martedì, gennaio 06, 2009

Si fa presto a parlare di Social Media 

Il 2008 può essere classificato come l'anno di consolidamento dei Social Media per una buona parte di utenti della rete, ma per un numero ancora limitato di aziende. Cosa caratterizzerà invece il 2009?

Come d'obbligo, le previsioni per l'anno nuovo non mancano, ma come David Armano saggiamente suggerisce occorre evitare che gli scettici si trasformino in conformisti, per questo ritengo che il 2009 sarà l'anno della verità, almeno per quanto concerne l'utilizzo dei Media Sociali in ambito aziendale.

Sostenibilità, misurabilità, concretezza e pragmatismo costituiranno le parole d'ordine per un anno caratterizzato da grande incertezza e forti turbolenze ambientali.

Il cambiare per il gusto di farlo, non porterà da nessuna parte in assenza di una strategia in grado di indicare non solo la direzione da prendere, ma che fornisca anche chiare indicazioni per risolvere le difficoltà del cammino.

Nel 2008 sono stati pubblicati diversi libri sugli strumenti del nuovo web e si è discusso molto di Twitter, Facebook, Friendfeed, Corporate Blogging, Enterprise 2.0, User Generated Content, ma molti segnali ci indicano chiaramente che nel 2009 si dovrà tornare a concentrare l'attenzione sui cambiamenti strategici e culturali in azienda più che sugli strumenti.

Gli strumenti del nuovo web non possono funzionare se non sono inseriti in una cultura aziendale adeguata.

Come si fa a favorire il cambiamento in azienda, quando prassi consolidate, conformismo, omologazione culturale, scarsità di incentivi rappresentano l'humus in cui sono immerse molte imprese soprattutto di grandi dimensioni? Come cambiare atteggiamenti e mentalità? Sarà sicuramente questo uno dei grandi temi di discussione per il 2009.

In tempi di crisi le imprese più illuminate stanno assumendo le persone non solo in funzione delle loro competenze, ma anche considerando i loro atteggiamenti.

Se in tempi di relativa stabilità, i manager che hanno la tendenza a mettere in discussione modelli e assetti organizzativi sono stati molto spesso emarginati in azienda, oggi vengono corteggiati.

Sono i cosidetti "corporate heretics" celebrati da un bellissimo libro, pubblicato nel 1996, che è passato un po' innosservato, ma la cui ultima edizione, sta riscontrando un grande successo.


The Age of Herectics, di Art Kleiner, è una lettura indispensabile per tutti quei manager che devono combattere quotidianamente per promuovere l'innovazione all'interno della loro azienda e che hanno bisogno di idee e strumenti operativi per favorire il cambiamento.

Si fa presto a parlare di Social Media in ambiti in cui ai dipendenti non è concesso di utilizzare Internet come strumento di lavoro.

Per questo ritengo che sia necessario fare un passo indietro, per poterne poi fare due in avanti.

9 Comments:

Blogger Unknown said...

Inutile dire che mi trovo d'accordissimi con queste parole. Sono anni che vado predicando questo verbo. Finché non cambia la mentalità aziendale c'è poco da fare. Ecco perché chi fa consulenza dovrebbe farla a 360° e suggerire ai capi d'azienda di cambiare prima di tutto la mentalità aziendale.

7/1/09 09:49  
Blogger gigicogo said...

Assolutamente daccordo.
Buon 2009

7/1/09 17:02  
Blogger Salvo Pinella said...

Ciao maurizio è da un pò che non commento...... ma continuo a leggerli i tuoi post.
Sono sempre stato in accordo con quello che scrivi, e del resto il motto: strategie strategie strategie e ancora strategie è quello che mi contraddistingue [ne abbiamo parlato un po di tempo fà]
Quindi anche questa volta completamente in accordo.

Ps complimenti per la scelta dei testi per il master Iulm, testi quali ad esempio "internet pr" da cui tanti studenti, manager ma anche docenti consulenti e coach dovrebbero trarre tanta tanta linfa
Buon inizio d'anno

7/1/09 18:06  
Blogger L' Uomo Con La Valigia said...

Maurizio, non potrei essere di più d'accordo.
Lavoro in una grande azienda chimica, di quelle lontane dalla ribalta, che sono ovunque, i cui prodotti sono sotto gli occhi di tutti eppure sconosciuti. Mi sono messo a monitorare le attività degli altri concorrenti, in tema di strumenti e cultura web, di qualunque tipo e, sorpresa, molte di esse stanno riducendo la presenza in rete!
Limitano il numero di pagine e di informazioni, perfino quelle semplici, di testo.
Una sola poi ha un canale video, ma i cui risultati (feedbacks) stanno spaventando le altre.
E per il 2009 si è concentrati su ben altro...

7/1/09 19:16  
Blogger Blogger said...

Riguardo ai Social Network, la politica americana ha insegnato molto. O meglio: la campagna elettorale di Obama, insegna molto! C'è un libro bellissimo scritto da Giuliano da Empoli, che parla proprio di Obama e Facebook! E lascia facilmente intendere che i social network sono ormai, almeno per la società americana, una piattaforma comunicativa imprescindibile se si vuole ottenere risultati concreti

7/1/09 21:25  
Blogger postoditacco said...

Visto che ne abbiamo già parlato, sai già che la penso allo stesso modo.
Sul *come* fare a introdurre questo cambio di mentalità nelle aziende purtroppo parto dalla sempre valida considerazione che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, compresi i migliori propositi, senza contare le notevoli resistenze ai cambiamenti tipiche di chi non ha fiducia in sè stesso.

La campagna elettorale di Obama, purtroppo, ha insegnato molto a pochi addetti ai lavori (che a dire il vero stanno ancora cercando di capire i reali fattori di questo straordinario successo), mentre chi doveva realmente recepire questo messaggio/insegnamento si è solamente riempito la bocca di "Yes, we can" (e relative traduzioni in lingua indigena) e rimboccato le maniche (qualcuno forse si è fatto pure la lampada), per poi continuare a comportarsi esattamente come prima.

Le poche iniziative intraprese sono sistematicamente in netto ritardo rispetto alle abitudini degli utilizzatori di Internet (e qui si dovrebbe aprire un ventaglio di considerazioni).

Chissà, forse proponendo alle aziende soluzioni e strategie sfacciatamente semplici da comprendere e misurare, poco costose (e sottolineo *poco costose*) e discretamente redditizie, poco rischiose (soprattutto per i manager stessi che le avallano) e che garantiscano una certa visibilità all'interno dell'azienda in caso di successo (è triste da dire ma è proprio così), forse (e dico *forse*) potrebbe esserci qualche speranza.

E' dura, molto dura, non mi aspetto cambiamenti repentini nè radicali, però mollare la presa proprio ora significherebbe giustificare le paure e gli alibi dei manager, che non aspettano altro per fare marcia indietro.

Sarei felicissimo se qualcuno mi contraddisse e se gli eventi nel corso del 2009 dimostrassero il contrario delle mie sensazioni.

Un saluto.
Roberto

7/1/09 22:30  
Blogger [m]m said...

di eretici parla anche seth godin nel suo ultimo libro, Tribes.

8/1/09 08:30  
Blogger Maurizio Goetz said...

The Age of heretics, va oltre perché parla di favorire la cultura dell'eresia in azienda. Non dare mai nulla per scontato, ma ovviamente non gettare l'acqua con il bambino dentro.

8/1/09 09:05  
Blogger Unknown said...

lascio qui una mia visione sul social media marketing: http://wingbeatman.blogspot.com/2008/12/social-media-marketing-cosa-non.html

Attendo critiche e commenti.

13/1/09 09:46  

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