domenica, dicembre 03, 2006

I primi commenti sulla mia presentazione al BarCamp 

Io sono un provocatore, oramai lo sanno tutti. Ho deciso al BarCamp a Torino di fare una presentazione diversa dal solito, cercando di recitare delle immagine che ritenevo evocative.

Evidentemente non ci devo essere riuscito, leggendo il parere di Gaspar e di Roberto Dadda, e PatBateman nei loro commenti.

Io credo invece di aver raggiunto il mio scopo, perchè la presentazione è stata notata e ora forse si dovrà riflettere sui suoi contenuti, anche se mi sta benissimo che si possa non essere d'accordo con il mio pensiero.

La mia contrapposizione analogico versus digitale è una provocazione, la mia presentazione non aveva alcunchè di scientifico caro Roberto, non deve essere contestata su quel piano, semplicemente non vi appartiene.

Sono felice che abbia scatenato un dibattito.

Organizzare una mostra d'arte con foto tratte da Flickr, creare un progetto per il digitale sostenibile, sono alcune idee che sono emerse.

Io faccio per lavoro presentazioni tutti i giorni, ma al BarCamp non dovevo fare formazione (non avevo nulla da insegnare ai presenti) e nemmeno illustrare un progetto innovativo ad investitori (non avevo nulla da vendere).

Chissà se Gaspar che anche io leggo con grande piacere sarà meno talebano nel suo rapporto con la rete, chissà se insieme riusciremo a fare qualcosa anche nel mondo reale per ridurre questo terribile divide.

Sono oltre dieci anni che professionalmente mi dicono che sono molto avanti. Ma cosa mi serve?

Io voglio tornare indietro, essere criticato per i miei progetti, perchè prima non succedeva mai, ma solo perchè molti non capivano che cosa io stessi realmente facendo.

Non va bene. Oramai l'ho compreso. Occorre uscire, aprire, creare nuovi spazi e nuovi mercati.

15 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ripeto. Io continuo a non capire.

Te lo dico sinceramente? Ho apprezzato l'intento. Di fondo l'idea di aprirsi, di invitare i bloggher (cit.) a uscire dalla squallida autoreferenzialità, dalla nebbia delle ridondanze e da qualsiasi intima capacità critica (caravita escluso)
è qualcosa che condivido ampiamente.

Però con te si rischia grosso: hai un lessico preoccupante "si dovrà riflettere", "è stata notata", "provocatore", "molto avanti", un uso ossessivo del "mio", "io".

Vedi, ho come la sensazione che tu stia sgomitando in qualsiasi modo e a tutti i costi, anche facendoti dare del pirla.

E un Gaspar che tra le righe ti dà del pirla
non sta accendendo i riflettori su ciò che dici, ti sta solo dando del pirla.

Per questo ti domando che senso abbia fare 74 slides per "provocare".
Tu pensa che io per "provocare" non sono andato al BarCamp ma sono rimasto a casa a leggere il manuale di istruzione del Play della Durex.

Saluti.

3/12/06 09:23  
Blogger mafe said...

Secondo me la tua presentazione aveva due problemi, uno formale, uno contestuale.
Sul piano formale, le immagini non erano evocative, ma didascaliche; idem per i testi, non puoi usare frasi compiute e affermative con contenuti emotivi (da qui l'accusa di mancanza di scientificità).
Sul piano contestuale, la platea che avevi davanti era impegnata come te, quanto te e da altrettanto tempo a far digerire la rete al mondo "tradizionale", averlo ignorato (dopo due ore di dibbbattito) è stato abbastanza ingenuo.

3/12/06 09:42  
Blogger gaspart said...

Io meno Talebano? Mai!
;-)

Maurizio, è stato un piacere conoscerti di persona.

3/12/06 10:47  
Anonymous Anonimo said...

A me la tua presentazione è piaciuta molto, e credo che i temi che hai posto rappresentino una delle maggiori sfide della società rispetto ai nuovi media.
Oggi, cul corsera, tra gli editoriali c'è una traduzione dal Guardian che si intitola "L'egocentrismo ultima malattia del web" e che tratta proprio di un aspetto perverso del passaggio dall'analogico al digitale. Niente di scientifico, solo intuzioni su cui è bene discutere.

3/12/06 15:34  
Blogger Maurizio Goetz said...

PatBateman, figurati se alla mia età e al punto professionale in cui mi trovo ho qualche problema a prendermi dei rischi. Ritieni che con i miei io ed i possessivi risulti un po' egocentrico? E' possibile, infatti lo siamo un po' tutti, ma ci si può lavorare ;) Ritengo invece che sia importante organizzare qualcosa di più importante dei valzer sui blog.
Non voglio discutere di sostanza, sono molto convinto del mio pensiero, invece sulla forma se non sono efficace posso sembrare cambirare. Che problemi ci sono?

3/12/06 16:27  
Blogger Maurizio Goetz said...

Grazie Mafe della lezione. Forse se ti avessi dato retta, avrei fatto una presentazione perfetta, ma a me non interessano le presentazioni perfette. Non vorrei che Patbateman avesse ragione, sarebbe un peccato.

3/12/06 16:30  
Blogger mafe said...

Chi fa lezioni non inizia dicendo "secondo me". Scusami se ti ho infastidito, cercavo di essere costruttiva invece di sparare a zero.

3/12/06 16:53  
Blogger Maurizio Goetz said...

