oggi le liste opt in e le profilazioni delle newsletter

Ricordiamoci che chi si iscrive ad una qualsiasi lista ci da un permesso che può:

  1. essere sospeso
  2. essere revocato
  3. avere una validità temporale limitata
  4. essere spostato ad altre aree di interesse

Il business del business 

Con questo intrigante titolo, Mc Kinsey Quarterly, la newsletter della prestigiosa società di consulenza, affronta in un interessante articolo, il tema degli aspetti sociali nel business.
(Potrebbe essere necessaria una registrazione).

Buona lettura

lunedì, settembre 26, 2005

Grazie a voi tutti 

Scrivo questo post solo per ringraziarvi di avere fatto crescere Marketing Usabile così tanto, mai avrei pensato di raggiungere questi numeri in così poco tempo, senza alcuna promozione.

Visto che non ho ansie da prestazione, non mi interessa divulgare il traffico di questo blog, nonostante non sia un segreto :) quelli più smart di voi sapranno dove andare per trovare i dati :)

Dato che l'argomento di questo blog è molto specifico, il numero dei contatti netti non è assolutamente rilevante.

Sono felice che mediamente oltre il 40% dei visitatori sia fedele e che solo oggi, il 25% delle persone si sia qui soffermata per oltre un ora. Sono ovviamente esclusi gli spider :)

Che dire, solo grazie a tutti.

Etica e profitto sono in contrasto? 

Sono in contrasto etica e profitto? Sul tema suggerisco una serie di letture e propongo alcuni link:

Lee Godden
Principled Profit
American Marketing Association
Coursework.info

Apriti Ferrero, la gente ti ama. 

Via Tech'n roll, segnalo la mobilitazione in rete di aficionados della Ferrero, che contestano il cambiamento del look del packaging di un prodotto mito come Kinder.

Con la web agency con cui ho collaborato, ho partecipato alcuni anni fa alla riunione con il board di Ferrero, che avrebbe poi portato alla loro decisione di entrare (con grande successo) nel mondo digitale.

Se la Ferrero si aprisse di più si accorgerebbe che questa grande "icona dell'industria italiana" è profondamente amata dai propri consumatori.

La Ferrero, attraverso i suoi prodotti fa parte, a pieno titolo, della vita di tante persone. Alcune di esse richiedono a gran voce di poter far parte anche della vita e delle scelte della loro marca preferita.

Entrare in rete per un grande marchio come Ferrero, significa condividere i propri valori e questo offre grandi opportunità in termini di comunicazione, ma anche certe responsabilità.

Mettersi in gioco è sempre un rischio, ma credo che ne valga la pena. Se non ci credete provate ad esempio a digitare su un motore di ricerca le parole chiave "nutella + amore"

domenica, settembre 25, 2005

Il futuro dei contenuti creati dagli utenti 

E' innegabile che i contenuti creati dagli utenti come blog, podcast, forum fotoblog, wikis ecc, siano un fenomeno in grande crescita. Molte agenzie di pubblicità e di marketing tendono a sottovalutare il fenomeno.

Henry Copeland, ritiene il termine consumer generated content un ossimoro e lo spiega bene in un interessante articolo. Personalmente continuerò ad utilizzare il termine user generated content perché al momento è quello, a mio giudizio, più preciso.

Sta per uscire un libro di Michele Mezza che affronta proprio l'argomento; si intitola "Media senza Mediatori", verrà presentato all'IBTS, giovedì 20 ottobre. Lo leggerò con grande attenzione.

Ha ragione Michele quando afferma che molti broadcaster non sono consapevoli della grande rivoluzione in atto nel mondo dell'informazione e della comunicazione.

Cromoterapia domenicale 

sabato, settembre 24, 2005

Definire il marketing digitale 

Abbiate pazienza, il tipografo è un professionista estremamente importante per chi fa pubblicità. La qualità della stampa è migliorata notevolmente e contribuisce senza alcun dubbio a valorizzare una brochure, un depliant o un cartellone pubblicitario.

Il tipografo fa parte a pieno titolo del grande mondo della comunicazione, ma sarebbe molto improprio identificare il ruolo di comunicatore con lo stampatore.

