mercoledì, settembre 19, 2007

Ripensare le competenze nella comunicazione nell'era del mash up 

Nessuna professione è al riparo dal cambiamento, figuriamoci quelle nell'ambito della comunicazione.

Stiamo vivendo oggi un ripensamento di tutte le professioni i cui confini sono meno tracciabili rispetto ad un tempo.

Come dieci anni fa, qualcuno si improvvisa oggi consulente di "blog marketing" in virtù della sua esperienza con le piattaforme tecnologiche di blogging, quando il reale problema è gestire la complessità della reputazione sui social media.

Molti ritengono erroneamente che la professione delle pubbliche relazioni si limiti all'attività di ufficio stampa. Non è così, come spiegano, con dovizia di particolari, i blog di Enrico Bianchessi e Italo Vignoli (che guarda a caso ha modificato la baseline del suo blog per rafforzare il concetto).

Chi si occupa di pubblicità televisiva deve fare oggi i conti con le sfide delle televisioni digitali interattive che impogono nuovi schemi di lavoro e nuove competenze. Nuovi formati, nuovi schermi, nuove modalità narrative mettono in crisi chi è cresciuto a pane e spot.

Anche la pubblicità esterna è in profonda trasformazione. I sistemi location based, l'ambient advertising, i grandi formati digitali richiedono sicuramente un adeguamento di competenze.

Fare comunicazione è un mestiere a tutto tondo basta pensare il numero di competenze che sono necessarie per comunicare sui social media, di natura strategica, produttiva (audio, video, ...) creativa, tecnologica e via discorrendo.

Le scuole di comunicazione formano oggi professionisti troppo rigidi. Se è vero che la specializzazione è importante è altrettanto vero che le nuove professioni emergenti tendono a ibridare le competenze.

Grazie alla digitalizzazione dell'informazione oggi possiamo copiare, ri-editare, remixare con facilità. Stiamo appunto vivendo nell'era del mash up.

Quello di cui oggi abbiamo bisogno è un mash up professionale che possiamo definire parafrasando wikipedia, la costruzione di competenze derivative che consistono nella ricomposizione di competenze tradizionali in modo innovativo.

L'immagine è di Chris Rain

1 Comments:

Blogger Enrico Bianchessi said...

Caro Maurizio, ti ringrazio per la citazione. La "battaglia" per liberare l'immagine delle relazioni pubbliche da restrittivi luoghi comuni e disinformazione è decisamente difficile, e se è vero che presso molte direzioni marketing regna ancora una certa confusione tra concetti come notorietà, immagine e reputazione, tra strumenti e obbiettivi, tra tecnologie e strategie etc etc, mi corre l'obbligo di sottolineare come purtroppo alcuni operatori del settore contribuiscano attivamente e creativamente a perpetuare suddette ignoranze e malintesi. Recentemente una agenzia di Roma ha lanciato un fantastico software che magicamente risolve tutti i problemi di comunicazione e ufficio stampa di una azienda. Non solo: la solerte agenzia ci comunica che apparire sui quotidiani nazionali a titolo gratuito grazie alla spedizione di comunicati stampa "equivale a uno spazio pubblicitario del costo di € 13.000" Strepitoso. E una affermazione così palesemente assurda e strampalata viene da chi si autodefinisce consulente per la comunicazione. Siamo messi davvero bene.

19/9/07 11:52  

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