giovedì, luglio 24, 2008

Oltre la Corporate Reputation (prima parte) 


Personal Reputation e Corporate Reputation sono due concetti che possono essere tra loro molto diversi. Maggiori sono le dimensioni e la complessità di un'organizzazione e più ampio può essere il divario tra i due concetti.

Negli ultimi 18 mesi sono stati pubblicati diversi saggi che trattano il tema della Corporate Reputation con un focus specifico sulla Rete.

Le imprese più evolute stanno affrontando la problematica in modo pragmatico cercando delle risposte ad una serie di domande molto precise:
  • Che cosa è la Corporate Reputation e quali sono i suoi impatti sul business?
  • Quali sono gli elementi che determinano la Corporate Reputation e come misurarla?
  • Quali sono le relazioni tra Corporate Reputation, profittabilità e performance di mercato?
Il tema è veramente complesso, ma può essere circoscritto, sono infatti tre le dimensioni su cui è importante concentrare l'attenzione:
  • Valori e Corporate Identity (la direzione)
  • Competenze, skills, atteggiamenti, stili di comportamento (l'equipaggio)
  • Risultati che si vogliono ottenere (i traguardi)
Occorre infatti lavorare su questi aspetti:
  • Sensibilità, empatia, modo di rapportarsi con i propri interlocutori
  • Ascolto attivo e comunicazione adattiva
  • Azioni e comportamenti
Questi sono elementi importanti che devono essere considerati in modo speculare considerando non solo gli obiettivi aziendali, ma anche l'impatto sul mercato, sull'ambiente, sulla società in cui si opera.

Ci sono imprese che hanno deciso di investire sull'analisi della loro Corporate Reputation, cercando di comprendere cosa i differenti pubblici pensano del loro brand e dei loro prodotti. E' sicuramente un buon punto di partenza, ma non di arrivo, la cosa più difficile è saper modificare i propri comportamenti in funzione dei feedback ricevuti, altrimenti l'ascolto sarà solo un'operazione fine a se stessa.

L'analisi della Corporate Reputation è solo il primo step di quello che è un percorso più ampio. Il rischio è proprio quello di operare in ottica reattiva e non proattiva.

Il feedback è un elemento fondamentale di crescita, ma come è noto si reagisce sempre a ciò che è già noto e che si conosce. Raramente la vera innovazione proviene dalle ricerche di mercato.

Qual'è il valore che un'impresa o un'organizzazione riesce a creare al di là della sua proposizione sul mercato? Qual'è la sua relazione con l'ambiente in cui opera, qual'è il suo contributo in termini di diffusione di valori, idee, progetti che hanno un'utilità più vasta? Quale è l'influenza sulla cultura prevalente e nella diffusione di modelli positivi?

Ecco che si comincia a diffondere il concetto di Corporate Impact e Brand Impact.

La strada per arrivare ad una definizione è ancora lunga, per questo in prossimi post cercherò di condividere qualche mia riflessione sul tema.

Stay tuned.

L'immagine è di itzme

7 Comments:

Blogger Unknown said...

Un'azienda è sempre meno in grado di controllare e definire la propria reputazione: sono gli utenti che la creano e la modificano. Poi ascoltando loro viene pure fuori come migliorarla, ma la strada è lunga e impegnativa... E di post sul tema non ce ne saranno mai abbastanza!

24/7/08 15:49  
Blogger Maurizio Goetz said...

Sono d'accordo, ma la reputazione dipende in gran parte dai suoi comportamenti e dal modo in cui si relaziona, questo si che lo puoi controllare.

24/7/08 17:32  
Blogger L' Uomo Con La Valigia said...

Corporate Reputation:
una media azienda italiana, considerata leader per tecnologia e qualità di servizi e prodotti, viene venduta ad una media multinazionale americana. Dopo tre anni circa, l' azienda passa di nuovo di mano, ad un'altra multinazionale del settore, più grande e più americana di prima.
Dopo tre anni, scoprendo che non è core business, la multinazionale vende ad un' altra azienda, a sua volta di proprietà di un private equity. Il quale dopo due anni, e drastiche decisioni "corporate" che non si adattano al mercato, decide per un carve out. Magari ad un' altro private equity...

Cosa ne resta della corporate reputation originale?
Sono d'accordo Maurizio: le prime parole, le prime azioni le fa l' azienda. Dopo i suoi clienti, utenti, le commentano, le accettano, le rifiutano...
Ma il primo passo è sempre responsabilità dell' azienda.
Il messaggio è sempre responsabilità di chi lo emette

25/7/08 19:57  
Blogger Maurizio Goetz said...

"Il messaggio è sempre responsabilità di chi lo emette"

molto giusto.

25/7/08 20:33  
Blogger gianandrea said...

Questa conversazione mi ha ispirato un piccolo post (con doveroso link al tuo pezzo). La sintesi che mi viene da fare è che una volta il mezzo era il messaggio mentre, oggi, è l'azienda, con i suoi marchi ed i suoi prodotti, il messaggio. Con tutta la responsabilità che f66 specifica.

29/7/08 09:20  
Blogger Maurizio Goetz said...

Sono d'accordo, mi piace l'analisi di F66 quando parla di "responsabilità dell'emittente" è veramente un concetto importante.

29/7/08 12:29  
Anonymous Anonimo said...

Sto per iniziare la tesi proprio sull'argomento Corporate Reputation e in particolare sulle nuove implicazioni dovute alla Rete. Puoi consigliarmi qualche libro?
Per quel che riguarda il post sono d'accordissimo sul fatto che è l'azienda per prima a comunicare quindi ad offrire input e che ascoltando e, qualora servisse, rispondendo, possa gestire al meglio la propria reputazione.

26/8/08 17:54  

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