Provate a fare una ricerca con le parole chiave, web marketing, servizi di web marketing, marketing digitale, agenzie di web marketing, vogliamo scommettere che nella maggior parte dei casi troverete agenzie che si occupano di posizionamento nei motori di ricerca? Ebbene quella del Search Engine Marketer è una professione estremamente importante nel panorama del marketing digitale, ma identificare tout court chi si occupa della promozione dei siti web con il marketing digitale, sarebbe come considerare lo stampatore l'archetipo del comunicatore.

E' un grave errore, a mio modesto giudizio, fare confusione tra le strategie e gli strumenti. Sia chiaro, l'implementazione è un elemento fondamentale di ogni strategia, ma il punto di partenza è sempre una corretta definizione degli obiettivi.

Parliamo impropriamente, solo per comodità di marketing digitale, lo faccio anche io, in un futuro, spero prossimo, esisterà un solo Marketing che si occuperà tra le altre cose anche di integrare armonicamente tutte le azioni su tutti i mezzi tradizionali e interattivi. Quel giorno spero non ci siano più divisioni nelle agenzie e negli organigrammi delle imprese committenti, tra chi si occupa di offline e chi on line e si ritornerà di nuovo insieme.

E' arrivato il DVR 

Sono più di quattro anni che preannuncio l'arrivo del Digital Video Recorder, prospettando i grandi cambiamenti che ci saranno a breve nel mondo della pubblicità, ne scrivo qui, qui e qui

Il Dvr è finalmente arrivato in Italia, introdotto da Sky Italia, con il servizio mySky, ne scrivo su Imlog.

E' ora di cominciare a lavorare seriamente sui nuovi modelli di pubblicità, sono anni che cerco di parlarne alle agenzie pubblicitarie ed ai centri media, ma sembra che questo a loro non interessi.

E' meglio che si diano una mossa, prima che i cambiamenti nel mondo della televisione colga il mondo della pubblicità impreparato.

venerdì, settembre 23, 2005

Brand the experience 

Per sfuggire alla guerra dei prezzi le imprese dovrebbero progettare per i propri clienti delle esperienze con la marca memorabili.

Non è questa la cosa più difficile da fare, il vero problema è evitare che le esperienze che si creano per i propri clienti diventino delle commodities a cui ci si abitua, come il cioccolatino della buona notte negli hotel. La banalizzazione delle esperienze, aggiunge solo costi senza creare vantaggi. La seconda volta che trovate il disegno di un cuore nel vostro cappuccino, l'esperienza risulta "invecchiata".

Occorre lavorare sulla ingegnerizzazione delle esperienze, in modo che esse possano essere realmente utilizzate come leva strategica di marketing.

Sto attualmente lavorando ad una serie di modelli esperienziali legati agli ambienti digitali. Ve ne parlerò più avanti.

Restate all'ascolto.

Quando la pubblicità non basta 

Il blog per acquisire nuovi clienti 

Ricevo una mail in cui mi si chiede la mia opinione sul fare blogging come strategia di acquisizione clienti, per una società di consulenza oppure per un'agenzia di marketing e comunicazione.

Non posso fare generalizzazioni, mi limito pertanto a portare la mia esperienza personale circoscritta alla realtà italiana.

Penso che il blog sia un eccellente strumento di relazioni pubbliche, per costruire credibilità, per diffondere nuove idee, per informare, per fare formazione, ma lo ritengo meno adatto come strumento di acquisizione clienti per una serie di ragioni:

  1. un business blog viene frequentato solitamente per ottenere informazioni di valore e non per ricevere promozioni di prodotto che trovano meglio spazio nel sito aziendale
  2. per sua natura, il blog attraverso gli aggiornamenti periodici, costruisce un appuntamento più o meno regolare tra il suo "tenutario" ed i suoi frequentatori, che lo rende più adatto per lo sviluppo di conversazioni
  3. molti blog tenuti da consulenti sono frequentati da una buona parte di lurker ovvero da fruitori passivi di informazione che non partecipano attivamente al dibattito, che spesso non si forma a causa di una mancanza di commenti ai post. Solitamente il numero dei commentori per questo tipo di blog, rappresenta una proporzione relativamente ridotta dell'audience totale.
Il Blog è comunque uno strumento efficace di relazioni di lungo periodo perché:
  1. Quando si presenta l'esigenza di ricercare competenze specifiche per alcuni progetti, il nome del consulente del blog che si frequenta più assiduamente, potrebbe più facilmente entrare nella "lista delle preferenze".
  2. L'essere noti all'interno di un determinato ambiente rende più facile l'attività di ricerca di new business.
Ritengo per questa serie di ragioni che il business blog, debba essere sempre considerato come uno strumento strategico e mai tattico. L'efficacia pertanto dovrebbe essere misurata in un arco temporale sufficientemente lungo. (Almeno un anno).

giovedì, settembre 22, 2005

Venditori di Fumo 

Noi siamo i partner della vostra azienda,
customizzeremo i prodotti e servizi sulla base delle vostre reali esigenze.
I nostri prezzi sono convenienti ed il nostro servizio clienti è eccellente.

