martedì, giugno 17, 2008

Veline e calciatori: un modello di sviluppo 


Siamo un popolo di ciechi e vittimisti.

Siamo ciechi perché non vediamo o facciamo finta di non vedere, che gli altri Paesi si stanno muovendo e noi siamo fermi.

Siamo anche ciechi perché non riusciamo a vedere che anche da noi ci sono grandi talenti, che vengono costantemente emarginati, che non vengono aiutati ad emergere e che non vengono mai ascoltati.

Siamo vittimisti, perché continuiamo a lamentarci e non facciamo nulla per rompere le catene dell'immobilismo e perché non ci ribelliamo a chi consapevolmente frena il cambiamento e perché continuiamo a sognare un modello di sviluppo basato su calciatori e veline.

Succede che George W. Bush, venga in visita in Italia e voglia incontrare gli imprenditori italiani, non quelli delle grandi società, non sono certamente un modello interessante e non hanno poi molto da dire oggi.

Il presidente degli Stati Uniti incontra i nuovi imprenditori, quelli a cui le banche non vogliono dare credito, quelli che non hanno peli sulla lingua e che sono abituati a parlare chiaramente, persone come Marco Palombi, uno dei fondatori di Splinder, una piattaforma di blogging made in Italy, recentemente venduta al Gruppo RCS.

Marco Palombi riporta sul suo blog, l'incontro con George Bush è il fatto che il presidente americano sia stato realmente ad ascoltarlo, tanto è vero che le sue dichiarazioni sono state riportate sul sito della Casa Bianca.

Interessante il passaggio in cui Marco spiega al presidente Bush, il "sogno italiano" basato essenzialmente su calciatori e veline.

La cosa più incredibile, come fa notare Roberto Lo Jacono nei commenti al post di Marco è che questo incontro è stato in larga parte ignorato dalla stampa italiana, forse perchè più che di un segnale forte, si tratta di un invito al cambiamento troppo imbarazzante per il resto del Paese e per una certa classe imprenditoriale.

7 Comments:

Blogger Podmork said...

Mi sembra anche piuttosto ignorato il passaggio in Italia di Lester Brown.

18/6/08 09:58  
Blogger Maurizio Goetz said...

Hai ragione, non sapevo nemmeno io che era in visita in Italia ;)

18/6/08 10:13  
Blogger Podmork said...

ahaha tranquillo, i Podmork sono andati da lui e spero di riuscire a montare l'intervista nel pomeriggio.

18/6/08 10:40  
Anonymous Anonimo said...

Maurizio il problema è che dare spazio ai talenti per molti Imprenditori e Manager significa far venire a galla il loro vuoto.
Un sistema declina per l'incapacità di chi lo conduce.
Personalmente ho vissuto sulla mia pelle situazioni che descrivi. Aziende salvate dalla chiusura e/o fatte diventare di successo nel loro settore e come ringraziamento sono stato messo alla porta, sostituito da esecutori bottegai scelti per la somiglianza con la proprietà.
Ovviamente le suddette stanno nuovamente declinando ( nonostante grossi tagli ai costi ecc. ).
E poi le persone non fanno la differenza? Il talento che fa la differenza lo devi trattenere, strappare alla concorrenza e pagare per quanto vale ( non prentendere una Ferrari al prezzo di una cinquecento ).
Magari gli stessi che pagano un calciatore e una velina vagonate di soldi.

18/6/08 10:44  
Anonymous Anonimo said...

Meglio sottopagare e gridare che ci vuole flessibilità, bassa fiscalità, aiuti di stato o delocalizzazioni piuttosto che mettere mano all'Azienda.
Bisognerebbe denunciare le pratiche lobbistiche delle Aziende, che in barba alla libera concorrenza-circolazione ed accesso al lavoro, cercano di escludere volutamente ( mettendosi d'accordo fra di loro; quando da 2 concorrenti che affermano di non parlarsi senti dire le stesse cose oltre ad essere al corrente di informazioni riservate che hai detto ad altri è una conferma ) i talenti e i concorrenti che erodono fette di mercato.
Chi ha provato a farlo guarda caso si è trovato porte chiuse.
Il sogno di imprenditori e manager sarebbe avere manodopera a bassissimo prezzo ( i dipendenti costano - livello cinesi o vietnamiti ), solo quando serve ( e se dopo mi cala il lavoro cosa faccio - dicono ), senza contratto ( perchè si è sposato solo la moglie - dicono ) e licenziabili quando si vuole.
Ma se sono incapaci e distruggono Aziende con costi sociali alti ( magari salvaguardando il loro patrimonio ) come la mettiamo? Anche loro alla pari dovrebbero subire la stessa sorte dei loro sottoposti: gli si tolga la gestione dell'azienda e li si mandi a zappare la terra.
E' ora di smetterla con il buonismo nei confronti di chi dilapida il valore delle comunità; sei un'imprenditore e allora? Se sei incapace fuori dai maroni.

18/6/08 11:39  
Anonymous Anonimo said...

Maurizio: hai colto in pieno il senso di quello che dicevo.

Sono poi convinto che il problema sia anche culturale. In Italia (e spesso in Europa) abbiamo la cultura dello zero sum game, mentre in California (piu' che in altre parti degli USA) hanno la cultura del win-win. Vedi questo: http://ocrampal.splinder.com/post/13373609

In un periodo tecnologico di forte innovazione, che espande le opportunita', l'unica cultura vincente e' quella win-win. Dovremmo aiutare la gente a cambiare la loro cultura ed e' la cosa piu' difficile.

-marco

18/6/08 15:09  
Blogger Maurizio Goetz said...

Marco, sposo il tuo pensiero lettera per lettera.

18/6/08 19:14  

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