Mi ero ripromesso di fare una cronaca dal
Miptv, ma ho la necessità di metabolizzare l'enorme quantità di imput che devono sedimentare. Al mio rientro da Cannes, quando avrò riordinato le idee e messo insieme i diversi spunti, scriverò qualche riflessione sulle principali tendenze emerse.
Senza ombra di dubbio, tra gli eventi più importanti che stanno caratterizzando questa edizione del Miptv, c'è il lancio internazionale di
Babelgum, un progetto visionario che insieme a quello di
Joost, rappresenta la migliore commistione tra il mondo tradizionale della televisione e quello innovativo di internet.
I due progetti che hanno molti punti in comune, si propongono di creare un mainframe tecnologico che permetta di unire l'esperienza di fruzione e l'impatto della televisione tradizionale con le possibilità di elimimare le ridigità dei palinsesti sfruttando tutte le opportunità di targetizzazione offerte da internet.
Joost e
Babelgum utilizzano entrambe una piattaforma peer to peer che permette un'efficiente distribuzione dei contenuti anche su larga scala.
Silvio Scaglia nel corso della cena che ha organizzato per illustrare la strategia di Babelgum ha confermato il suo posizionamento come abilitatore tecnologico volto a permettere a content provider di poter distribuire i propri contenuti a livello internazionale in una piattaforma aperta, flessibile ma al contempo sicura.
Il peer to peer streaming è concettualmente diverso dal peer to peer downloading, infatti tutti i contenuti su Babelgum non possono essere scaricati.
Punto di forza del progetto è la possibilità da parte degli utenti di creare palinsesti personalizzati, playlist, inserire commenti, mentre per i content provider si crea un nuovo possibile mercato per potere distribuire le proprie libraries o contenuti troppo vecchi, troppo nuovi o che hanno un target troppo limitato per trovare una distribuzione nei mercati tradizionali.
La piattaforma consente ai content provider di fare un upload diretto dei propri contenuti. Babelgum non intende esercitare un controllo editoriale, ma si riserva il diritto di eliminare tutti quei contenuti che si dovesero rivelare non adatti ad un pubblico generalista.
I modelli di business di Babelgum non sono ancora chiaramente definiti, la priorità è quella di acquisire un numero sufficiente di contenuti da rendere il progetto appettibile e al contempo di testare la piattaforma.
Ai content provider viene offerto attualmente un minimo garantito, mentre veri e propri accordi di revenue sharing e l'inserimento di advertising funded contents, verranno presi in esame a partire dai primi mesi del 2008.
Babelgum ha aperto il suo quartiere generale a Dublino e ha attualmente uffici in Inghilterra, in Italia, in Francia e negli Stati Uniti. I 30 dipendenti attuali passeranno a 150 già alla fine del 2007.
Durante la cena,
Spike Lee ha presentato un suo cortometraggio che gli era stato commissionato dall'Unicef e di cui lui ha riacquistato i diritti di distribuzione. L'accordo di collaborazione con Babelgum prevede la distribuzione per tre mesi di una serie di contenuti prodotti dal regista americano. Il senso della presenza di Spike Lee come mi ha spiegato Erik Lumer, CEO di Babelgum è quello di testimoniare come Babelgum possa veicolare contenuti di autore e di interesse per grandi segmenti di pubblico oggi non disponibili.
Babelgum ospiterà due tipologie di contenuti, quelli cosidetti
professionali e quelli
user generated content.
Un tale modello di distribuzione ha la necessità di essere supportato da nuove forme di advertising ed è questo dal mio punto di vista il lato dolente, perchè la maggior parte delle agenzie di comunicazione non sono pronte e sicuramente brand innovativi come
Apple, Nike, Benetton, Coca Cola, non saranno in grado di garantire una raccolta pubblicitaria sostenibile per il progetto.
Silvio Scaglia, nuovamente scommette sul futuro, così come aveva fatto con Fastweb e assieme a Fredrik de Wahl è destinato a contribuire a modificare l'assetto del panorama mediale.
E' l'inizio di una nuova era.