lunedì, settembre 19, 2005

Comunicare con il cuore 

Ho già avuto modo di scrivere di non credere fino in fondo a certe campagne sociali. Alcune di esse odorano di strategie di pr e non mi appaiono del tutto sincere, ma le considero comunque favorevolmente.

Vi ricordate che alcuni anni fa alcuni noti brand, sono stati accusati di sfruttare il lavoro minorile nei Paesi del "Terzo Mondo"? Le diverse società coinvolte dai media (vedi Nike, Walt Disney ecc) hanno cercato in tutti i modi di distogliere dalla propria marca questo sospetto infamante.

La Reebok ha addirittura creato un Reebok Human Rights Award, che viene molto tenacemente promosso in rete. Come possiamo vedere l'idea è nata da una sollecitazione di Amnesty International. Il Comitato degli Advisor è di tutto rispetto.

Non ho nessuna ragione nel dubitare della buona fede di Reebok, ritengo l'iniziativa lodevole, ma se la confronto con la battaglia di Avon contro il tumore al seno, trovo (personalmente) quest'ultima, più densa di passione e molto più coinvolgente. Il progetto Avon Walk è a mio giudizio, coerente con i valori del brand fissati dal fondatore della società.

Ogni iniziativa di responsabilità sociale da parte del mondo delle imprese non può che essere benvenuta, qualunque sia la ragione che l'ha ispirata, ma quando un progetto è veramente sentito e vissuto con passione, si vede. La passione è contagiosa. Quando si comunica con il cuore, la gente si ferma ad ascoltare.

Update 1: In questo breve articolo Dita Sari spiega perché ha rifiutato anche se con rammarico il riconoscimento conferitole dal Reebok Human Rights Award.

Update 2: Il link che ho indicato relativamente al Reebok Human Rights Award, si apre solo utilizzando Explorer e non altri browser
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