martedì, luglio 04, 2006

La cultura della condivisione 

Sono estremamente grato a Marco che con un suo commento, mi rimprovera di essere solo a parole per la cultura della condivisione, ma che poi "razzolerei male", non spingendomi più in la. Secondo lui dovrei fare di più.

E' un commento pacato e legittimo a cui vorrei offrire la mia risposta, per questo desidero riportare qui lo scambio di opinioni, per riflettere con tutti voi su cosa significhi la cultura della condivisione.

Occorre condividere tutto? Occorre farlo sempre? E' giusto aspettarsi qualcosa in cambio quando si è consulenti? Credo che il dibattito sia molto attuale.

Scrive Marco:

Lei predica bene ma razzola male. Non leggo nel suo blog come altri singoli ( solo autopresentazioni ) di aggregazioni in network professionali. Anche Lei quando c'è la torta da spartire sgomita e cerca di tagliarsi la fetta più grande, sicuramente non la condivide con altri.

Questa è la mia risposta

oh grazie Marco dell'opportunità concessami per esprimere il mio pensiero, non aspettavo altro che un commento come il suo :) Da oltre dieci anni, come uno dei pionieri del marketing digitale in Italia, ho scritto decine di articoli sul web marketing e su tanti altri temi, ho organizzato tante conferenze gratuite, diviso il mio pensiero con tutti, perchè questa è la cultura della rete.

Vada in giro per la rete e vedrà che quanto le dico corrisponde al vero.
Che cosa ne ho ottenuto? Sciacallaggio da parte di persone che nemmeno hanno citato il mio nome e che hanno utilizzato senza dare nulla in cambio, questa per me non è condivisione.

Il fatto di essere per la condivisione non vuol dire essere ingenui e questo lo dico a chiari lettere. Negli Stati Uniti chi mosta competenza viene coinvolto, qui viene unicamente depredato, mi dica se mi sbaglio. Ne vogliamo parlare?

Se non avessi alle spalle dieci anni di condivisione delle mie conoscenze, lei avrebbe ragione di scrivere quello che scrive, purtroppo la realtà è diversa. Comunque le sarei grato se mi dimostrasse dove è questa grande fetta che io non dividerei, perchè io non la vedo.

Vorrei precisare che il mio blog è dichiaratamente uno strumento di marketing se lei lo ha scambiato per un progetto editoriale, allora forse non ho fatto poi un cattivo lavoro :)
Credo di fare promozione ai miei servizi di consulenza in modo molto onesto e pulito e comunque è evidente che su questo blog non pubblico tutto.

Mi comporto esattamente come un gelataio che fa assaggiare gratuitamente il suo gelato, ma che poi non lo regala. Per queste ragioni, nel mio blog e in tanti altri blog come il mio troverà tanta ispirazione, qualche riflessione, forse qualche nuova idea, ma la consulenza no, quella si paga e così anche i corsi di formazione sui temi innovativi. Ed è giusto che sia così.

Mi scuso molto con lei se la mia risposta non è pacata come vorrei, non è certo colpa sua se lei ha aperto il dito sulla piaga.

Condivisione, vuol dire dare e ricevere. Altrimenti si chiama free riding.

La ringrazio molto per avere avuto la gentilezza di seguire il mio blog e di commentare e spero che lo farà ancora.


Quale è il vero significato di condivisione per chi vive professionalmente delle proprie idee? Fino a che punto si deve spingere un consulente? Ne vogliamo parlare?

11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

In un paese dove c'è la cultura del più furbo, e non quella del merito purtroppo la condivisione non è facile. In un altro paese qualcuno ti telefona e ti chiede una consulenza, che magari gli regali anche. Qui si fa il copia e incolla in un presentazione e chi si è visto si è visto.
A volte una competenza costa tanto e tanto lavoro.
Le aggregazioni ci sono già e si creano naturalmente io fequanto alcuni blog e so che i blogger che leggo gironzolano negli stessi, nessuno ci "aggrega" e perchè dovremmo farci aggregare ?
E' una rete di relazioni nata dalla stima reciproca.

4/7/06 14:53  
Anonymous Anonimo said...

Bel post, poetico e stimolante. In parte è vero quello che dice Luca, ma io sono anche un fermo sostenitore del "What goes around comes around". Certo ci può essere un momento in cui sembra che qualcuno si sia appropriato furbescamente di qualcosa di nostro, ma se mettiamo in circolo qualcosa di buono, ci tornerà qualcosa di buono. Ottimista? Io preferisco definirmi realista rilassato:-)

(disclaimer per chiarezza: non sono io il Marco cui Maurizio si riferiva in questo post)

4/7/06 15:16  
Blogger Roberto said...