Se una frase come questa è simile a quanto si può leggere sul vostro sito, cominciate a preoccuparvi e sarà bene che leggiate questo articolo.

Il marketing degli sciacalli 

Ci sono casi di sciacallaggio che squalificano chi se ne rende protagonista.

Non capisco come si possano comprare prodotti e servizi di imprese che cercano una visibilità a buon mercato attraverso la provocazione e sfruttando il dolore delle altre persone.

Casi come quelli citati da Federico Riva su Imlog, sono davvero vergognosi. Gli episodi di Jackal Marketing, sono purtroppo molto frequenti.

Il costo dell'infedeltà 

Molti studi hanno cercato di quantificare il costo dell'infedeltà di un cliente utilizzando concetti come il Life Time Value oppure il costo per il "negative referral" di chi sconsiglia vivamente un fornitore, avendo con esso avuto esperienze negative.

Raramente vengono conteggiati i comportamenti di rivalsa, unica arma a disposizione dei consumatori troppo spesso bistrattati. In certe circostanze non si ha la possibilità di cambiare fornitore senza dover subire grossi costi di transazione o senza evitare complicazioni burocratiche. Qui di seguito riporto una lista per nulla esaustiva di alcuni comportamenti provocati da clienti esasperati.

1) utilizzo smodato del call center per causare l'effetto irritazione fino a risoluzione del problema

2) prenotazione di più voli aerei in orari differenti non comunicando una disdetta quando si è deciso il volo da prendere.

3) ritardo intenzionale nel pagamento delle bollette delle utenze

4) scambi di carte fedeltà per ingannare il marketing del supermercato sotto casa ma dal cattivo servizio

5) risposte volutamente errate a survey o a ricerche di marketing

6) richiedere campioni gratuiti, cataloghi sapendo che non ci saranno mai acquisti successivi

7) acquisti opportunistici solo durante le promozioni

Come si sa le grandi società si attivano solitamente quando è troppo tardi sui clienti persi. Le politiche antichurn vengono raramente seguite.

Molto spesso i clienti profondamente insoddisfatti rimangono lo stesso fedeli per apatia, per costi troppo elevati di cambiamento o per una percezione che non avrebbero alcun beneficio dal cambiamento, perché i loro fornitori operano in una condizione di oligopolio in cui i comportamenti sono simili. (Linee aeree, società telefoniche ecc)

E' inutile progettare servizi web in ottica customer based, se dietro non vi è una vera cultura del servizio.

Le aziende dovrebbero capire che la fedeltà premia ma anche l'infedeltà ha un prezzo da pagare i cui costi sono per lo più occulti.

Regole del gioco chiare per tutti 

In questo luogo si parla di marketing e di comunicazione, è vero. Concedetemi però una piccola divagazione. Se denunciamo con fermezza, la pratica di una comunicazione urlata, inutile ed un marketing intrusivo, dobbiamo con altrettanta decisione parlare della sfera del pubblico.

Siamo in periodo elettorale e si sa un Comune come quello di Milano, non può aumentare le sue entrate, attraverso la richiesta di maggiori trasferimenti (gli verrebbero negati) o attraverso l'incremento di imposte locali (potrebbe ma l'amministrazione diverebbe impopolare e i riflessi sarebbero negativi anche sulla politica nazionale), allora cosa decide di fare?

La soluzione è la tassazione occulta, ovvero la politica delle contravvenzioni. A periodi più o meno regolari, vengono sguinzagliati su tutto il territorio cittadino, vigili e ausiliari del traffico che si mettono a controllare (a tappeto) le auto in sosta (quando una serie politica dei parcheggi è inesistente) o fermano in certe zone, quasi tutte le macchine che circolano per un controllo.

Il sospetto che si cerchi di aumentare forzosamente il numero di contravvenzioni per fare cassa, è alimentato dal fatto che questi controlli sono stranamente minuziosi. Oltre a quelli di normale routine, libretto, patente, assicurazione, cintura di sicurezza, si controlla improvvisamente, bollino blu, revisione, gomme, lampade fari e qualsiasi cosa che possa essere sfuggita all'automobilista incauto.

