Si conclude l'esperimento
se ti fidi feedati, con dei risultati assolutamente prevedibili, tanto è vero che qualcuno di voi ha perfettamente indicato nei commenti al post, come sarebbe andata a finire.
La variazione in termini di sottoscrittori rispetto al giorno prima dell'esperimento è di sei persone. Chi segue un blog lo continua a fare fino che troverà dei contenuti di suo interesse.
Come ogni esperimento di questo blog, si tratta solo di un pretesto per tornare a parlare di un tema caldo, caldissimo: la
reputazione online.
Non è per nulla scontato, occorre rimarcare nuovamente la differenza tra il termine
Link Popularity (che è comunque un elemento della reputazione online) con il concetto stesso di
Reputazione Online. I due termini non devono essere confusi. E' evidente che la link popularity è un'indicatore che non può in nessun modo essere utilizzato come un proxi per esprimere la valutazione della reputazione on line, ma questo lo sapevamo già.
Con questo post vorrei aprire un nuovo filone di esplorazione, relativo agli
strumenti per l'analisi dell'Online Brand Reputation.Prima di farlo un'avvertenza. Occorre chiederci chi è il soggetto di cui ci occupiamo, perchè la problematica della
reputazione online di una singola persona che cura un blog personale o che è presente in diversi network sociali è evidentemente molto differente da quella di un'
organizzazione, (un'impresa o un'istituzione).
Non possiamo più parlare genericamente di online reputation se non cominciamo a distinguere tra presenza on line finalizzata e presenza online non finalizzata. Chi apre un blog, o è presente attivamente sui Social Network per motivi personali 0 ludici, non ha gli stessi obiettivi di chi invece considera la reputazione come un asset per la propria attività professionale o di business (un esponente politico, un attivista, un'impresa, un'organizzazione).Fatta questa premessa si rendono necessarie altre precisazioni per chiarire l'ambito di riferimento dell'analisi.
Il primo elemento della reputazione on line è
l'Online Identity, che è costituita da quella parte di identità che una persona, un'organizzazione o un'impresa decide di portare on line. E' un tema molto complesso su cui mi riprometto di tornare a scrivere, perchè non è possibile affrontarlo in un solo post.
Quando parliamo di
Online Identity, dobbiamo cominciare a distinguere tra quella
individuale (di una persona) e quella
collettiva (di un'organizzazione), perché gli elementi che la connotano possono essere molto differenti nei due casi.
Qualcuno ha definito l'Online Reputation Management (ORM) l'attività di gestione della propria reputazione in tutti gli ambienti online.Tale attività può
divergere in funzione di chi la gestisce (una persona o un'organizzazione).
Nel caso di professionisti associati, di società di piccole dimensioni, di micro organizzazioni, ci può essere una convergenza tra identità personale e quella collettiva.
Come ha fatto notare
Huch Carpenter (vedi immagine) , più è piccola la dimensione di una società o di un'organizzazione e più facile che le identità personali e professionali siano legate. Se aumentano le dimensioni, le identità potrebbero essere separate.
Per queste ragioni, d'ora in poi se si vorrà affrontare in modo compiuto il tema della reputazione on line sarà necessario specificare:
- le caratteristiche del soggetto (individuale o collettivo)
- le motivazioni che lo portano on line (finalizzate o non finalizzate)
- gli elementi della sua online identity
- le caratteristiche delle interazioni sociali
- i risultati delle interazioni sociali
Ritengo che le controversie attuali in tema di reputazione online, dipendano in parte da una non sufficientemente chiara determinazione dell'ambito di analisi. Non è infatti in nessun modo possibile accomunare un "diario personale" pubblicato online con un "Corporate Blog"
Se vorremmo concentrarci sugli strumenti di misurazione dovremo prima chiarire, il soggetto e l'oggetto di misurazione.
Spero di avere lanciato qualche stimolo per far proseguire la conversazione.