mercoledì, marzo 07, 2007

Una bussola per l'immaginario 


Dalla presentazione del libro di Marina D'Amato, "Telefantasie . Nuovi paradigmi dell'immaginario":



"Per la prima volta nella storia del mondo quasi due miliardi di persone (bambini e ragazzi) partecipano dello stesso mondo fantastico. Televisione, internet, videogiochi, giochi di ruolo, propongono miti, valori, modelli di comportamento che pervadono un'intera generazione dell'umanità. L'immaginario collettivo è quindi il campo di indagine privilegiato e più importante per comprendere la cultura e la società contemporanea.
La sociologia dell'immaginario è una sociologia di profondità perché tenta di cogliere le motivazioni profonde, le dinamiche che soggiacciono e animano le società umane. L'immaginario percorre la storia delle civiltà, è parte intrinseca dei gruppi sociali e in fondo, una sociologia senza immaginario non potrebbe esistere, anche se non esiste ancora una vera a propria tradizione di sociologia dell'immaginario, di cui questo studio vuole costituire uno dei primi passi. A differenza di una sociologia di superficie, basata su inchieste e sondaggi, la sociologia dell'immaginario non è ancora un campo specifico della disciplina definito chiaramente dal suo oggetto, ma costituisce, al momento attuale, una straordinaria modalità di interpretare la vita sociale perché, interessandosi alla dimensione immaginaria delle relazioni tra gli individui, di fatto è trasversale a tutti gli ambiti di analisi."

Per raggiungere il punto che non conosci, devi prendere la strada che non conosci.

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