Sia chiaro, questo comportamento non è illegale o illegittimo, ma è l'ennesima prova della mancanza di trasparenza nella comunicazione e nelle politiche tra istituzioni, amministrazioni e cittadini. I vigili non dovrebbero fare azione punitiva, ma dissuasiva a meno che le istruzioni a loro impartite siano diverse. Che razza di messaggio viene dato dal "brand Comune di Milano"? Se avete bisogno di fondi perché non lo ammettete pubblicamente? Se invece questa è solo una percezione, perché questo alternarsi di fermezza e lassismo? Se l'azione di controllo è dovuta ad una politica di prevenzione del terrorismo, perché questo accanimento contro l'automobilista?

Le aziende dal marketing inquinante, perdono i clienti, le amministrazioni e le istituzioni dalle pratiche poco trasparenti, perdono le elezioni. Dicono che l'acquisto sia il voto dato alle aziende. Nel caso della politica, essendo il prelevamento forzoso, non rimane altro che il voto.

mercoledì, settembre 21, 2005

Conosciamo i nostri clienti? 

Talvolta, l'attività di ascolto dei propri clienti non è così difficile e costosa, come può apparire. Basta un minimo di volontà e ogni occasione è buona, come suggerisce questo articolo di Neil Davidson.

CRM, fidelizzazione e tante belle altre parole 

Lo dico per l'ultima volta, la bacchetta magica non ce l'ha nessuno. Acquistare un software o una piattaforma hardware non fidelizzerà alcun cliente, se non esiste una strategia a livello corporate volta a creare valore.

Ho anche avuto modo di scrivere che è inutile dare l'incarico ad un manager (coraggioso) di occuparsi di CRM, quando poi gli si legano le mani quando richiede dei cambiamenti organizzativi.

Perché spesso la fidelizzazione della clientela non passa da una migliore relazione con i propri dipendenti? Non è forse vero che dipendenti soddisfatti, rendono i clienti soddisfatti, che rendono i manager soddisfatti, che rendono gli azinionisti soddisfatti?

Come mai marketing manager e direttori delle risorse umane non vanno a cena insieme e discutono di questo articolo dell'Harvard Business School?

martedì, settembre 20, 2005

Programmi di ibridazione in corso 

Non c'è da meravigliarsi se in certe aziende non c'è innovazione. Molti imprenditori tendono ad assumere in prevalenza persone provenienti da certe università, che hanno quindi lo stesso background scolastico, hanno letto gli stessi libri e presumibilmente avuto le stesse esperienze.

L'innovazione viene molto spesso dall'ibridazione e dalla contaminazione.

Mi sento particolarmente ispirato in questo particolare momento, sarà che sto preparando contemporaneamente le lezioni per due corsi universitari ed un master, su argomenti abbastanza diversi: il marketing digitale b2b, la progettazione di contenuti per il turismo e l'analisi dei nuovi linguaggi per la progettazione dei formati pubblicitari interattivi per la televisione digitale terrestre.

Nel preparare alcune slides, ho ascoltato, Ryuichi Sachamoto, Astor Piazzolla, George Gershwin, The Who, Van Halen, Aretha Franklin, Led Zeppelin, Duke Ellington, Tommy Dorsey Band, Herbie Mann, Quincy Jones, Alabina e Lucio Battisti.

E' così difficile mettere in discussione i propri schemi mentali. Non posso che essere d'accordo con André Gide, che soleva dire che "le idee chiare e precise sono le più pericolose, perché non si osa più cambiarle.

La pubblicità del futuro 


Sarà proprio così la pubblicità del futuro?

lunedì, settembre 19, 2005

Comunicare con il cuore 

Ho già avuto modo di scrivere di non credere fino in fondo a certe campagne sociali. Alcune di esse odorano di strategie di pr e non mi appaiono del tutto sincere, ma le considero comunque favorevolmente.

Vi ricordate che alcuni anni fa alcuni noti brand, sono stati accusati di sfruttare il lavoro minorile nei Paesi del "Terzo Mondo"? Le diverse società coinvolte dai media (vedi Nike, Walt Disney ecc) hanno cercato in tutti i modi di distogliere dalla propria marca questo sospetto infamante.

