venerdì, novembre 02, 2007

ROI, misurazioni e gli indici di creatività 


Ogni attività aziendale deve essere rigorosamente misurata, soprattutto quando porta ad investimenti.

Troppe attività di comunicazione sono scarsamente misurate e i benefici non sono sempre evidenti.

Sviluppare metriche adeguate e specifici modelli di misurazione per ogni attività innovativa è quindi di fondamentale importanza.

ROI è un acronimo che sta per return on investment, ovvero è un indice per misurare l'indice di reddività degli investimenti.

Se è vero che ci sono aziende in cui la cultura della misurazione è scarsa, è altrettanto vero che in altre, l'ipersensibilità verso la misurazione porta a rifiutare ogni investimento che non abbia forme di misurazione diretta su fatturato o utili.

Sui benefici della misurazione delle attività di comunicazione sono stati versati fiumi di inchiosto, per questo non vorrei proporvi l'ennesimo contributo sull'argomento. Mi sembra invece interessante segnalare questo interessante articolo sui rischi degli eccessi di una cultura dell'ipermisurazione.

"Dont let ROI mean Removal of Innovation"

We're the generation that has seen ROI concepts strengthened. But we're also the ones who have fueled the quantum jump in which ROI often disappears as an applied metric and reappears as a generalized way to say things as simple as "How much money will we make off that?" (which admittedly doesn't sound as smart).

Se il ROI diventa un parametro che porta all'ossessione, esattamente come accade in televisione, con l'esasperazione per la rilevazione degli ascolti, questo non è un bene se si trascura tutto il resto.

In an era when the emergence of a compelling new (supposedly measurable) medium is a common, seemingly weekly occurrence, this temptation to sacrifice creativity for measurability is understandable. But as agencies we are paid to deliver innovation, strategy and creativity and to bring those to life in ways that make robust connections between people, ideas and brands. Without that stuff, there's not much ROI to measure.

Oggi una visione meramente finanziaria, sta uccidendo l'immaginazione e la creatività e spesso conduce a visioni estremamente miopi.

Le imprese e le agenzie di comunicazione devono abbracciare la cultura della misurazione, che deve tuttavia allargare la sua visuale. Va benissimo utilizzare il ROI, ma anche altri indici come:
  • ROCS (Return on customer satisfaction)
  • ROCA (Return on custumer attention)
  • ROES (Return on employees satisfaction)
  • ROIR (Return on investment in relationship (by Tom Peters)
Voi che metriche suggerite?

L'immagine è tratta da una presentazione di Tom Peters.

3 Comments:

Blogger Unknown said...

ma esiste un sistema per misurare anche le attività di lobbying? Si tratta pur sempre di comunicazione no?
Andrea

2/11/07 16:16  
Blogger Maurizio Goetz said...

Certamente Andrea, ma il mio post va letto su più layers.

1) trovare le giuste metriche per misurare differenti cose

2) allargare una visione meramente finanziaria/controllo di gestione, che pur importante potrebbe uccidere la creatività

3) considerare elementi soft nella misurazione come la soddisfazione degli stakeholders

Non voglio rinnegare l'importanza della misurazione, ma estenderne la portata.

Circa la tua domanda, si ci sono anche misurazioni delle attività di lobbying, anche se è un argomento che esula dalle mie competenze specifiche.

2/11/07 16:24  
Blogger Marco Dal Pozzo said...

Maurizio, penso sia questo il post(o) giusto per poter citare un altro indice di cui, però, ho soltanto sentito parlare (a proposito di metriche per il Corporate Blogging): il ROI intenso come Return On Influence.

Ci puoi dire qualcosa? Oppure: dove possiamo studiare la cosa?

Grazie Maurizio :)

2/11/07 17:23  

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