martedì, ottobre 28, 2008

Trend turistici al TTG Incontri (seconda parte) 


Non tutti gli operatori turistici si stanno muovendo alla stessa velocità.

Il TravelCamp 2008 è stato non solo un'occasione di confronto ma di verifica dei cambiamenti in atto. Molte cose sono avvenute negli ultimi dodici mesi.

Gli agenti di viaggio sono le figure professionali a maggior rischio di disintermediazione e di questo molti di essi sono pienamente consapevoli. Se solo un anno fa la rete era vissuta come un "competitor"o nel migliore dei casi come un "elemento estraneo", quest'anno un buon numero di agenti di viaggio ha avviato progetti evoluti come TripShake Zoover, Qtour o Wiaggi, in cui il ruolo del "knowledge agent", ovvero l'agente di viaggio evoluto, si riposiziona sul mercato come vero consulente, riprendendosi tutto quel mercato che nel frattempo si è allontanato dalle prenotazioni "fai da te" e che ha bisogno di suggerimenti e consigli di un esperto., anche in rete. In questo contesto l'agente di viaggio si pone alla pari rispetto ai suoi clienti attuali e potenziali nelle conversazioni in rete, guadagnandosi sul campo "la reputazione di esperto".

Questa situazione è ben diversa da quella che vede l'agente di viaggio chiedere una commissione al cliente per la prenotazione di un biglietto aereo senza aggiungere valore. Ecco che gli agenti di viaggio creano in rete ambienti caldi nei quali discutere, confrontare offerte turistiche, condividere informazioni ed esperienze e in cui inserire strumenti di comparazione per offrire le migliori proposte turistiche disponibili sul mercato.

Non è un caso che Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna abbia organizzato al TTG Incontri un convegno dal titolo" Turismo nell'era di Internet, sviluppi e nuove tendenze, in cui l'approccio alla rete è ben diverso dal passato.

Il suo segretario, Stefano Bollettinari ha infatti dichiarato in un comunicato stampa:

L'utilizzo di Internet nelle strategie di promo-commercializzazione nelle nostre aziende ricopre un ruolo cruciale, ma l'approccio a questo strumento e quindi l'integrazione fra "azienda virtuale" e "azienda reale" per la piccola media impresa può presentare diversi ostacoli tra cui: la scelta della tecnologia più efficiente e di facile utilizzo, l'organizzazione della propria offerta commerciale in modo strategicamente coerente ed efficace con le caratteristiche di Internet, la difficoltà di farsi spazio nell'affollamento che esiste sulla rete con politiche commerciali e comunicative adeguate e il fatto che la singola impresa difficilmente riesce ad esprimere una politica commerciale talmente interessante da creare frequenze sul suo sito. Ciò vale anche per il problema della visibilità e quindi tutto ciò che rientra nell'investimento pubblicitario sul web.

Risulta evidente che se l'approccio generale è cambiato, la rete viene vissuta da una buona parte di agenti di viaggio più come un insieme di tecnologie da utilizzare, che un insieme di ambienti in cui relazionarsi con i propri interlocutori, basti pensare al numero ridotto di agenti di viaggio che hanno partecipato al TravelCamp per rendersi conto di quanta strada ci sia da percorrere.

Il mercato delle agenzie di viaggio è quindi spaccato in due segmenti: quelle che svolgono il ruolo di apripista e innovano e tutte le altre che seguono o che nel frattempo chiudono.

Ma quali sono le strategie dei tour operator e degli alberghi?

Di questo scrivo in un prossimo post.

Stay tuned.

Nella foto: la presentazione di TripShake al TravelCamp

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Io considero decisamente più critica la componente Tour Operator. Da anni vivono in una sorta di timore reverenziale verso strategie dirette che possano in qualche modo essere mal percepite dalle agenzie.

Oggi, in Italia, il problema macroscopico irrisolto è il rapporto fra i T.O. e la Rete.

I T.O. avrebbero i mezzi per differenziare il posizionamento della propria offerta sfruttando lo shift dei loro consumatori ma non lo fanno.

Da questo discendono tutti i discorsi accessori (ma altrettanto importanti) come la sciagurata preferenza per i modelli a revenue share per tutto quello che fanno. Quasi nessuno, nella filiera turistica, accetta di fare investimenti a costi fissi iniziali.
E così non si evolvono.

28/10/08 09:40  

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