Active Branding
In un vecchio post ho ironizzato sui tentativi di creare una relazione di amicizia tra un brand e i suoi pubblici.
Non posso che condividere l'affermazione di Janez Damjan quando scrive:
My friends and my brands are not in the same space.
Damian introduce il concetto di Brandship ovvero delle relazioni con un brand, che tiene ben distante da quello di Friendship.
Non posso che condividere l'affermazione di Janez Damjan quando scrive:
My friends and my brands are not in the same space.
Damian introduce il concetto di Brandship ovvero delle relazioni con un brand, che tiene ben distante da quello di Friendship.
Possiamo creare contenuti ed eventi di marca memorabili, progettare valore durante tutti i momenti di contatto con una marca, ma dobbiamo sempre tenere presente, che lo spazio dei media (media space), lo spazio dei canali commerciali (market space), lo spazio dei brand (brand space) e lo spazio dei clienti, attuali e potenziali (customer space) anche se si trovano tutti in rete sono spesso spazi ben distinti.
Ci sono spazi che sono e rimangono privati e in cui una marca non dovrebbe entrare.
E' possibile definire la "brand distance" o il "brand divide", come la distanza culturale che divide una marca dai suoi pubblici.
Questa distanza non si può colmare con la pubblicità, ma con un migliore allineamento tra i valori di un brand e i suoi comportamenti, tra i valori comunicati e quelli percepiti, tra l'ascolto attivo e la comunicazione attiva.
Fonte dell'immagine: Andrea Rossi
E' possibile definire la "brand distance" o il "brand divide", come la distanza culturale che divide una marca dai suoi pubblici.
Questa distanza non si può colmare con la pubblicità, ma con un migliore allineamento tra i valori di un brand e i suoi comportamenti, tra i valori comunicati e quelli percepiti, tra l'ascolto attivo e la comunicazione attiva.
Fonte dell'immagine: Andrea Rossi
2 Comments:
Ottime considerazioni Maurizio. In effetti mischiare le due cose non portano necessariamente ad un vantaggio.
Il che lascia intuire anche che inserire 'ads' in un contesto percepito come privato possa essere irrilevante - se non addirittura una 'violazione'.
E magari il fatto stesso di avere un mezzo (illusoriamente?) autogestito e contenuti autoprodotti, come in un social network, accentua questa percezione.
Soluzione per l'azienda? trovare una piattaforma adatta, per evitare il piu' possibile questa "intrusione"!
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