La Reebok ha addirittura creato un Reebok Human Rights Award, che viene molto tenacemente promosso in rete. Come possiamo vedere l'idea è nata da una sollecitazione di Amnesty International. Il Comitato degli Advisor è di tutto rispetto.

Non ho nessuna ragione nel dubitare della buona fede di Reebok, ritengo l'iniziativa lodevole, ma se la confronto con la battaglia di Avon contro il tumore al seno, trovo (personalmente) quest'ultima, più densa di passione e molto più coinvolgente. Il progetto Avon Walk è a mio giudizio, coerente con i valori del brand fissati dal fondatore della società.

Ogni iniziativa di responsabilità sociale da parte del mondo delle imprese non può che essere benvenuta, qualunque sia la ragione che l'ha ispirata, ma quando un progetto è veramente sentito e vissuto con passione, si vede. La passione è contagiosa. Quando si comunica con il cuore, la gente si ferma ad ascoltare.

Update 1: In questo breve articolo Dita Sari spiega perché ha rifiutato anche se con rammarico il riconoscimento conferitole dal Reebok Human Rights Award.

Update 2: Il link che ho indicato relativamente al Reebok Human Rights Award, si apre solo utilizzando Explorer e non altri browser

Etica del blog 

Ho sempre voluto scrivere un pensiero sull'etica del blog, soprattutto quando un blog viene utilizzato strategicamente per il proprio business.

Ho trovato in rete un post, (non recente) di Rebecca Blood, che vorrei proporvi, visto che non avrei potuto scriverlo meglio. Lo trovate qui ed è un estratto di un libro non recentissimo che Rebecca ha scritto e che non conoscevo. Lo leggerò molto presto.

Le nuove forme di comunicazione pubblicitaria 

Se vogliamo parlare della trasformazione nel mondo della comunicazione, è possibile farlo più facilmente attraverso una metafora: il concerto.

Partecipare ad un concerto di musica classica, significa accettare delle regole precise di comportamento, sia da parte del direttore di orchestra, sia da parte del pubblico. L'abbigliamento è formale, l'esecuzione è rigorosamente legata allo spartito, la possibile partecipazione del pubblico è minima. Le doti richieste ad un grande direttore sono: autorevolezza, carisma, empatia con l'orchestra. Il rapporto tra direttore d'orchestra e pubblico non è sicuramente tra pari. James Crook infatti in un suo celebre aforisma descrive magistralmente il paradosso del direttore d'orchestra: "A man who wants to lead the orchestra must turn his back on the crowd"

Partecipare ad un concerto di musica rock significa non avere restrizioni nell'abbigliamento, poter commentare, muoversi liberamente, urlare, ballare, ma essere consapevoli che la performance artistica non è sempre allo stesso livello e che la qualità dell'acustica può non essere perfetta. Il rapporto tra rock band e pubblico è un rapporto tra pari, la band ascolta il proprio pubblico, canta con esso, improvvisa. Il concerto rock è un'esperienza interattiva, come descrive Jonathan Davies "The fans have been really incredible everywhere we've been. You want to make sure you put on the best concert of your life to show them how appreciative you are."

Nel futuro ci sarà spazio sia per i concerti di musica classica sia per quelli di musica rock, come ci saranno sia campagne di pubblicità tradizionale sia progetti di comunicazione alternativa. Se un direttore d'orchestra vorrà cimentarsi anche con il rock, sarà benvenuto, ma sappia che non potrà voltare le spalle al suo pubblico. Solo Miles Davis poteva farlo (non per nulla la sua musica non conosceva etichette o confini) .

sabato, settembre 17, 2005

Il futuro del marketing 

Quale è il marketing del futuro? Non pretenderete di trovare qui una risposta definitiva alla questione? I frequentatori di questo blog, sanno benissimo che qui si insiste per un marketing più a dimensione umana, più rispettoso delle persone, della loro privacy, dei loro desideri, bisogni ed esigenze. Si cerca di portare avanti l' istanza di un marketing meno intrusivo e più emozionale.

