venerdì, giugno 01, 2007

Il blogger è una categoria? 


Tengo un blog da diverso tempo, ma ho un rapporto, mi sembra abbastanza naturale con il blog. Lo considero uno strumento e sono consapevole delle potenzialita, ma anche dei suoi limiti.

Da tempo Franco Carlini, cerca di analizzare criticamente il fenomeno dei blog e della blogosfera, esprimendo le sue opinioni, che talvolta condivido e altre volte meno.

Mi appare del tutto incomprensibile, la reazione da parte di certi blog, che vivono ogni analisi critica come un attacco ad una "categoria". Per questo mi chiedo, ma il blogger è una categoria, a prescindere dalle differenze in termini di contenuto, stile, visione, che ogni blog esprime? E' possibile che molti vivono ogni giudizio sul "mondo dei blog" come un attacco personale?

Ho provato a prendere uno degli editoriali di Carlini e leggerlo in modo sereno. Di seguito esprimo le mie opinioni su una serie di sue riflessioni.

"Blog, parola da abbandonare, perché ormai troppo generica e già logorata dal suo stesso lusinghiero successo "

Non ne vedo la ragione, anche il libro è una parola generica, ma questo non significa che tutti i libri siano uguali.

"In molti blog, così come in tantissimi forum, scatta poi un meccanismo di autosegregazione e di conflittualità amico-nemico. La segregazione significa frequentarsi solo tra chi è già d'accordo, il che genera quel fenomeno psico-sociale chiamato groupthink che impedisce non si dice di capire, ma anche soltanto di vedere il punto di vista diverso."

E' assolutamente vero, i BarCamp, certi blog, non sono più "luoghi" dove conversare, ma in cui cercare persone con un pensiero simile. Ma è anche vero che questo succede nella vita. Quante sono le persone che comprano un quotidiano di tendenza opposta alla propria per confrontare le opinioni? Quante le persone realmente interessate alla conversazione e non a difendere una posizione? La blogosfera permette di poter partecipare ad infinite conversazioni, se poi questo non succede è per scelta delle singole persone.

"E' il guaio dell'eccesso di identità che mentre rafforza e compatta una comunità, al tempo stesso erige barriere contro chi non ne fa parte, che siano i tifosi della squadra avversaria o quelli con la pelle troppo scura o troppo chiara."

Anche questa affermazione è vera, ai BarCamp per ammissione degli stessi partecipanti, si rafforzano le relazioni già in essere invece che aprire verso i nuovi partecipanti. Si dichiara a parole di volere combattere il digital divide, ma alla fine si erigono barriere, perchè il digital divide è utile per chi vuole difendere la propria posizione di blogstar.

Per tutti questi motivi potrebbe essere sensato abbandonare la parola e cominciare a praticare qualcosa di più ricco e discorsivo dove non si parli per parlare, ma si parla, e se serve ci si accapiglia, per fare, ovvero per cambiare lo stato di cose presenti.

Questa è l'affermazione che condivido di più in assoluto. Il caso Ritalia è emblematico. Esiste sicuramente una responsabilità da parte degli organizzatori per la situazione di stallo in cui si trova il progetto. Io sono sicuramente una delle persone che dovrebbero essere rimproverate di più per questo. E' anche vero che un progetto collettivo non può basarsi sul lavoro di poche persone. Noi dovremo andare avanti con le poche forze che abbiamo, per rispetto delle persone che hanno partecipato al progetto, ma è legittimo domandarsi se esiste un livello di maturità della blogosfera italiana in senso progettuale. E' possibile passare dalla protesta alla proposta?

Si può parlare di blog e di blogger in modo sereno senza innescare guerre di religione? Se questo non fosse possibile allora avrebbe ragione chi definisce i blogger una categoria.

L'immagine è di Open Gardens

11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao Maurizio. Sono assolutamente d'accordo con te. Veramente. Solo che trovo che anche tu alla fine caschi sul fatto di voler generalizzare. Parli di immaturità della blogosfera. Su questo non sono d'accordo, cos'è la blogosfera? E' un costrutto compatto? No! E' un insieme di persone che fanno delle cose in una maniera simile. Punto. Forse il fallimento di queste operazioni sta proprio nel fatto che si vuole che la blogosfera sia un organismo che pulsa all'unisono. Così come Ritalia. Mi sembrava una buona occasione per stare insieme discutere su cose interessanti ma viste le fondamenta non mi sorprende che sia un po' arenato.
Massimo rispetto, comunque,per chi si da da fare per FARE. Non bisogna aver paura che le cose poi non vadano. Importante è fare, creare stimoli di riflessione. Questo sono i blog.

