mercoledì, luglio 18, 2007

Come difendersi dal cambiamento 


E' guerra, nei confronti del nuovo che avanza. Ogni guerra ha le sue tecniche, questa l'abbiamo già vissuta tante volte. Si ripresenta esattamente come quella di dieci anni fa, quando si faceva di tutto per ostacolare la diffusione dell'utilizzo di internet nelle aziende, ma viene portata avanti per combattere ogni forma di rinnovamento in ogni ambito, economico, sociale e nell'informazione.

Le tecniche di difesa e di protezione delle status quo sono oramai note e anche la sua evoluzione.

Le fasi sono le seguenti:

  1. Ascoltare per la prima volta un nuovo concetto o una nuova idea e non capire di cosa diavolo si stia parlando
  2. Ridicolizzare il concetto perchè sembra davvero fuori di ogni logica e comunque non potrà funzionare, forse all'estero, ma qui da noi, mai.
  3. Verificare che l'idea sta cominciando ad attecchire, attaccarla, attaccarla, prima che si diffonda
  4. Ostacolare la nuova idea, noi qui non siamo preparati, qualcuno ci potrebbe rimettere il posto.
  5. Ridefinire le vecchie idee, i vecchi paradigmi con le nuove idee, affermare che queste cose si sono sempre fatte. Lanciare polemiche, meglio se sterili.
  6. Rebranding. Lanciare velocemente nuovi progetti, creare nuove strutture, che continuano a fare le stesse cose, ma con un "nome" nuovo.
  7. Farsi invitare ai convegni, rilasciare interviste per dimostrarsi paladini del nuovo, fino a nuovo allarme.
Anche questa volta l'abbiamo scampata.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Rendite di posizione e meritocrazia che si difendono a denti stretti.
Aziende declinanti causa le persone restie al cambiamento, peso insostenibile.
Persone valide in tempi di mercati stabili, ma dovrebbero lasciare spazio nel governo d'impresa in situazione di turbolenza.
Cambiamento che è irreversibile e corrisponde o al declino/chiusura Azienda ( arroccamento ) o sostituzione delle persone ( scacco ) per bocciatura definitiva degli stakeholders.
Non è che dietro la scusa del budget si celi la paura che vengano fuori i propri limiti o di essere personalmente bocciati dal mercato?
Non è un problema non possiamo essere leader in tutte le aree, valersi del supporto dei talenti dimostra lungimiranza.
O meglio costi sociali maggiori.
Saluti.

Alberto Claudio Tremolada
http://bloggeraus.blogspot.com

19/7/07 07:27  

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