La velocità del pensiero
Sono spaventato e felice allo stesso tempo, è un periodo per me di grande creatività, ma ho difficoltà a fermare i miei pensieri.
Sto lavorando ad una serie di progetti tra loro completamente differenti ed ognuno influenza l'altro e ne ispira di nuovi.
Mi sto occupando di nuovi formati, nuovi linguaggi, nuovi modelli di misurazione, nuovi contenuti di marketing e per il marketing, utilizzando nuove tecnologie con cui sto imparando a familiarizzare.
Sto rimettendo in discussione tutte le mie convinzioni e quanto ho appreso fin dai tempi dell'università. Sono aperto al nuovo, non ho pregiudizi e non sono innamorato delle mie idee, ciò significa che sono disponibilissimo a metterle in discussione, nel momento in cui nuovi concetti mi sono più utili di metodi e modelli consolidati. Questo mi sta facilitando molto.
Sto conoscendo tante nuove persone che si stanno avvicinando con interesse al mio lavoro, esperti di usabilità o di ergonomia, ricercatori con cui sto lavorando su nuovi modelli di misurazione della pubblicità, project manager di società tecnologiche, designer, produttori televisivi, esperti di semiotica e tanti altri mi stanno offrendo punti di vista che non avevo considerato prima d'ora e spero a mia volta di potere essere di ispirazione per loro.
Stanno partendo diversi interessanti progetti con l'Università, che daranno un ulteriore booster al know how sui nuovi processi di progettazione e di ingegnerizzazione dei contenuti e dei messaggi pubblicitari sulle diverse piattaforme di distribuzione.
Non sono felice di aver avuto ragione, quando affermavo che era necessario fare esplorazione sui nuovi territori della comunicazione prima della creazione di una massa critica di utenti in grado di creare nuovi mercati, perché oggi molti soggetti importanti con cui amerei lavorare non sono pronti.
La velocità con cui mi vengono nuove idee mi spaventa, ho intere cartelle piene di appunti, sparsi e disordinati che non riesco ad organizzare.
Stiamo vivendo una delle fasi più interessanti in assoluto della comunicazione, ci troviamo alle porte di un cambiamento epocale, quello che gli americani chiamano un paradigm shift.
E' un momento davvero storico ed esaltante. Stiamo vedendo nascere l'Iptv, nuovi modi di progettare contenuti sui mezzi mobili, sta per cambiare la direttiva Tv Sans Frontieres, che aprirà nuovi scenari per la comunicazione televisiva.
La pubblicità sta cambiando sotto i nostri piedi, così come le opportunità offerte dalla seconda ondata di tecnologie di rete.
Anche la comunicazione sul punto vendita, come le affissioni subirà enormi cambiamenti. Teconologie cone l'Rfid, la geolocalizzazione, nuovi modelli per la profilazione dinamica, una nuova generazione di smart card, stanno aprendo scenari di cui è difficile intuire i contorni.
Ho anche il timore che interessi politici, chiusure mentali, discorsi di bottega, ostacoleranno nel breve il cambiamento, anche se sono assolutamente certo che esso non potrà essere fermato nel lungo periodo.
Mi domando se accanto al progresso tecnologico, che avanza a ritmi straordinariamente veloci, si stia anche diffondendo una consapevolezza per una comunicazione più rispettosa, più umana, empatica ed emozionale.
L'intero progresso tecnologico non ci servirà a nulla se non impareremo a cambiare le nostre teste ed i nostri cuori, altrimenti qualcuno potrebbe decidere di spegnere tutto e non volere più essere connesso. Quel giorno dovremmo iniziare da capo.
Sto lavorando ad una serie di progetti tra loro completamente differenti ed ognuno influenza l'altro e ne ispira di nuovi.
Mi sto occupando di nuovi formati, nuovi linguaggi, nuovi modelli di misurazione, nuovi contenuti di marketing e per il marketing, utilizzando nuove tecnologie con cui sto imparando a familiarizzare.
Sto rimettendo in discussione tutte le mie convinzioni e quanto ho appreso fin dai tempi dell'università. Sono aperto al nuovo, non ho pregiudizi e non sono innamorato delle mie idee, ciò significa che sono disponibilissimo a metterle in discussione, nel momento in cui nuovi concetti mi sono più utili di metodi e modelli consolidati. Questo mi sta facilitando molto.
Sto conoscendo tante nuove persone che si stanno avvicinando con interesse al mio lavoro, esperti di usabilità o di ergonomia, ricercatori con cui sto lavorando su nuovi modelli di misurazione della pubblicità, project manager di società tecnologiche, designer, produttori televisivi, esperti di semiotica e tanti altri mi stanno offrendo punti di vista che non avevo considerato prima d'ora e spero a mia volta di potere essere di ispirazione per loro.
Stanno partendo diversi interessanti progetti con l'Università, che daranno un ulteriore booster al know how sui nuovi processi di progettazione e di ingegnerizzazione dei contenuti e dei messaggi pubblicitari sulle diverse piattaforme di distribuzione.
Non sono felice di aver avuto ragione, quando affermavo che era necessario fare esplorazione sui nuovi territori della comunicazione prima della creazione di una massa critica di utenti in grado di creare nuovi mercati, perché oggi molti soggetti importanti con cui amerei lavorare non sono pronti.
La velocità con cui mi vengono nuove idee mi spaventa, ho intere cartelle piene di appunti, sparsi e disordinati che non riesco ad organizzare.
Stiamo vivendo una delle fasi più interessanti in assoluto della comunicazione, ci troviamo alle porte di un cambiamento epocale, quello che gli americani chiamano un paradigm shift.
E' un momento davvero storico ed esaltante. Stiamo vedendo nascere l'Iptv, nuovi modi di progettare contenuti sui mezzi mobili, sta per cambiare la direttiva Tv Sans Frontieres, che aprirà nuovi scenari per la comunicazione televisiva.
La pubblicità sta cambiando sotto i nostri piedi, così come le opportunità offerte dalla seconda ondata di tecnologie di rete.
Anche la comunicazione sul punto vendita, come le affissioni subirà enormi cambiamenti. Teconologie cone l'Rfid, la geolocalizzazione, nuovi modelli per la profilazione dinamica, una nuova generazione di smart card, stanno aprendo scenari di cui è difficile intuire i contorni.
Ho anche il timore che interessi politici, chiusure mentali, discorsi di bottega, ostacoleranno nel breve il cambiamento, anche se sono assolutamente certo che esso non potrà essere fermato nel lungo periodo.
Mi domando se accanto al progresso tecnologico, che avanza a ritmi straordinariamente veloci, si stia anche diffondendo una consapevolezza per una comunicazione più rispettosa, più umana, empatica ed emozionale.
L'intero progresso tecnologico non ci servirà a nulla se non impareremo a cambiare le nostre teste ed i nostri cuori, altrimenti qualcuno potrebbe decidere di spegnere tutto e non volere più essere connesso. Quel giorno dovremmo iniziare da capo.
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