1/6/07 10:10  
Blogger Maurizio Goetz said...

Hai ragione, si cerca di rifuggire dalle generalizzazioni, ma ci casco anche io. La domanda di origine è se si può ragionare serenamente sulla blogosfera o sulle blogosfere? Noi siamo qui a farlo, in libertà, anche a costo di banalizzare.

1/6/07 10:20  
Anonymous Anonimo said...

Maurizio, quello che vedo girando tanto per i blog è che ci sono molte persone che cercano il pelo nell'uovo (un po' come ho fatto io con il precedente messaggio). La riflessione sulla blogosfera è lecita e necessaria. E' interessante capire, a mio avviso, che ci fanno le persone o il mercato con i blog. Ovvero che apporto danno all'innovazione, alle dinamiche sociali, all'informazione, alla conoscenza, ecc.
Continuerei anch'io a chiamarli blog. Ma lo vedo come un mondo parallelo, non come un mondo a parte....
Ciao lorenzo

1/6/07 10:36  
Blogger Maurizio Goetz said...

Lorenzo che i blog non siano un mondo separato è evidente. Le persone si incontrano ed è proprio quello di cui scrivi tu: l'apporto dei all'innovazione, alle dinamiche sociali, all'informazione, alla conoscenza su cui ritengo sia importante soffermarci, ma in modo sempre sereno.

1/6/07 10:46  
Blogger ithinkican said...

Sono stato blogger per un paio d'anni, quando la parola blog in italia era un idioma poco diffuso (2002 - 2003), e devo ammettere che inizialmente il profilo del blogger medio era facilmente tracciabile: gusti musicali simili, idee politiche affini, interessi generali vicini e così via.
nessun mistero in merito: il rito del blog è probabilmente stato inizialmente assorbito da una fascia di persone simili.

oggi i blog sono diffusi e l'offerta piuttosto diversificata (blog personali, teenageriali, di gossip, musicali, di riflessione e informazione come questo, aziendali, etc etc), ma probabilmente permane nell'aria l'idea stereotipata del blogger 1.0 (si può dire? sì, dai), quello che si identificava fortemente nella cerchia allora ristretta di praticanti (chi è stato ad un raduno di blogger un paio d'anni fa sa cosa intendo) e, in maniera forse immatura ma del tutto naturale si sentiva in dovere di difendere a spada tratta i propri simili.

1/6/07 10:51  
Blogger Unknown said...

Caro Maurizio,
Tra le varie cose dici: "è legittimo domandarsi se esiste un livello di maturità della blogosfera italiana in senso progettuale. E' possibile passare dalla protesta alla proposta?"
Sono assoltamente convinto di sì e il caso vuole che lunedì potrai leggerne , se d'interesse, le idee di fondo su marketingblog. Spero tu possa aderire alla proposta che farò.
Un abbraccio.
Pier Luca Santoro

1/6/07 12:48  
Blogger Maurizio Goetz said...

Caro Pierluca seguiro con attenzione tutte le nuove iniziative che vorrai diffondere attraverso il tuo blog.

1/6/07 12:54  
Anonymous Anonimo said...

Non credo di prendere una posizione a difesa della categoria se dico che Carlini aveva gia' espresso queste idee un paio di mesi fa.

E gia' allora la mia risposta fu serena e senza alcun intento polemico.
http://www.markingegno.biz/blog/2007/03/15/blog-democrazia-e-giornalismo/

Mi sento di confermare quello che avevo scritto in proposito.

1/6/07 18:59  
Blogger Maurizio Goetz said...

@markingegno, non condivido tutte le posizioni di Carlini, ma mi chiedo come mai tranne in rari casi sia così difficile riflettere con serenità sui blog. Devi ammettere che nella maggior parte dei casi è così. Essere monotematici è un conto, ma l'importante è non essere integralisti. Non trovi?

1/6/07 20:21  
Blogger Unknown said...

Maurizio, condivido le tue affermazioni, ed infatti cercavo di mostrare come sia possibile contestare le affermazioni di Carlini, in tutta serenita', e senza per questo assumere una posizione di difesa corporativa.

Sulla difficolta' insita in questa operazione, che dire, e' cosi' in molti ambiti, purtroppo, non solo quando si parla di blog.

Che dire, tv cattiva maestra? Pero' sarebbe troppo facile dare la colpa alla televisione...

1/6/07 23:41  
Blogger Maurizio Goetz said...

Si forse ls tv è cattiva maestra. Alcune blogstar si comportano come i personaggi del grande fratello. Comunque ho letto con attenzione le tue riflessioni pacate e credo che si debba andare in quella direzione, discutere in serenità.

2/6/07 09:45  

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