venerdì, novembre 16, 2007

Blog generation 


Quando i giornali scelgono i titoli degli articoli per renderli più attrattivi, scompare ogni relazione con il testo. La cosa diventa ancora più paradossale, quando il contenuto è approssimativo e contiene una somma di banalità.

E' stato giustamente criticato in rete l'articolo di Gabriele Romagnoli, sulla "cosiddetta" You Tube Generation, perchè a mio modo di vedere non esiste, soprattutto nei termini con cui è stata descritta, ma anche perché la realtà è più complessa e variegata e ogni generalizzazione non ha alcun senso.

Se Romagnoli per puro spirito di polemica, vede una generazione di disadattati, socialmente poco intelligenti ed esibizionisti, che trova in Internet una valvola di sfogo a compensazione di una vita senza valori, ci sono anche altre situazioni da rappresentare in cui le persone utilizzano la rete positivamente per finalità ludiche, produttive, progettuali, artistiche e via discorrendo.

Sarebbe molto semplice riscrivere l'articolo di Romagnoli, mettendo in contrapposizione alla You Tube Generation, la Blog Generation, citando altri esempi.

Qui alcuni spunti tratti dai blog (esattamente come farebbe un buon giornalista come Romagnoli).

L'occasione è l'incontro con Chris Anderson, organizzato da The Ruling Companies, a cui sono stati invitati alcuni blogger.

I blogger sono gli unici in grado di porre le domande e pure di farlo in inglese, come spiega David Orban

Sono andato, con un gruppo nutrito di scalmanati a disturbare un incontro con Chris Anderson. Dico disturbare, perché alla fine tutte le domande le abbiamo fatte noi 'esterni' scravattati e ci siamo beccati il complimento desolante e umiliante di Giampaolo Fabris "Ma come parlate tutti bene l'inglese e che domande intelligenti che fate!". Hmm... mi chiedo cosa succede nelle altre riunioni. "Ah, qui è stato Harvard a confronto!" Beh, si vede che sarebbe utile coinvolgerci anche le altre volte, no?

L'incontro è stata l'occasione per far incontrare oltre 80 blogger a cena, con il solo scopo di stare insieme. Ne è convinto Vittorio Pasteris.

Ieri sera una OTTANTINA di blogger si sono trovati in un locale milanese. Doveva essere una normale cena (lunga) di blogger dopo la conferenza di Chris Anderson a Milano.

In effetti la cena, organizzata dall’attivissimo e bravissimo Giovy si è trasformata in un barcamp da pizzeria, un piacevolissimo evento di incontro e confronto fra “addetti ai lavori” (con tanto di badge per evitare scene del tipo: tu chi sei ?).

Blogger ovunque, molte macchine fotografiche, pochi pc, molta voglia di parlare e stare insieme. Un vero e proprio Giovy’s Camp. Una serata in cui ci si visti fra quelli che non ci si era mai visti, e ci si è ritrovati fra vecchi amici. Una serata straordinaria. In rete trovare già le prime foto della serata

Chi ritiene che i blogger passino tutto il loro tempo lavorativo e libero davanti al pc, trova una smentita dal gioco-esperimento "condotto" da David Orban nel corso della "lunga cena", che dimostra come i blogger riescano a trovare anche il tempo per leggere.

Abbiamo fatto un paio di scemate inventate al volo:

Quale libro vuoi che leggiamo? Dove tutti hanno segnato un saggio e un libro di narrativa che gli veniva in mente. Mi prometto di abbozzare il wiki del lenzuolone che è uscito alla fine, ma avrò bisogno di aiuto per completarlo.

Un evento di successo, come la "lunga cena", richiede una lunga e laboriosa progettazione, ma Giovy, l'organizzatore della serata, ha utilizzato Facebook ed un Wiki per semplificarsi la vita e ha funzionato perfettamente.

Quando ricevetti l’invito per l’incontro con Chris Anderson, e presi la decisione di andarci, mi venne spontaneo lanciare su Twitter: "Beh, si organizza una cena successiva all’evento?"
Capii da subito che non sarebbe stata la solita cena fra blogger, perchè dopo qualche ora c’erano già trenta persone iscritte sul wiki (o che avevano confermato la loro presenza tramite l’evento creato su Facebook).
PIù passavano i giorni e più le persone aumentavano, fino ad arrivare ad oltre 80 (ebbene si… tante erano alla fine le persone in lista per la cena, al punto da dover per forza di cose aprire una "waiting list" in cui inserire persone in attesa di eventuali disdette).

Alla fine, comunque, riesco ad avere la disponibilità dello SugarLounge (luogo scelto per la cena) per 80 persone e… beh, si parte!
I giorni precedenti ieri sera sono stati "pazzeschi", cercando di star dietro a tutte le mail, le richieste, i contatti e quanto girava intorno alla cena.
E finalmente, terminato l’incontro con Anderson al Four Seasons, prendiamo la metro e ci dirigiamo al locale.
Arrivo alle 20.35 e… cavoli, ci sono già diverse persone ad attendere… che puntualità! :)

Il tempo di tirar fuori i badge preparati da un "caro amico" a cui non smetterò mai di dire grazie, aiutato da Philapple e Fullo nella distribuzione, inizio a conoscere i partecipanti di questa "Cena Lunga".
E’ un piacere rivedere moltissimi cari amici, ma forse è stato un piacere ancora più grosso conoscere le tante e tante persone che, alla cieca, si sono fidate del sottoscritto ed hanno deciso di partecipare alla cena.

Se anche esistesse una You Tube Generation di disadattati, Romagnoli la "condensa" in un pay off degno di una campagna pubblicitaria neanche tanto ben riuscita.

"Guardami, sono solo, non ho niente da dire, ma dedicami la tua attenzione, ascoltami, leggimi, comprami o ti sparo e poi, forse, mi sparo"

La realtà sempre più complessa descritta da Chris Anderson dovrebbe fare i conti anche con la Blog Generation, che costringerebbe un buon giornalista a trovare un altro finale per un buon articolo.

"Guardami, non sono solo, ho molto da dire, ma anche tanta voglia di ascoltare, dedicami la tua attenzione, leggimi perchè io ti posso aiutare a cambiare, ti insegnerò ad utilizzare con successo le tecnologie digitali, ma ti costringerò anche a scendere in strada per incontrare altre persone e a confrontarti con esse, perchè se non lo farai, ben presto sarai tu ad aver voglia di spararti.

La rete non è bella perchè è migliore, ma perchè è il riflesso della società in cui viviamo. Solo che in rete possiamo scegliere chi vogliamo frequentare.

L'immagine è tratta dalla copertina del libro di Giuseppe Granieri
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