IAB FORUM 2007 primo giorno, prime impressioni
Entrando allo IAB Forum 2007 non si può non notare che la grande sala dell'auditorium è quasi piena. C'è ancora più gente rispetto all'edizione passata. L'interesse c'è e si percepisce. Gli organizzatori hanno lavorato bene. Complimenti a tutti.
Introduce Layla Pavone, ma non si dilunga, i temi vengono solo abbozzati.
Molto bella e suggestiva la presentazione di Marco Montemagno; qualche stoccata in punta di fioretto, immagini evocative per promuovere internet. Ma ce n'era bisogno? Montemagno ha fatto quel che doveva e forse di più, ma forse lo speech è fuori tema.
Molto bello anche l'intervento di David Weinberger che spiega con chiarezza e con efficacia quello che le aziende non devono fare.
L'intervento di Jaap Favier, vice presidente & Research Director di Forrester è convincente. Appassionato, stimolante, ma anche con elementi concreti su cui riflettere.
Alison Fennah, executive Director European Interactive Advertising Association, snocciola dati e numeri che danno un'idea molto precisa sulle dinamiche del mercato.
Le presentazioni verranno messe on line sul sito dello IAB FORUM, quindi non mi dilungo.
La seconda giornata, sarà invece dedicata all'approfondimento dei temi della comunicazione digitale.
Abbiamo sentito parlare di Facebook, di blog, di social media, di piattafome di videosharing, grazie ai relatori che hanno volato alto.
Poi una visita agli stand e ci si accorge subito di quanto l'offerta media italiana sia lontana anni luce, dagli standard internazionali. Search engine marketing, dem, un po' di contextual advertising, e tanti tanti banner.
Non credo che ci sia un'azienda italiana che non consideri il web con attenzione, ma se l'offerta è quella che ho visto, forse è meglio proseguire ancora un po' ad investire i budget in televisione.
Non chiederò ai marketing manager che ho incontrato allo IAB cosa ne pensano delle conferenze, so già che la risposta sarà positiva, mi domando che cosa si possa fare per migliorare la qualità dell'internet advertising italiana, in cui l'orientamento è troppo squilibrato sul prodotto e non sul cliente. Altro che conversazioni.
Introduce Layla Pavone, ma non si dilunga, i temi vengono solo abbozzati.
Molto bella e suggestiva la presentazione di Marco Montemagno; qualche stoccata in punta di fioretto, immagini evocative per promuovere internet. Ma ce n'era bisogno? Montemagno ha fatto quel che doveva e forse di più, ma forse lo speech è fuori tema.
Molto bello anche l'intervento di David Weinberger che spiega con chiarezza e con efficacia quello che le aziende non devono fare.
L'intervento di Jaap Favier, vice presidente & Research Director di Forrester è convincente. Appassionato, stimolante, ma anche con elementi concreti su cui riflettere.
Alison Fennah, executive Director European Interactive Advertising Association, snocciola dati e numeri che danno un'idea molto precisa sulle dinamiche del mercato.
Le presentazioni verranno messe on line sul sito dello IAB FORUM, quindi non mi dilungo.
La seconda giornata, sarà invece dedicata all'approfondimento dei temi della comunicazione digitale.
Abbiamo sentito parlare di Facebook, di blog, di social media, di piattafome di videosharing, grazie ai relatori che hanno volato alto.
Poi una visita agli stand e ci si accorge subito di quanto l'offerta media italiana sia lontana anni luce, dagli standard internazionali. Search engine marketing, dem, un po' di contextual advertising, e tanti tanti banner.
Non credo che ci sia un'azienda italiana che non consideri il web con attenzione, ma se l'offerta è quella che ho visto, forse è meglio proseguire ancora un po' ad investire i budget in televisione.
Non chiederò ai marketing manager che ho incontrato allo IAB cosa ne pensano delle conferenze, so già che la risposta sarà positiva, mi domando che cosa si possa fare per migliorare la qualità dell'internet advertising italiana, in cui l'orientamento è troppo squilibrato sul prodotto e non sul cliente. Altro che conversazioni.
10 Comments:
Ciao maurizio, grazie per il mini-recap ed i link alle presentazioni (purtroppo al Forum non sono potuta venire). Leggo la tua laconica frase.... "Poi una visita agli stand e ci si accorge subito di quanto l'offerta media italiana sia lontana anni luce, dagli standard internazionali."
Concordo pienamente, purtroppo però non serviva girare per gli stand per rendersene conto. Mi trovo a dover fronteggiare il problema ogni giorno. Perché anche chi vuole comunicare online in modo diverso (non dico addirittura innovativo!) non trova media partner che parlino la stessa lingua, neppure a pagamento.
