Se bastasse un blog
Nel 1999 Eros Ramazzotti ha pubblicato "In ogni senso", un album che "contiene pezzi che lo proietteranno nel panorama internazionale e che lo faranno diventare uno dei principali protagonisti della scena musicale (wikipedia).
Non, sono un fan di Eros Ramazzotti, che mi scuserà se utilizzo metaforicamente il suo pezzo di apertura dell'album, al di fuori del suo naturale contesto.
..se bastasse una vera canzone
per convincere gli altri
si potrebbe cantarla più forte
visto che sono in tanti
fosse così fosse così
non si dovrebbe lottare per farsi sentire di più
Si potrebbe quindi estendere il ragionamento in tanti ambiti, anche in quello della comunicazione di impresa.
Sarebbe bello se bastasse un blog per dimostrare di voler conversare o una piattaforma di CRM per convincere gli altri di essere un'impresa orientata al servizio, purtroppo non è così.
I Social Media sono stati anche definiti "earned media" perché a differenza dei "paid media", la "valuta" di riferimento è la reputazione.
In rete contano i contenuti e le opinioni, ma anche e soprattutto le intenzioni, per questo i "fake blog" sono così irritanti per tante persone, proprio per la loro natura non autentica.
Per aprire un blog o un qualsiasi tool del Social Web, bastano pochi minuti, invece per imparare a "stare in rete", ci vuole un atteggiamento attivo e umile, una volontà di volerlo fare, con tutti i rischi, ma anche tutte le soddisfazioni che questo comporta.
In rete ci sono i troll, i polemici, i contestatori, gli opportunisti, come nella vita reale, ma ci sono anche tante persone straordinarie che possono offrire idee, ma anche il loro contributo personale per qualsiasi necessità che un'impresa possa avere, a condizione che il confronto sia sincero e paritetico.
Sono evidenti, gli obiettivi di un'impresa: vendere i suoi prodotti, creare profitti per alimentare la sua crescita, ma perché non ricreare le condizioni per un marketing più sostenibile, evitando di promuovere prodotti che non servono realmente alle persone o di creare in modo artificioso bisogni inutili. Perché non sfruttare le straordinarie opportunità della rete per creare proposizioni di valore insieme ai clienti?
Molte imprese non hanno paura della rete, a causa dei commenti negativi, ma perché la rete è un enorme specchio che riflette cose che non è bello sentirsi dire e che per lungo tempo si è deciso di nascondere sotto il tappeto. Le conversazioni hanno luogo comunque, anche senza di noi.
Ha ragione Dave Evans quando a proposito della rete dice:
"you can actually create a significant and defensible market position based on solid social acceptance. The Social Web, used correctly, is all about what your community of supporters cand do to help you build your business.
Per fare tutto questo è necessario imparare a cedere il controllo (che comunque non si ha più)
As a marketer you do not want to control your audience, If that is your only recourse, you are better off not using social media at all.
Una canzone non basta per cambiare le cose e nemmeno un blog e questo lo ha capito molto bene chi lo ha aperto unicamente per dimostrare la sua presenza in rete, alimentandolo con un post pubblicato ogni tanto e scritto con poca convinzione.
Tutto questo traspare e non basterà più cantare più forte.
Non, sono un fan di Eros Ramazzotti, che mi scuserà se utilizzo metaforicamente il suo pezzo di apertura dell'album, al di fuori del suo naturale contesto.
..se bastasse una vera canzone
per convincere gli altri
si potrebbe cantarla più forte
visto che sono in tanti
fosse così fosse così
non si dovrebbe lottare per farsi sentire di più
Si potrebbe quindi estendere il ragionamento in tanti ambiti, anche in quello della comunicazione di impresa.
Sarebbe bello se bastasse un blog per dimostrare di voler conversare o una piattaforma di CRM per convincere gli altri di essere un'impresa orientata al servizio, purtroppo non è così.
I Social Media sono stati anche definiti "earned media" perché a differenza dei "paid media", la "valuta" di riferimento è la reputazione.
In rete contano i contenuti e le opinioni, ma anche e soprattutto le intenzioni, per questo i "fake blog" sono così irritanti per tante persone, proprio per la loro natura non autentica.
Per aprire un blog o un qualsiasi tool del Social Web, bastano pochi minuti, invece per imparare a "stare in rete", ci vuole un atteggiamento attivo e umile, una volontà di volerlo fare, con tutti i rischi, ma anche tutte le soddisfazioni che questo comporta.
In rete ci sono i troll, i polemici, i contestatori, gli opportunisti, come nella vita reale, ma ci sono anche tante persone straordinarie che possono offrire idee, ma anche il loro contributo personale per qualsiasi necessità che un'impresa possa avere, a condizione che il confronto sia sincero e paritetico.
Sono evidenti, gli obiettivi di un'impresa: vendere i suoi prodotti, creare profitti per alimentare la sua crescita, ma perché non ricreare le condizioni per un marketing più sostenibile, evitando di promuovere prodotti che non servono realmente alle persone o di creare in modo artificioso bisogni inutili. Perché non sfruttare le straordinarie opportunità della rete per creare proposizioni di valore insieme ai clienti?
Molte imprese non hanno paura della rete, a causa dei commenti negativi, ma perché la rete è un enorme specchio che riflette cose che non è bello sentirsi dire e che per lungo tempo si è deciso di nascondere sotto il tappeto. Le conversazioni hanno luogo comunque, anche senza di noi.
Ha ragione Dave Evans quando a proposito della rete dice:
"you can actually create a significant and defensible market position based on solid social acceptance. The Social Web, used correctly, is all about what your community of supporters cand do to help you build your business.
Per fare tutto questo è necessario imparare a cedere il controllo (che comunque non si ha più)
As a marketer you do not want to control your audience, If that is your only recourse, you are better off not using social media at all.
Una canzone non basta per cambiare le cose e nemmeno un blog e questo lo ha capito molto bene chi lo ha aperto unicamente per dimostrare la sua presenza in rete, alimentandolo con un post pubblicato ogni tanto e scritto con poca convinzione.
Tutto questo traspare e non basterà più cantare più forte.
1 Comments:
Bravo Maurizio, bell'articolo. Non solo comunicare è difficile, ma bisogna davvero farlo con convinzione.
Chi apre un blog aziendale DOVREBBE accettare il fatto che si sta mettendo in gioco, più che con il suo sito. Purtroppo non so davvero quante aziende abbiano capito cosa significa avere un blog aziendale.
Per i più è solo, come dici tu, scrivere ogni tanto e pubblicizzare un prodotto. Mentre è aver creato una struttura che avvicini l'azienda al cliente, è aver creato un luogo di discussione in cui l'azienda può comprendere cosa ha sbagliato e cosa cerca il cliente e il cliente può finalmente comunicare le sue impressioni direttamente all'azienda. Il tutto a costi contenuti (di tempo e denaro) e ad una sorprendente velocità.
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