Ha senso organizzare un ADVcamp?
Non ho potuto presenziare all'ADVCamp e quindi non posso farne un resoconto. Si tratta di un BarCamp sulla pubblicità online, organizzato da Nicola Mattina.
Leggendo i nomi dei partecipanti, non si può non notare la presenza anche in qualità di "oratori" di persone che non solo non hanno nulla a che fare professionalmente con la pubblicità online, ma che hanno espresso pubblicamente più volte di non gradirla.
Ha senso un dibattito che lascia così ampio spazio a queste persone?
Ha senso organizzare un ADVCamp in cui ci sono così tanti assenti tra i bei nomi delle agenzie di pubblicità, delle concessionarie e dei centri media?
La mia risposta, convinta è assolutamente si.
Nella maggior parte dei convegni ci si parla addosso, nessuno impara molto, si ripetono sempre le stesse cose, dagli stessi punti di vista.
Un ADVCamp è fondamentale perchè:
Credits per l'immagine
UPDATE Grazie alla copertura di Dolmedia dell'evento ho potuto seguire l'ADVCamp. Alla fine di interventi degli esponenti del "no-advertising" non ne ho sentiti. Ho apprezzato la possibilità di sentire opinioni a confronto soprattutto quelle di persone che hanno dichiarato di provenire da mondi esterni a quello dell'advertising.
UPDATE 2 Ho visto tutti gli interventi e mi dispiace constatare che la maggior parte di essi era preconfezionato quando non autopromozionale, nonostante le diverse intenzioni dell'organizzatore. Purtroppo i concetti di conversazione, dialogo, social media, dovrebbero essere fatti propri. Da menzionare le relazioni di Federico Fasce e Marco Massarotto nello spirito del BarCamp. Riporto qui il mio commento che ho inserito nel blog di Nicola.
Leggendo i nomi dei partecipanti, non si può non notare la presenza anche in qualità di "oratori" di persone che non solo non hanno nulla a che fare professionalmente con la pubblicità online, ma che hanno espresso pubblicamente più volte di non gradirla.
Ha senso un dibattito che lascia così ampio spazio a queste persone?
Ha senso organizzare un ADVCamp in cui ci sono così tanti assenti tra i bei nomi delle agenzie di pubblicità, delle concessionarie e dei centri media?
La mia risposta, convinta è assolutamente si.
Nella maggior parte dei convegni ci si parla addosso, nessuno impara molto, si ripetono sempre le stesse cose, dagli stessi punti di vista.
Un ADVCamp è fondamentale perchè:
- permette di ascoltare punti di vista diversi, freschi e non deformati professionalmente
- permette di ascoltare il pensiero di chi non ama la pubblicità online, che avrà modo di spiegare il suo punto di vista
- permette di inquadrare l'argomento da più prospettive, quella dell'utente è forse la più importante.
- permette di dire le cose scomode, che nei convegni non si possono raccontare, per non pestare i piedi di qualcuno e per mera convenienza.
La vera domanda da porsi è un'altra.
Ha senso continuare ad organizzare le conferenze, i convegni, invitando sempre i soliti esperti?
Ha senso continuare ad organizzare le conferenze, i convegni, invitando sempre i soliti esperti?
Credits per l'immagine
UPDATE Grazie alla copertura di Dolmedia dell'evento ho potuto seguire l'ADVCamp. Alla fine di interventi degli esponenti del "no-advertising" non ne ho sentiti. Ho apprezzato la possibilità di sentire opinioni a confronto soprattutto quelle di persone che hanno dichiarato di provenire da mondi esterni a quello dell'advertising.
UPDATE 2 Ho visto tutti gli interventi e mi dispiace constatare che la maggior parte di essi era preconfezionato quando non autopromozionale, nonostante le diverse intenzioni dell'organizzatore. Purtroppo i concetti di conversazione, dialogo, social media, dovrebbero essere fatti propri. Da menzionare le relazioni di Federico Fasce e Marco Massarotto nello spirito del BarCamp. Riporto qui il mio commento che ho inserito nel blog di Nicola.
6 Comments:
D'accordo, assolutamente. E' un po' il discorso delle comunità "chiuse" di cui si parlava prima delle vacanze. Ancora più interessanti sarebbero incontri fra chi lavora nella pubblicità e chi pur non essendo professionalmente coinvolto, in rete dice la sua. Questo mi incuriosirebbe, a meno che non finisse in rissa :)
aggiungo che l'advcamp è stato noioso e poco barcamp, un classico convengo in cui gente voleva cercare di vendere qualcosa e in cui non c'erano compratori. La discussione e' stata modesta e marginale sotto l'uragano di "noi facciamo questo, noi facciamo quello"
Sono passato sotto da quelli del mediacamp e il clima era davvero diverso, meno gente, ma molto confrontarsi e cercare di capire meglio le cose e i mutamenti
Aggiungo anche che la colpa di questo non penso sia di Mattina che ha cercato di fare una cosa che poi e' degenarata per elefantiasi e egocentrismo di altri
Hai ragione seguendo i vari interventi ho avuto la stessa impressione, ma il mio ragionamento vale come linea di principio. Ho apprezzato quindi la volontà di estendere il dibattito e non invitare i soliti noti. Poi la responsabilità è sempre di chi parla.
beh, che ci fosse una certa dose di autopromozione, in un advcamp, c'era da aspettarselo.
io pero' da alcuni (current per esempio) mi aspettavo almeno che presentassero alla maniera barcamp, non che portassero filmati validi per qualsiasi incontro con un possibile inserzionista.
Non ho potuto pertecipare all'evento, ma sto cercando di leggere i vari commenti in rete e sono tutti dello stesso tono. Ora approfitto del link con i vari video per farmi un idea anch'io
magari parlare di elefantiasi e egocentrismo, come fa paolo, è un po' eccessivo. io ho letto questo modo di presentarsi del barcamp come un'evoluzione, qualcosa che, nel bene o nel male, è un segnale di come cambiano certi comportamenti, certe mode, certe consuetudini (ma non mi spingerei a parlare di "tradimento dello spirito del barcamp"). ciò detto, indubbiamente il clima da pasteris era assai più in linea con quanto chiunque avesse partecipato ad altri barcamp potesse aspettarsi. meno male.
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