Del concetto di media neutrality

Scott Donaton che seguo spesso su Advertiging Age, contesta il termine media neutrality per delle ragioni che ben spiega in questo articolo. Non posso essere questa volta d'accordo con lui, la sua posizione non mi convince del tutto.

Mi piace invece la definizione di Jack Meyrs che così ne definisce il concetto:
Media neutrality suggests that marketers, media companies, and advertising agencies change their internal structures to recognize every marketing and media option equally, without the bias of history and precedent. It suggests that marketers disengage their agencies from the traditional negotiation battles between media buyers and sellers.
Qui potete trovare l'articolo integrale di Meyrs.

Scott Donaton preferirebbe utilizzare il termine di media maximization, ma a mio modesto avviso sbaglia, perchè i due termini non sono intercambiabili.

Se il concetto di media maximization afferisce alla capacità di utilizzare diversi media in funzione delle loro caratteristiche specifiche e distintive (in questo sono d'accordo con Donaton), il concetto di media neutrality è più sottile e suggerisce ai centri media di abbandonare la pratica di pianificare forzatamente i media che sono più conosciuti e da loro meglio gestiti (leggi televisione), ma anche più remunerativi (leggi commission, over commision e diritti di negoziazione) e utilizzare quelli che meglio rispondono agli obiettivi strategici del cliente.

Progettare una campagna stampa richiede notoriamente meno sforzi di una campagna on line. E' anche più facile trovare competenze nella pianificazione off line che in quella on line.

Il concetto di media maximization implica quindi l'avere la necessaria competenza per trattare sinergicamente media differenti, mentre quello di media neutrality implica l'avere un'integrità che porta alla fine a ciò che Scott Donaton suggerisce: servire i propri clienti e le proprie audience.

Suggerisco quindi di utilizzare entrambi i termini.

L'immagine è di Masternewmedia