mercoledì, luglio 11, 2007

Lavorare in periodi di forte cambiamento 


Chi si occupa di prodotti e processi innovativi sa bene che la verà difficolta, soprattutto in Paesi come l'Italia è vendere l'innovazione, non progettarla (ma questo credo di averlo già scritto).

Conosco diverse persone di cui ho grande stima, che utilizzano una buona parte del loro tempo professionale per demolire le forti resistenze al cambiamento nei contesti in cui lavorano e non passa giorno che momenti di entusiasmo si intervallano a momenti di grande sconforto. In questi momenti emergono tutti i dubbi.

Forse sono io che sbaglio, forse è troppo presto, forse non mi sono espresso chiaramente, forse i vantaggi di cambiare non sono stati ben spiegati, forse le persone si sentono minacciate e andrebbero rassicurate. Forse c'è una ragione che non mi è nota. Forse.

Ci sono alcune doti che occorre sviluppare quando si lavora in periodi caratterizzati da forte turbolenza ambientale:
  • caparbietà, occorre avere il coraggio di insistere
  • umiltà, occorre avere la pazienza di ascoltare
  • buon senso, occorre avere la capacità di desistere quando la resistenza è oltre misura
  • provvisorietà, occorre considerare le proprie idee provvisorie, valide finchè non verranno sostituite da idee migliori (è pericoloso innamorarsi di un'idea)
  • volontà di collaborazione, le prime donne non possono occuparsi di innovazione, l'innovazione è un processo che trae nutrimento solo in ambienti collaborativi
Una mia cara amica dice che gli innovatori devono avere uno spirito missionario, viste le gran sberle in faccia che si prendono quotidianamente, spesso i loro sforzi producono gli effetti in azienda, quando loro l'hanno abbandonata.

Fondamentalmente l'innovatore è una persona che ha tendenze masochiste e che ama soffrire, non ci sono altre spiegazioni di tipo razionale. In moltissimi casi l'innovatore insiste fintanto che esiste uno spiraglio di luce, oltrepassata una certa misura si adegua o cerca ambienti più favorevoli.

L'immagine è di Yazar

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Resistono, in genere e pure per anni, quelle personalità che io definisco "muro di gomma", cioè resistenti all'usura psicologica e che si fanno rimbalzare tutto addosso. Ho un tale esempio in famiglia: dopo 7 anni di teorie innovative incomprese (per lo snellimento e la velocizzazione di procedure, riduzione di sprechi macroscopici etc.) solo oggi sta applicando una ad una le idee (neanche onerose) con successo e riconosciuta competenza.
Cosa è accaduto nel frattempo che ha consentito tutto ciò? Un cambio di proprietà e la progressiva sostituzione di dirigenti con altri più disponibili al cambiamento ed all'innovazione. Però, a fronte di 1 "resistente" tanti hanno gettato la spugna e sono migrati altrove.
Triste ma vero.

12/7/07 17:12  

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