Il brand parassita
Il post di Tim Nudd su Adfreak su un libro che fa il verso al successo di Malcolm Gladwel dal titolo: Blink, the power of thinking without thinking che avevo letto quest'estate, mi ispira a scrivere a proposito dei brand parassiti.
Sono quei marchi che cercano di vivere alle spalle di nomi già famosi. Non sto parlando dei falsi, ma di brand che vivono legalmente di vita propria ma sfruttando la notorietà altrui.
Recentemente ho notato in un mall in Sudafrica un brand come Evita Peroni, che non mi ha ispirato alcuna simpatia.
Ci sono grandi professionisti tra le imprese e tra le agenzie di comunicazione che faticano per rendere credibile un brand, a loro va la mia considerazione.
Questo è un mio punto di vista strettamente personale, ognuno è libero di creare tutti i cloni che desidera, avrà un cliente in meno sul mercato. (Per quello che può valere)
Sono quei marchi che cercano di vivere alle spalle di nomi già famosi. Non sto parlando dei falsi, ma di brand che vivono legalmente di vita propria ma sfruttando la notorietà altrui.
Recentemente ho notato in un mall in Sudafrica un brand come Evita Peroni, che non mi ha ispirato alcuna simpatia.
Ci sono grandi professionisti tra le imprese e tra le agenzie di comunicazione che faticano per rendere credibile un brand, a loro va la mia considerazione.
Questo è un mio punto di vista strettamente personale, ognuno è libero di creare tutti i cloni che desidera, avrà un cliente in meno sul mercato. (Per quello che può valere)
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