Nessuno mi infastidisce. Non mi serve che qualcuno mi spieghi come usare le immagini. Ma che si cominci ad agire sui temi importanti. Ma forse i nostri obiettivi sono diversi.

3/12/06 17:10  
Blogger Marco Camisani Calzolari said...

La presentazione di Maurizio mi è piaciuta molto. E' stata esplicativa, rappresentava concetti in modo innovativo, i contenuti erano di valore e non potevano che essere condivisi in quanto fotografia della trasformazione in corso.
Maurizio, come tutti, è criticabile in alcuni aspetti. Lo siamo tutti. Tuttavia c'è un'area in cui eccelle: le presnetazioni e le lezioni onstage.
Su questo è riconosciuto dai più noti professori unversitari che si occupano di marketing o comunicazione, e da tutti gli esperti di settore.
Posso tuttavia capire che per un non professionista possano a volte apparire estreme, specie se come ieri si assiste a un esperimento.
Il dibattito post presentazione è stato uno dei più iteressanti del Barcamp. Chi era li può confermare.

3/12/06 17:13  
Blogger Marco Camisani Calzolari said...

Chi fa lezioni inizia dicendo "Io vi dico che".
Se poi uno è modesto inizia dicendo "secondo me".
Non vorrei mai incontrare un relatore o un professore che mi dicesse: "forse dicono che sia così..."

3/12/06 17:17  
Blogger mafe said...

Facciamo così. Fammi un esempio per capire cosa intendi, per "agire sui temi importanti". Così vediamo, se c'è qualcosa su cui ancora non ci stiamo muovendo, come dici tu facciamo di più. Però per favore fammi un esempio concreto, altrimenti perdiamo tempo in due.

3/12/06 17:18  
Anonymous Anonimo said...

Ho abusato un po' dello spazio post presentazione, ma hai lanciato un tema molto interessante ... anche se troppo ampio. :-)

4/12/06 11:05  
Blogger Maurizio Goetz said...

Ma no Mafe facciamolo che me lo dici tu che sei la maestrina. Io ho timidamente lanciato il sasso, ma visto che non interessa, farò altro, mica è un problema sai.

4/12/06 19:40  
Blogger Unknown said...

Maurizio visto che mi citi come dissidente vorrei chiarire il mio pensiero.

Non ero a Torino ragion per cui posso giudicare solo le slide che francamente trovo carine anche se è difficile giudicare immagini e parole evocative senza avere sentito quali ragionamenti ci hai costruito sopra e quali esperienze hai raccontato.

La mia osservazione non è certo portata sul piano scientifico: di scientifico in questo discorso non c'é nulla. Io ho solo osservato come da un punto di vista lessicale il termine ANALOGICO nel contesto non significa nulla: potresti scrivere zucchina o incrociatore e sarebbe lo stesso. In realtà tu non contrapponi due modalità di rappresentazione di informazione, ma due mondi: quello della rete e quello fisico.

E' un errore che ogni tanto si vede fare, ma se ci vogliamo capire dobbiamo preservare il valore ed il significato delle parole.

Francamente sono anch'io del parere di Mafe: uscire, girare, agire su temi importanti cosa vuole dire? Andiamo fuori a dire cosa?

Vedi il fenomeno blog è un'onda immensa fatta da ragazzi che parlano delle loro serate e della scuola, di collezionisti che cercano altri collezionisti, di massaie che condividono la ricetta dell'andouillette di Troy...

I nostri blog concettuosi sono solo un piccolo, utile intendiamoci, strato di schiuma su un immenso mare. Forse é vero che dobbiamo andare fuori, ma su chi debba insegnare e chi debba imparare permettimi di avere qualche dubbio.

bob

PS Mi ha divertito la diatriba sul "secondo me": francamente credo che il fatto che uno parli riportando un suo parere sia del tutto ovvio.

Marco non pensi che se una presentazione per essere capita si deve rivolgere a professionisti forse non era quella giusta per un foo camp?

5/12/06 22:36  
Blogger Maurizio Goetz said...

Roberto, sono d'accordo con te a meta'. La mia presentazione aveva l'obiettivo di fare discutere e questo e' avvenuto. Non era una presentazione da prendere alla lettera e ho ricevuto diversi apprezzamenti ma anche critiche. Se questo avviene vuol evidentemente dire che le metafore non erano corrette, ne convengo.
Dove non siamo d'accordo e su un punto. Uscire fuori significa portare le energie della rete, quelle del BarCamp nel mondo tradizionale, ma non in modo isolato, ma collettivo ed organizzato. Forse chiedo troppo, forse mi sbaglio, non esiste una blogosfera, ma una serie di blog eterogenei per obiettivi, per contenuti e per visioni. Ne prendo atto. Negli Stati Uniti i blog possono condizionare le elezioni politiche, possono modificare le scelte sbagliate di un'azienda. Qui non accade, almeno per ora.
Il mio e' stato un esperimento. E' riuscito, solo in parte, non e' un dramma, abbiamo imparato tutti tante cose da questo splendido BarCamp.Ti correggo solo su un piccolo aspetto. Non dobbiamo insegnare, ma possiamo sensibilizzare il grande pubblico su temi come la net neutrality, le liberta' digitali, che sono temi importanti, che riguardano tutti, ma che vengono dibattuti in ambiti troppo ristretti. Tutto il resto sono dettagli

6/12/06 10:19  

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