Perfettamente daccordo con Luca.
In Italia non è certo facile condividere, anche perchè i furbi sono sempre dietro l'angolo pronti al copia e incolla, non sapendo però che i risultati positivi si ottengono con una serie di attività, e mai con una sola soluzione. Essendo esperto Seo capita che alcune persone vedendo un posizionamento di un sito di un cliente, pensano che sia sufficiente copiare la tal pagina/e e il gioco è fatto. Anche nel SEO, come nel SEM e nel marketing tradizionale, ci vuole esperienza. Quindi trovo giusto che si possa creare in modo naturale una sorta di aggregazione. In alcuni forum avevo lanciato l'idea di un'associazione-organizzazione italiana che riunisca gli esperti di marketing per confrontarci e migliorare, ma come spesso accade, molti si dichiarano interessati ma poi non si sviluppa nulla. :(

E allora è meglio approfondire le relazioni personali con i blog. :)

4/7/06 17:42  
Anonymous Anonimo said...

Dichiarare gli obiettivi è la migliore pubblicità al prodotto:

Maurizio Goetz

Onore al merito per il coraggio di scriverlo e la pacatezza nel rispondere.
L'intervento è generalista di uno spaccato reale società che Luca Mecca ha scritto ( furbo - gratis ).
Aggregare è importante il come ognuno sceglie.

4/7/06 18:54  
Blogger Maurizio Goetz said...

Alla fine non cambierà nulla, ho sempre condiviso e continuerò a farlo senza farmi tanti problemi; certo è che quando qualcuno mi scrive che potrei fare di più, la mia risposta è che quando si parla di condivisione occorre vederla in senso ampio.

Come diceva qualcuno it takes two, to tango :)

4/7/06 20:08  
Blogger [m]m said...

argomento interessante. credo che il bello del web bloggato sia che possiamo condividere opinioni, link, idee, che pero' si innestano su di una conoscenza di base degli argomenti.
E' una terra di mezzo in cui si mette in gioco e si condivide un po' del tuo tempo, riflessioni, un plusvalore quindi, non TUTTA la tua conoscenza.
Se hai bisogno di tempo DEDICATO alle tue esigenze particolari, allora devi pagare, mica si vive di link e di blog.
(e comunque sono d'accordo sul triste modo di fare italiota, sempre in voga, del copia e fuggi, quando un link o un riferimento non costerebbe nulla e non sarebbe uno sminuire...)
ciao
gluca

5/7/06 12:13  
Blogger Marco Camisani Calzolari said...

Conosco Maurizio e confermo che sono anni che condivide gratuitamente. E' stato sin troppo pacato nella replica in quanto è davvero frustrante lavorare in italia con lo spirito della condivisione in quanto non solo ti copiano senza manco chiederti prima quanto costerebbe l'originale, ma lo fanno pure male. La frustrazione raggiunge il parossismo quando il copiare male fa fallire un'idea che altrimenti sarebbe un successo.

5/7/06 12:21  
Anonymous Anonimo said...

Secondo il mio modesto parere risulterebbe difficile pensare ad un web senza condivisione.

Non molto tempo fa lessi su un libro di Fisher una frase di questo tipo:"dai e ne riceverai per 100 volte"....la penso come lui....

E poi ragazzi sappiamo tutti che su internet "condivisione=popolarità" ;).... in pratica è come dire "fai del bene e ci guadagni"....

Cosa c'è di più bello? ;)

6/7/06 09:45  
Anonymous Anonimo said...

Se un individuo tiene un blog , è implicitto che condivida, io sono per la condivisione.
Ma ci sono dei limiti alla condivisione che ognuno decide, come dice marco camisani, (scusete uso i cognomi perchè ci sono troppi marco in questo post) a volte la condivisione può far naufragare una buona idea in una realizzazione che la danneggia, personalmente non ho mai rifiutato la mia opinione a nessuno, e di solito dico che un consiglio non costa nulla, ma prevede una interazione cioè una domanda e una risposta, se deduci il mio punto di vista senza "interrogarmi" io non solo non sono reponsabile del risultato ma rischio anche di esserne danneggiato.
Sopratutto per i progetti complessi non basta un articolo su un blog per definire ciò che è meglio,le variabili sono talmente tante che non ci si può fermare al copia e incolla.

6/7/06 10:29  
Blogger Maurizio Goetz said...

Vorrei riportare la discussione sui giusti binari. Non credo che la condivisione sia in discussione. Chi condivide lo fa con convinzione per mille ragioni che sono già state bene spiegate dai commenti precedenti a questo. La vera domanda è, un lettore di blog, un frequentatore di una conferenza gratuita che pretese può avere? E' vero che il suo tempo è prezioso e deve essere ricompensato con contenuti validi e possibilmente aggiornati, ma fino a che punto sono legittime le sue pretese? Quale è il confine tra il free ed il fee?

6/7/06 10:47  
Anonymous Anonimo said...

Il vantaggio della condivisione di un consulente dipende da:
a. "cosa" condivide: se le informazioni che offre riguardano o meno il valore aggiunto della propria consulenza;
b. "come" si condivide: si può descrivere qualcosa per tracciare la rotta, definire il proprio valore aggiunto senza necessariamente spiegare come si opera;
c. condividere tutto, il "cosa" e il "come": in questo caso il vantaggio del consulente è il tempo richiesto dai follower per arrivare a quel livello (se è possibile farlo). Per mia diretta esperienza, chi ha il quid per cercare nuove e continue direzioni è già altrove quando i follower arrivano.

7/7/06 09:27  

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