lunedì, gennaio 21, 2008

Ridefinire la partecipazione negli ambienti digitali 


Alcuni anni fa quando ho iniziato a lavorare ai primi progetti di consulenza sui formati della pubblicità interattiva per le televisioni digitali, alcuni analisti usavano distinguere tra i termini (enhanced television e interactive television) dibattendo in modo animato su cosa rientrasse nel concetto di interattività.

Non ho mai ritenuto queste divisioni nette utili e ho preferito adottare la visione di Jensen che considera differenti livelli di interattività.

Oggi questo inutile dibattito si ripropone sui Social Media e a distanza di tempo, molti accademici disquisiscono polemicamente sul termine partecipazione.

E' vera partecipazione il commento di un blog, l'espressione di un'opinione in una survey, rispetto allo scrivere un post nel proprio blog e prendere parte ad una conversazione in modo più attivo o la creazione, produzione e distribuzione di un proprio video?

Per me il problema non si pone nemmeno.

Non posso che condividere il pensiero di Gary Hayes quando afferma che non è possibile esprimere una definzione del concetto a livello assoluto, ma che ci sono diversi gradi di partecipazione.
Il concetto di partecipazione e di collaborazione sui media digitali non sono ancora stati esplorati in modo approfondito.

Esistono infatti oltre a diversi livelli di partecipazione anche:
  • diverse modalità di partecipazione
  • diversi stili di partecipazione
  • diversi contesti di partecipazione
  • diversi obiettivi di partecipazione
Proporre una tassonomia di partecipatori rappresenta pertanto una prima analisi per comprendere i processi di co-creazione in rete.

Non tutti sono partecipatori allo stesso modo nelle stesse comunità e allo stesso tempo, per questo è importante cominciare a comprendere i differenti contesti in cui differenti segmenti di persone ad esempio fruiscono i contenuti digitali in modo passivo, interattivo, partecipativo/collaborativo.

L'analisi dei nuovi processi di fruizione dei contenuti digitali deve essere portata avanti a più livelli, come si vede dalla figura (Gary Hayes).
Sharers, Creators, Critics, Consumer, Editors, sono categorie ideali che afferiscono a comportamenti prevalenti per questo non è utile cercare di definire a priori una segmentazione di tipologie di partecipatori, quanto progettare ambienti dove la partecipazione e la collaborazione a diversi livelli è in grado di creare valore per tutti i partecipanti.
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