giovedì, giugno 01, 2006

Marketing tradizionale o non convenzionale? 

Con la solita lucidità che lo contraddistingue, Joseph Jaffe giustamente si interroga in un brillante post, sulle ragioni per cui l'innovazione nel marketing, venga spesso definita, marketing non convenzionale, quando l'innovazione dovrebbe essere la vera ragione di essere del marketing.

Secondo uno studio di ANA Booz Allen, riportato da Jaffe, che classifica le organizzazioni di marketing in sei segmenti si rileva che solo uno di essi, sta dimostrando migliori performance (profittabilità, tassi di crescita), ovvero quello dei "growth champions" caratterizzato da aziende innovative soprattutto nel marketing. Esse hanno performance del 20% superiori a quelle delle aziende inserite negli altri segmenti. (Ci si riferisce ovviamente al mercato statunitense).

Jaffe, si domanda un po' retoricamente, date le premesse, come mai solo il 9% dei marketer rientra in questa categoria. Nel riportare la classificazione di Ana Booz Allen, come al solito, ci aggiunge i suoi commenti irriverenti, sul tipo di agenzia/consulente a cui solitamente si rivolgono le imprese di ogni segmento.

  • Growth Champions (9%): The Influentials...
  • Marketing Masters (38%): Bubbling under... close second; arguably less accountable?
  • Senior Counselors (17%) :Academics/Good at talking and coming up with charts
  • Best Practive Advisors (9%): Me-toos/Sheeps
  • Brand Builders (12%) : The Ad Guys/Love going to the Super Bowl
  • Service Providers (15%): Lackeys

Come si può facilmente intuire, tutto il mondo è paese.

1 Comments:

Blogger Giorgio Soffiato said...

Una possibile lettura sta nel fatto che per marketing tradizionale si può intendere quello che coinvolge mezzi quali la tv, la radio e la stampa. Si possono innovare i contenuti ma il mezzo bene o male è lo stesso. Off-line ritengo vere innovazioni quelle pratiche di guerrilla marketing e street marketing che ultimamente spopolano, pur avendo alcuni dubbi sulle dinamiche, in questa fase concordo con la critica al termine non convenzionale in loco di innovativo. Per quanto riguarda internet la mia percezione è che siamo di fronte a un "mezzo nel mezzo", più di quanto ci sia, ad esempio, in televisione, mi spiego: un banner è molto diverso rispetto a un mailing (entrambi però convivono in internet), in televisione invece una televendita è diversa da uno spot, ma a mio avviso la differenza è minore di quella sopracitata. Inoltre se in televisione la distribuzione delle modalità (televendita, spot) è piuttosto verticale (a ognuna il suo spazio), in internet la cosa è più orizzontale perchè soggetta a mode, quindi ecco che il banner viene abbandonato a favore del mailing, che poi viene lasciato per passare ai viral video. La sostituibilità web a me sembra più elevata (forse a causa di budget ancora troppo poco flessibili?) ed anche la maggiore "dirompenza percepita" che internet rende possibile fa si che si parli di marketing non convenzionale. Probabilmente in internet le innovazioni sono più radicali che incrementali, sia in termini di marketing che in termini di release di novità, è forse questo che continuamente spiazza e porta a parlare di "diverso dal solito" anzichè di "pesantemente innovativo". Io ho dato una lettura personale che va contestualizzata anche nel mondo delle PMI che io ho l'occasione di monitorare. Credo che pochi possano negare la necessità di una figura specifica per capire queste innovazioni, spesso la dirompenza citata rende difficile anche la spiegazione in azienda di possibiltà tanto innovative. Ecco forse che si spiega la scelta di questo termine, resta da capire se marketing non convenzionale è sempre sinonimo di marketing low cost

1/6/06 14:37  

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