La contestazione della pubblicità
Come ci fa notare in questo post Marco Camisani Calzolari, aumentano gli attacchi alla pubblicità, avallati anche dai toni un po' populisti di certi blog che invece di contribuire a fare un po' di chiarezza, ritengono che lanciare proclami in virtù della loro popolarità possa essere utile al dibattito. Io non sono di questo avviso, ma questa è una mia opinione del tutto personale, liberi di dissentire.
E' innegabile che la pubblicità abbia una sua funzione molto importante in ogni sistema economico, ma anche in ogni democrazia moderna, ma è altrettanto innegabile che essa abbia un grande bisogno di essere ripensata.
Si sta allargando la base di utenza di alcuni movimenti culturali come Ad Busters, il cui obiettivo è di promuovere il concetto di un consumo più consapevole, attraverso gli stessi canoni stilistici della pubblicità, che viene utilizzata contro se stessa ai fini di denunciarne gli eccessi.
Si può non essere d'accordo con questi movimenti e con autori come Naomi Klein, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto, che la pubblicità abbia raggiunto dei livelli di intrusività, di intolleranza e spesso di elevata fungibilità.
Gli operatori della comunicazione, non possono esimersi dal riconoscere una buona parte di queste critiche, come base per un ripensamento profondo sul significato della pubblicità nell'era digitale.
Quando ci chiediamo a cosa serva la pubblicità, faremmo bene a rileggere i testi classici dei grandi teorici e dei grandi pubblicitari del passato, ma anche a trovare nuovi valori e significati, perché se la maggior parte degli utenti di Tivo, skippa la pubblicità, una ragione dovrà pur esserci.
L'immagine è tratta dal sito di Adbusters
Quando ci chiediamo a cosa serva la pubblicità, faremmo bene a rileggere i testi classici dei grandi teorici e dei grandi pubblicitari del passato, ma anche a trovare nuovi valori e significati, perché se la maggior parte degli utenti di Tivo, skippa la pubblicità, una ragione dovrà pur esserci.
L'immagine è tratta dal sito di Adbusters
2 Comments:
Parlando da profano.
La pubblicta' credo che serva prima di tutto ad informare, un nuovo prodotto, un'offerta, etc...
Alcuni spot su qualsiasi supporto sono e vere proprie forme d'arte, magari pensati e realizzati da gente di talento. Trovo che non si presta però molta attenzione su come viene veicolata, vedi ad esempio le buchette postali intasate perche' ne vengono affidati troppi per la zona in cui si distrubuiscono, oppure inserita in stacchi inopportuni durante un film e con un volume fastidioso, intasando la casella e-mail, oppure la comparsi di pop-up fastidiosi.
secondo me le pubblicita servono e come....cè un pero' in uno spot pubblicitario quello della vigorsol air mio figlio di 2 anni ogni qualvolta che la vede trema dalla paura e bisogna tranquilllizzarlo per piu di 10 minuti in sintesi volevo dire che le pubblicita servono fino a che punto se si realizzano degli spot piu' seri sono daccordo che ne pensate voi se 1 bimbo al solo vederla trema di paura e non penso che lui non avverte le immagini per mettersi a piangere al punto di tremare che ne dite....abolitela e fate spot piu seri alla vostra portata se ce la fate
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