martedì, febbraio 10, 2009

Oltre la pubblicità 


Ancora una volta Adverlab colpisce nel segno, affrontando un tema spinoso e importante: l'evoluzione del ruolo della comunicazione pubblicitaria, che non deve più limitarsi al trasferire un messaggio, ma deve offrire un contributo concreto affinché chi lo recepisce possa avere gli strumenti per cambiare un atteggiamento.

Il "consumatore" è cambiato, è più maturo e consapevole e vuole che la pubblicità ne tenga conto.

Un esempio calzante riguarda le campagne antifumo. Si può ridicolizzare il fumatore, tentare di spaventarlo, fargli vedere i danni provocati dal fumo attivo e passivo, ma la consapevolezza, (ammesso che ci sia) da sola non basta.

E' finita l'era degli slogan, stiamo entrando in una nuova era caratterizzata dalla complessità.

Le immagini choc, le provocazioni, lasciano il tempo che trovano. Oggi c'è bisogno di soluzioni concrete.

Se si vuole convincere un fumatore a smettere, occorre fornirgli degli strumenti, delle motivazioni e dei messaggi in cui si può rispecchiare.

If you are working on an anti-smoking assignment, take a look at Allen Carr's The Easy Way to Stop Smoking, a self-help book that has been more successful in getting people to quit than many other methods. Instead of nagging the smokers or scaring the bejesus out of them, he calmly -- and at times cheesily -- explains how smoking doesn't have any of the positive effects that smokers count on, such as controlling anxieties or relieving stress.

C'è tanto bisogno che la pubblicità cambi pelle e ripensi il suo ruolo, ma le agenzie di pubblicità italiane sono terrorizzate dall'affrontare questo dibattito, che in altri Paesi è ampiamente avviato, dando luogo ad un profondo processo di revisione della creazione di valore attraverso la comunicazione pubblicitaria e non.

Se chiedete oggi ad un creativo e ad un utente evoluto quale sia ruolo della pubblicità, non sono tanto sicuro che si ottenga una visione condivisa.

Se la pubblicità non imparerà a riflettere sul suo ruolo, sicuramente sarà il mercato a forzare questa riflessione.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Mi viene da pensare: #32. I mercati intelligenti troveranno i fornitori che parlano il loro stesso linguaggio; ed anche #75. Se vole te che parliamo con voi, diteci qualcosa. Tanto per cambiare, fate qualcosa di interessante.
Cluetrain manifesto

10/2/09 11:36  
Blogger Maurizio Goetz said...

La domanda implicita che poni è: quanti pubblicitari hanno letto il Cluetrain Manifesto?

10/2/09 11:47  
Anonymous Anonimo said...

Perfetto!!
ed adesso attendiamo risposta

10/2/09 12:18  
Anonymous Anonimo said...

La pubblicità continua a essere ancora una forma di comunicazione asimmetrica, a una via, o 1.0, a seconda che si preferisca il linguaggio delle relazioni pubbliche o quello del web. Resta il fatto che i pubblicitari cercano ancora di scaricare un messaggio addosso agli utenti senza preoccuparsi del dopo. Tra le poche pubblicità in cui si cerca il feed back dell’interlocutore ci sono quelle in cui si chiede di telefonare a un numero verde per avere informazioni. In questo caso si sarebbero potuti invitare i fumatori a telefonare per sapere di più sui metodi di disintossicazione. Un’occasione persa.

10/2/09 20:54  

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