Alla fine tutto si riduce a tabellare, tabellare, tabellare e DEM. Ma mi spieghi chi le legge le DEM? Nella maggior parte dei casi gli open rate e i click through rate non sono neppure disponibili - (o forse, si vergognano di passarteli). O, addirittura, se desideri usare Eyeblaster in una campagna, ci sono concessionarie che ti chiedono un sovrapprezzo del 40%...
Aiuto!
ciao Martina, non posso aggiungere nulla a quanto scrivi tu. Ci sono aziende molto creative in Italia, ma vengono ostacolate e lavorano con grande difficoltà. Chissà se in altri Paesi europei va meglio.
Ciao è vero che agli eventi di questo tipo le cose che si vedono sono lo stato dell'arte. E' vero che gli interventi sono stati incisivi, si è cercato di vendere internet molto meno degli anni precedenti, e anche questo è un dato importantissimo, ma è vero come dici tu che gli stand al di fuori della sala plenaria non mi ha detto nulla di nuovo. Mi sembrava un mini Smau degli ani d'oro, senza gadget e cubiste. Forse è vero che l'advertising online in Italia stenta a creare un'offerta sofisticata. Io lavoro moltissimo su marketing non convenzionale è faccio fatica a dire che non ci sia mercato. Trovo che nelle aziende ci sia molta più sensibilità e conoscenza dell'argomento, per cui la nostra è compresa e richiesta.
Fatto sta che al Forum si siano viste due facce, una interessante e l'altra decisamente meno
Maurizio, per esperienza personale posso dirti che Olanda e Francia sono avanti anni luce. UK neppure la cito...
Martina, non credi che la prima da cosa da fare è riconoscere che il gap c'è e cominciare a prendere provvedimenti? In molti centri media ed agenzie la formazione permanente è qualcosa di totalmente sconosciuto.
Sono assolutamente d'accordo. Anche se, quando penso al Web, non riesco ad immaginare un "corso" per spiegare come deve evolversi e come si è evoluta la comunicazione online. Il mio istinto da self made (wo)man mi dice che serve tanto guardarsi in giro, leggere blog, essere curiosi!
Insomma, alle volte ho l'impressione che il Web made in Italy sia soprattutto super pigro...
Stavo per scriverlo già nel commento precedente, credo che sia compito anche di noi "marketer d'avanguardia" (passami il termine) di iniziare a sfidare e a coinvolgere sempre più i centri media. Volendo passare ad un ignobile ricatto, posso sempre dire: se vuoi i miei soldi, datti una svegliata!
Con le agenzie il discorso è diverso, tale spirito d'iniziativa me lo aspetto da loro. Soprattutto considerati i brand per cui ho lavorato (e lavoro), non posso capire come un'agenzia, nel mio caso, non "osi" presentare qualche idea fuori dai soliti schemi (italiani). Certo che se vai da una banca e le proponi le Heidies questi ti cacciano alla terza slide, però vedo che tanti, anche quando possono lanciarsi in qualcosa di nuovo, non lo fanno. E allora, mi viene il dubbio che non lo sappiano fare...
E con questo chiudo, non voglio essere troppo polemica in pubblico, se ti va, continuiamo la discussione via email :-)
@ Martina
Beh, ti sembrerò di parte ma fra DEM e Search Marketing c'è sicuramente una bella differenza... come c'è con il display adv.
Comunque convengo con voi che il gap ci sia ma fare di tutta l'erba un fascio non credo sia corretto né utile.
Le strategie che considerano i motori di ricerca come strumento di comunicazione sono decisamente avanzate (non parlo di fare solo campagne Adwords).
Giusto ieri ne abbiamo parlato al workshop sul Search dove noi abbiamo parlato di gestione della reputazione, di user experience e persino di eye-tracking.
Anzi, ti dirò di più: forse abbiamo "esagerato" proponendo "evoluzioni" troppo marcate rispetto a quello che le aziende in sala stavano cercando o erano disposte a capire.
In altre parole: almeno noi del Search "ci proviamo" e spesso riusciamo a fare innovazione continua.
Maurizio, non condivido il fatto di averci messo come capofila del tuo elenco di aziende tradizionali in un mercato che non innova :-)
Nereo
Si forse dovrei chiarire meglio.
Il search engine marketing in Italia rappresenta sicuramente la parte più avanzata dell'offerta, non per nulla è un comparto in crescita. Non per nulla riguarda attività specifiche per le caratteristiche di internet.
Tuttavia l'offerta complessiva del web advertising è frammentata, poco innovativa sulla parte di display adv con un livello di creatività media molto molto indietro rispetto agli standard internazionali. Valutando nel complesso il mercato italiano, è sicuramente molto indietro e confermo quanto ha scritto Martina. Qual'è lo stato dell'arte delle "strategie internet"?
ciao maurizio,
mi fai qualche esempio di prodotti e/o servizi che sono già presenti in altri paesi europei e credi vadano lanciati anche in Italia?
Hey, ma questa è consulenza ;)
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