L'industria dell'abbigliamento è a torto o a ragione considerata un'industria matura. Le
innovazioni possibili non sono solo quelle di
prodotto ma anche di
processo.
Oggi ho visitato l'impresa in cui mio cugino Cyril è amministratore delegato. E' una società del gruppo
Ackerman, importante catena di distribuzione.
La sua società si occupa di servizi, il core business è il
riciclo degli appendiabiti. E' una società tecnologicamente molto avanzata ed ha un sistema logistico all'avanguardia.
Gli appendiabiti vengono
recuperati da tutte le filiali del grande magazzino, vengono
puliti,
smistati e
rivenduti agli stessi fabbricanti che forniscono
Ackerman al 70% del costo, visto che una volta riciclati è veramente difficile distinguerli da quelli nuovi.
Come valore aggiunto quando Ackerman passa un ordine al fabbricante, vi
include gli appendiabiti con già le etichette del capo acquistato suddiviso per taglie. Questa operazione
riduce i costi sia del grande magazzino, sia del fabbricante.
Per diminuire i costi di questa attività di recupero, labour intensive, è stato fatto un accordo con una cooperativa che usa lavoratori portatori di handicap a cui sono state esternalizzate tutte le operazioni di riciclo.
Vengono poi utilizzate
sofisticate tecnologie per l'etichettatura e per lo stoccaggio utilizzando già da diverso tempo l'RFID.
Gli abiti acquistati dalla catena Ackerman arrivano alle diverse filiali dei grandi magazzini, già inseriti nelle grucce, già etichettate con il codice prodotto e la taglia.
Il guadagno unitario non è elevato, ma considerando che vengono riciclate circa 35 milioni di portabiti all'anno, il business è sicuramente interessante.
Logistica, tecnologie avanzate e criteri innovativi di marketing, qui in Sudafrica sono all'ordine del giorno.