giovedì, marzo 13, 2008

Pesare le audience, non contarle 


L'industria dell'advertising si sta finalmente rendendo conto che un modello di misurazione delle audience meramente quantitativo, in cui le persone vengono solamente contate (eyeballs) sta dimostrando i suoi limiti.

Anche nella pubblicità on line, ragionare in termini di esposizione è del tutto riduttivo. Ci sono ad esempi siti che propongono contenuti di qualità, con audience ridotte, ma estremamente fidelizzate e verticali il cui "valore pubblicitario" è sottovalutato.

Le logiche meramente pubblicitarie sono strette se applicate al mondo dei Social Media, che richiede modelli più sofisticati di comunicazione e di interazione.

E' da accogliere con grande attenzione lo sforzo che la RAI sta facendo per la progettazione di un sistema di valorizzazione qualitativa dei programmi, il Qualitel RAI, che dovrebbe, salvo imprevisti, essere attivo da aprile 2008.

Leggendo le "Linee guida del progetto di monitoraggio del valore pubblico dei programmi della RAI e di valutazione della Corporate Reputation, della Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo ci si accorge immediatamente che ci si trova di fronte ad un cambio radicale di paradigma.

Il documento presenta elementi di novità importanti, monitorando non solo i prodotti televisivi e audiovisivi (anche su Internet), ma anche il processo.

Si tratta di un cambiamento certamente non facile per una serie di difficoltà oggettive:
  • la determinazione dei criteri e delle metriche di qualità
  • l'impossibilità di stabilire logiche omnicomprensive, perchè la qualità è un concetto altamente soggettivo che può avere per differenti segmenti di utenza valenze differenti
  • la difficoltà di utilizzare gli stessi parametri per media differenti che hanno modelli di fruizione e pratiche sociali molto diverse
Assistiamo (nonostante le evidenti difficolta di attuazione) ad un primo importante cambiamento, che è destinato ad avere forti ripercussioni sulle logiche con cui il mondo della pubblicità ragiona.

Dal mio punto di vista, sarebbe stato interessante e davvero rivoluzionario, coinvolgere i diversi pubblici televisivi anche nel processo di transizione da una logica quantitativa, ad una mista, ma come è noto, l'influenza politica sul Servizio Pubblico è molto alta ed è difficile chiedere di più per il momento.

L'argomento ha provocato già diverse reazioni in rete. Non possiamo che stare a vedere cosa succederà realmente sui mercati televisivi per poter esprimere un giudizio.

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