domenica, marzo 08, 2009

Brand Introspection 


Ascolto, conversazioni, dialogo sono le parole chiave che si possono trovare in tantissimi documenti e presentazioni disponibili in rete sul marketing digitale.

Sono poche invece le analisi che si sono soffermate sul lavoro di ascolto interiore e di introspezione che è necessario fare sulla marca che ha oggi una profonda necessità di ripensare se stessa in quest'era di profondi cambiamenti.

Mi ha particolarmente colpito l'articolo di Paul Worthington proprio perché esprime un pensiero per nulla ovvio:

Brands must not lose their internal focus amidst the din of new information.

The world has changed. The new reality of online customer conversation means brands will need a strongly defined sense of self in order to succeed. This represents a need to think counter-intuitively about your brand – focusing on the inside more than the outside. The initial challenge is not to better understand and respond to the customer. The challenge is to start with better understanding who you are, what you truly believe in, and what you can realistically offer to your customer.

L'attenzione al cliente è fondamentale, ma non deve far soccombere quella ai valori centrali di un brand.

Ascoltare, significa sapersi adattare, ma non a costo di perdere completamente la propria identità cercando di seguire le mode e spesso i capricci del mercato.

...If all you focus on are what customers are telling you, you risk losing sight of who you are, what you believe in and what drives you forwards.

La conversazione è spesso impegnativa e richiede una buona dose di preparazione. Costruire una presenza evoluta online utilizzando i Social Media significa aprire un certo numero di touch point che vanno presidiati e che richiedono di ripensare il proprio processo organizzativo.

Before opening yourself up to the conversation, before engaging outside, start with who you really are, what you as an organization really believe in, and what gets you out of bed in the morning.

Forget mission and vision statements. These are banal at best. Forget ‘shareholder value’ — No one ever got out of bed for increased shareholder value (but if you have something powerful to drive you, you have a better chance of creating plenty of it).

Instead understand what you believe in and really can deliver, articulate this ethos simply so that everyone in your organization can understand it, place it firmly at the heart of your brand, and drive it through both your operations and your culture in everything that you do.

Then, and only then, should you engage in the wider conversation. With a clear sense of internal purpose and direction you stand a much better chance of using social media and online conversation as a source of competitive advantage rather than disadvantage.

Molte nuove agenzie creative stanno spingendo le imprese ad aprirsi e a conversare in rete, ma senza un adeguato lavoro di introspezione il rischio di ottenere un effetto boomerang è elevatissimo.

La crisi è il periodo migliore per ripensare profondamente al ruolo di un brand.

Il dibattito su Brandchannel è molto appassionato. Se ne discute da oltre un anno. Interessante il commento di Deepak Parashar che scrive:

"Recession is certainly unwelcomeable for branding industry. Howerver, recession may be look edupon as a period for brand introspection . It is a period of test of brand's health....

L'introspezione è un processo ben descritto da Wikipedia che così la definisce:

L’introspezione è l’osservazione diretta o anche la “ruminazione” del proprio cuore, della propria mente, della propria anima e dei loro processi da parte di una persona (leggi marca). Si pone al contrario di quel processo denominato in inglese extrospection, che consiste invece nell’osservazione di ciò che è esterno al proprio sé.

E' un processo che richiede un metodo rigoroso ed un percorso.

Per il mio prossimo corso di e-branding allo IULM cercherò di esplitare la metodologia che ho sviluppato per la Brand Introspection. In prossimi post conto di approfondirne meglio il concetto.
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