Una nuova comunicazione etica
Una comunicazione anche pubblicitaria basata sulla suggestione e spesso sulla manipolazione, diviene ogni giorno sempre meno efficace. Gruppi come Adbusters, creano spot e annunci pubblicitari assolutamente provocatori, per denunciare la "tracimazione" di una cultura di brand troppo invasiva, nella vita delle persone.
Non si tratta di rinnegare il ruolo importante delle "marche", ma di rinegoziare il patto che esse hanno con i consumatori.
Come deve essere una comunicazione più etica e responsabile? Cerca di dare una risposta a questa domanda un pamphlet molto interessante anche se non recentissimo dell'Università degli Studi di Udine.
Il tema è sicuramente aperto. Voi cosa ne pensate?
Non si tratta di rinnegare il ruolo importante delle "marche", ma di rinegoziare il patto che esse hanno con i consumatori.
Come deve essere una comunicazione più etica e responsabile? Cerca di dare una risposta a questa domanda un pamphlet molto interessante anche se non recentissimo dell'Università degli Studi di Udine.
Il tema è sicuramente aperto. Voi cosa ne pensate?
1 Comments:
Dopo la meta' degli anni novanta, alcune marche hanno avuto una specie di diminuzione del loro potere suggestivo, dovuto in grandissima parte al consumo critico ed alla circolazione di notizie sui sotterfugi di alcune aziende. Certo riuscire ad avere la moglie ubriaca e la botte piena (fatturato e responsabilita' sociale) e' molto difficile, entrano in gioco anche fattori sociali. Sicuramente il rinegoziamento del patto con i consumatori risulta essenziale per la durata della marca e dell'impatto nell'immaginario colletivo, a farsi una buona immagine, coadiuvata dai fatti s'impega tempo, a distruggerla basta un niente.
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