Sicuramente il marketing del futuro sarà più creativo, più diversificato e utilizzerà anche strumenti e logiche "non convenzionali". Per Ninja Marketing, che si propone di diffondere la cultura del marketing non tradizionale, il marketing alternativo sarà sempre più presente nelle strategie delle aziende innovative.
Sono d'accordo con loro, anche se penso che il marketing virale, il guerilla marketing, dovranno essere resi compatibili con i valori della marca che ne vuole usufruire, onde evitare disastri di immagine. Per capirne di più, ritengo valga la pena andare a curiosare al Future Marketing Award , la cui prima edizione si terrà ad Amburgo, il 6 e 7 ottobre. (Amburgo è una città splendida in cui ho lavorato per due anni, questa mi sembra una buona occasione per visitarla)

Update: mi scrivono i ragazzi di Ninja Marketing per precisare che trattasi di due iniziative separate. Per informazione sul Future Marketing Award, cliccate qui, per l'evento di Amburgo, invece qui

venerdì, settembre 16, 2005

Otto idee (errate) sul marketing 

1. Doing any marketing at all, is better than doing nothing
That's crazy. Marketing costs money. Unless the marketing is smart, on point and creates a substantial ROI, marketing is just a way to camouflage the act of throwing thousand dollar bills out the window.

2. Advertising and marketing are the same.
To hell, they are. Advertising means buying space or time to relay a message. It can be important to marketing or irrelevant, depending on the company and its goals. We told one of our retail clients to stop advertising and sales went up (that's unlikely to happen very often, sales rising when you stop advertising, but point made. Sales didn't decline.) Instead of throwing $250,000 out the window, the owner put the money in his pocket.

3. The best marketing presents a company and/or its products as beautiful or creative or sexy.
Who says? I'll tell you: the ego driven creators of beautiful/creative/sexy marketing. What they won't tell you is that they don't care a whit about ROI.

4. Great marketing is dreamed up by highly paid executives who make ads and brochures and websites and then let them loose in the marketplace.
Crazy. That's the way it is often done and that's another reason most marketing sucks. To achieve effective marketing, you must reverse engineer the process so that decisions about what the company needs to market successfully and how it should be created, are made at the point of sale and then traced back to the "geniuses" at HQ. Only a sales person can really tell you what he/she needs to make a sale. Start there!

5. Salespeople aren't really part of the marketing process.
Nonsense. They are the centerpieces—the big enchiladas. Yes, there is a difference between selling and marketing, but if the marketing process leads to a sales team empowered to close, and the salespeople are schmoozers not closers, sales will be few and far between. Thousand dollar bills out the window! Thousand dollar bills out the window!

6. With the right training, you can turn non-closers into closers.
Forgetaboutit! You can't train non-salespeople to sell and you can't stop salespeople from selling. Find the latter and pay them well.

7. Great marketing agencies are the ones who win lots of awards. So choose them.
Okay, if you want to borrow awards to place on your mantel. But if you want sales to grow, go for the award-less agencies that live by the credo: the best marketing is the product of the least expense that results in the highest ROI. (My marketing firm, MSCO (www.msco.com), has won a few awards, I am embarrassed to say. The only one I am proud of, we received from Forbes for creating an ad that motivated more readers to act than any other ad. (Now we don't enter any award contests.)

8. Good marketing is based on rules.
You should spend x percent of your revenues on marketing. Great direct mail generates an x percent response rate. Hogwash to it all. Every company, every time in history, every product/service/every goal is different: so how can there be universal rules. And if you are told that the best return you can get on direct mail is 1 percent, don't use direct mail. Or seek to generate 10 percent! Rules are for schools. Results are for businesspeople! Great marketing, inspired marketing, can be the most powerful force in growing companies large and small. The great marketers - Bill Gates, Mary Kaye, Tom Watson, Ray Krock, Sam Walton - avoided the myths, avoided marketing that sucks and drove their companies to the mount. You can do the same.

Blog usabile :) 

Quando ho deciso di aprire questo blog, ho cercato di seguire alcune linee guida: massima semplicità nel lay out, grafica minimale (il lavoro non è ancora cominciato, visto che è una grafica standard), contenuti aggiornati frequentemente e spero per voi utili.

Quali sono i vostri suggerimenti per migliorare i contenuti di questo blog? Quali sono gli argomenti di maggior interesse? Quali invece quelli più noiosi? Mi piacerebbe avere un riscontro dai frequentatori di Marketing Usabile, che sono cresciuti moltissimo. A tutti voi grazie.

Visto che la maggior parte di voi fa già parte a pieno titolo della blogosfera, suggerisco a tutti voi e soprattutto a me stesso, la lettura di questo articolo, che cerca di dare una risposta ad una domanda molto importante: Come rendere il nostro blog più user friendly? Voi cosa ne pensate?

