Questioni personali?
Prendete due avvocati, uno della difesa ed uno che rappresenta la pubblica accusa. Li troverete in aula che si attaccano duramente, ognuno rappresenta una tesi da difendere o da portare avanti. Finito il processo, eccoli al bar che prendono insieme il caffè. Sono professionisti e fanno il loro lavoro, nothing personal.
Gli avvocati sono la massima espressione della dialettica, il confronto anche aspro, ma in cui ci sono delle regole e in cui si rispetta l'avversario fa parte delle regole del gioco. (Idealmente è così, se poi nella realtà non sempre avviene è un altro paio di maniche).
In Italia manca la cultura della dialettica ed ogni divergenza è sempre una questione personale.
Io mi arricchisco culturalmente leggendo soprattutto i blog e i forum che hanno posizioni che non condivido. Molto spesso nei miei commenti esprimo il mio dissenso motivato, qualche volta anche io mi irrito per le critiche ricevute pur consapevole che questo è un atteggiamento profondamente sbagliato.
La cultura della personalizzazione e dell'on demand tende a radicalizzare le posizioni, solitamente ognuno ama leggere i contenuti e le opinioni con cui è tendenzialmente d'accordo e questo non è un bene.
Anche nel mondo professionale, un cliente che cerca fornitori e consulenti pronti ad assecondarlo sempre e comunque non porta avanti i suoi interessi, ma nutre solo il suo ego.
Il dissenso non deve essere sempre preso come attacco personale, non sempre lo è, spesso anche io me lo dimentico.
Le persone che non sono d'accordo con noi in moltissimi casi partono da presupposti diversi dai nostri. Nella vita privata come quella professionale, non ci farebbe male recuperare gli insegnamenti dei grandi maestri della dialettica.
Se questi pensieri sono così ovvi, perchè ho sentito il bisogno di scriverli?
Gli avvocati sono la massima espressione della dialettica, il confronto anche aspro, ma in cui ci sono delle regole e in cui si rispetta l'avversario fa parte delle regole del gioco. (Idealmente è così, se poi nella realtà non sempre avviene è un altro paio di maniche).
In Italia manca la cultura della dialettica ed ogni divergenza è sempre una questione personale.
Io mi arricchisco culturalmente leggendo soprattutto i blog e i forum che hanno posizioni che non condivido. Molto spesso nei miei commenti esprimo il mio dissenso motivato, qualche volta anche io mi irrito per le critiche ricevute pur consapevole che questo è un atteggiamento profondamente sbagliato.
La cultura della personalizzazione e dell'on demand tende a radicalizzare le posizioni, solitamente ognuno ama leggere i contenuti e le opinioni con cui è tendenzialmente d'accordo e questo non è un bene.
Anche nel mondo professionale, un cliente che cerca fornitori e consulenti pronti ad assecondarlo sempre e comunque non porta avanti i suoi interessi, ma nutre solo il suo ego.
Il dissenso non deve essere sempre preso come attacco personale, non sempre lo è, spesso anche io me lo dimentico.
Le persone che non sono d'accordo con noi in moltissimi casi partono da presupposti diversi dai nostri. Nella vita privata come quella professionale, non ci farebbe male recuperare gli insegnamenti dei grandi maestri della dialettica.
Se questi pensieri sono così ovvi, perchè ho sentito il bisogno di scriverli?
2 Comments:
Parole santissime!
La problematica in oggetto, per quanto mi riguarda, é molto più pressante nella vita privata che professionale.
Quanti scontri ho subito a causa dell'errata convinzione che l'antitetica posizione altrui fosse un attacco personale! Grazie Maurizio, ti citerò spesso, d'ora in poi.
Marurizio, ieri ho lasciato questo commento, lo inserisco una seconda volta, non so perche', sul mio cocomment c'e' ma qui no. E' la seconda volta che mi capita e non capisco se dipende da cocomment o da blogger.
Ecco cosa avevo scritto:
Questi pensieri non sono affatto cosi' ovvi, o meglio forse lo dovrebbero essere, ma come tu stesso scrivi, "in Italia manca la cultura della dialettica ed ogni divergenza è sempre una questione personale".
Proprio perche' questa cultura manca, a volte puo' essere difficile distinguere chi critica in buona fede e chi invece lo fa con il piu' o meno dichiarato intento di portare un'offesa (personale).
Sta all'intelligenza delle parti rimanere nell'ambito del fair play.
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