Le due anime del comunicatore digitale 

Due sono le anime del comunicatore digitale.

Una prima è logica, e permette di analizzare scientificamente le esigenze della propria clientela, studiare i percorsi di navigazione, cercando di aumentare il valore nella qualità delle informazioni erogate, per aiutare e supportare il processo decisionale dei propri clienti attuali e potenziali. Aiuta ad eliminare gli orpelli e gli inutili effetti speciali, privilegiando l'implementazione di procedure per analizzare i percorsi di navigazione, gli exit point e per riprogettare l'architettura dell'informazione sulla base dell'esperienza degli utenti.

La seconda è empatica è permette di immedesimarsi nei desideri anche emozionali dei propri pubblici, per costruire degli ambienti accoglienti dove le persone desiderino andare e ritornare e consente di favorire in modo naturale l'interazione evitando ogni forzatura.

giovedì, settembre 15, 2005

Pubblicità: il punto di saturazione 

D) Cosa succede quando un aereo ha sbalzi di pressione o quando deve ammarare?

R) Che ne so io? Non mi ricordo quello che le hostess ti raccontano ogni volta, prima di decollare, l'ho sentito così tante volte che ora non ci faccio più caso.

D) E se ti trovassi nella condizione che ti dovesse servire?

R) Beh sarebbe un problema, sai è come la pubblicità in televisione, una volta raggiunto un punto di saturazione, non funziona più.

Corporate Blogging 

Segnalo il post di Enrico Bianchessi via IMlog sul Corporate Blogging, visto che è qui è stato l'argomento del giorno.

Misurare l'efficacia di un blog 

Il blog può essere utilizzato come strumento di marketing se inserito in una strategia generale di comunicazione. E' indispensabile soprattutto identificare gli obiettivi specifici che ci si propone di raggiungere con il proprio blog. Solo identificando accuratamente gli obiettivi è possibile determinare i criteri di misurazione di efficacia. Ovviamente è possibile creare un proprio blog, o sponsorizzare blog di contenuti di interesse per i pubblici che vogliamo raggiungere.

Robin Good, propone alcuni indicatori per misurare la popolarità del proprio blog e suggerisce una serie di strategie per aumentare il proprio traffico. Kathy E. Gill ci offre una visione più ampia relativa all'impatto che la propria partecipazione alla blogsfera può avere sull'opinione pubblica (ne suggerisco la lettura del saggio, anche se credo che l'analisi dell'autrice difficilmente possa essere applicabile alle peculiarità della realtà italiana).

Le problematiche riguardanti la misurazione dell'efficacia, a mio parere riguardano due ordini di elementi:
  1. l'oggetto della misurazione (che cosa andiamo a misurare)
  2. gli strumenti di misurazione
Per brevità vorrei affrontare il primo punto, perché sul secondo le opinioni sono ancora molto discordanti e sull'argomento (oggetto della misurazione) vorrei fare alcune considerazioni:
  1. il traffico non dovrebbe mai essere un obiettivo finale; con alcune procedure di search engine optimization è possibile aumentare notevolmente il numero di utenti raggiunti attraverso il proprio blog , ma a che scopo?
  2. La blogosfera è un ambiente estremamente competitivo, non è particolarmente difficile ottenere attenzione, molto più complesso è la fidelizzazione dei propri pubblici. I visitatori più raffinati dei blog fanno molto spesso uso di feedreader che permettono di fruire anche centinaia di blog. Un titolo particolarmente ben scelto di un vostro post, vi potrà portare più visitatori, ma se il contenuto non è rilevante, la visita sarà brevissima. Se avete un buon programma di statistiche (solitamente disponibile gratuitamente), potrete verificare tempi di permanenza, percorsi di navigazione, visite ricorrenti, metriche molto più significative rispetto alle attività di page load e al conteggio del numero dei visitatori
  3. Il numero di commenti non è un parametro significativo, perché la natura dei contenuti, la caratteristica dei visitatori, i linguaggi utilizzati, possono modificare notevolmente la quantità delle interazioni, mentre quello che è più importante e la qualità.
  4. E' possibile determinare una serie di parametri di conversione (citazioni sulla stampa, referral, numero di contatti, lead generation, fino alle vendite ecc)
In generale possiamo affermare che più è precisa la determinazione degli obiettivi e più facile sarà l'individuazione delle metriche di efficacia, che non possono assolutamente essere generali, ma specifiche secondo le differenti esigenze.
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