Co-immaginiamo e poi Ri-progettiamo
Chiedo perdono per queste riflessioni in libertà, senza capo ne coda. Questo post è un nuovo invito alla rottamazione del pensiero rigido. Lo so che ne ho già scritto, ma vorrei insistere.
Le categorie mentali, sono la disgrazia di questo nostro pensiero occidentale. Se le classificazioni talvolta aiutano a semplificare ragionamenti complessi, in altri casi costituiscono una trappola mentale a "beneficio" di chi sente la necessità di ingabbiare qualsiasi pensiero in rigidi schemi. Se ci pensiamo bene, sono spesso le persone che hanno avuto un certo successo a creare "zone di comfort mentale"
Oggi tutto è in discussione, la definizione di un settore, di un mercato e soprattutto le regole competitive.
Non è un caso che quando abbiamo lavorato sui contenuti delle conferenze per l'edizione del 2007 del Marketing Forum che ha luogo oggi e domani al Palazzo Mezzanotte, abbiamo pensato ai concetti di Re-think, Re-design, Re-set, Re-act.
Internet è una grande fonte di distruzione di schemi mentali. I modelli di business vengono continuamente messi in discussione ad una velocità a cui non siamo abituati. In rete hanno luogo processi di disintermediazione e rimediazione. Il peer to peer prima di essere una tecnologia abilitante è un modello organizzativo, ecco che dopo aver avuto un impatto importante sull'industria della musica, su quello della telefonia, sta timidamente affacciandosi in mercati più tradizionali, come quello finanziario, con esiti del tutto imprevedibili.
Internet rimescola le carte anche per quanto concerne i processi di distribuzione dei contenuti. In un prossimo futuro sarà estremamente difficile comprendere la differenza tra contenuti live, di library e user generated. Piattaforme come Mogulus, ci imporranno di ripensare la logica di progettazione di un palinsesto. Servizi come Ustream, e professionisti come Robin Good, ci mostrano come l'evento live possa oggi essere concepito in modo diverso da quello tradizionale a cui siamo abituati grazie alla televisione generalista. Ecco che si aprono nuove visioni, nuove opportunità e nuovi utilizzi di queste tecnologie per chi fa formazione, assistenza tecnica o divulgazione, o per chi si occupa di entertainment.
Disponiamo oggi di più informazioni di quante siamo in grado di processare, ecco perchè la cosa che mi interessa di più in questo momento è potere dialogare con le persone in grado di aprirmi la mente con nuovi spunti e nuove idee, persone che hanno la volontà ed il coraggio di mettere in discussione le proprie idee, per co-immaginare un nuovo mondo denso di straordinarie opportunità.
L'immagine è un'altra straordinaria opera di Mattjin
Le categorie mentali, sono la disgrazia di questo nostro pensiero occidentale. Se le classificazioni talvolta aiutano a semplificare ragionamenti complessi, in altri casi costituiscono una trappola mentale a "beneficio" di chi sente la necessità di ingabbiare qualsiasi pensiero in rigidi schemi. Se ci pensiamo bene, sono spesso le persone che hanno avuto un certo successo a creare "zone di comfort mentale"
Oggi tutto è in discussione, la definizione di un settore, di un mercato e soprattutto le regole competitive.
Non è un caso che quando abbiamo lavorato sui contenuti delle conferenze per l'edizione del 2007 del Marketing Forum che ha luogo oggi e domani al Palazzo Mezzanotte, abbiamo pensato ai concetti di Re-think, Re-design, Re-set, Re-act.
Internet è una grande fonte di distruzione di schemi mentali. I modelli di business vengono continuamente messi in discussione ad una velocità a cui non siamo abituati. In rete hanno luogo processi di disintermediazione e rimediazione. Il peer to peer prima di essere una tecnologia abilitante è un modello organizzativo, ecco che dopo aver avuto un impatto importante sull'industria della musica, su quello della telefonia, sta timidamente affacciandosi in mercati più tradizionali, come quello finanziario, con esiti del tutto imprevedibili.
Internet rimescola le carte anche per quanto concerne i processi di distribuzione dei contenuti. In un prossimo futuro sarà estremamente difficile comprendere la differenza tra contenuti live, di library e user generated. Piattaforme come Mogulus, ci imporranno di ripensare la logica di progettazione di un palinsesto. Servizi come Ustream, e professionisti come Robin Good, ci mostrano come l'evento live possa oggi essere concepito in modo diverso da quello tradizionale a cui siamo abituati grazie alla televisione generalista. Ecco che si aprono nuove visioni, nuove opportunità e nuovi utilizzi di queste tecnologie per chi fa formazione, assistenza tecnica o divulgazione, o per chi si occupa di entertainment.
Disponiamo oggi di più informazioni di quante siamo in grado di processare, ecco perchè la cosa che mi interessa di più in questo momento è potere dialogare con le persone in grado di aprirmi la mente con nuovi spunti e nuove idee, persone che hanno la volontà ed il coraggio di mettere in discussione le proprie idee, per co-immaginare un nuovo mondo denso di straordinarie opportunità.
L'immagine è un'altra straordinaria opera di Mattjin
5 Comments:
sai offrire ogni giorno delle letture stimolanti resetti i miei processi mentali grazie.
mi trovo a fare un'analisi di CRM e mi chiedo se una società che offre un servizio di puro ecommerce su internet.
io credo che il CRM oggi su internet per una società che offre un servizio di vendita si sposi in una visione di assistenza al processo di vendita e post vendita per i big spender in particolare: ha senso offire dei buoni degli sconti oggi quando un utente ha la possibilità di cambiare sito e comparare e trovare sconti di ogni genere, di far parte dell'ennesimo club a chi può fregare!!!!mi ritorna in mente il post di mauro lupi sulla gestione mail!!!!
io credo che una chat per big spender sia utile avvicina le persone anche sulla rete. creare uno skypecast o una meeborooms dove si possa aiutare il cliente rispondendo con cordialità e in modo umano.
metterei su uno screencast che spieghi agli utenti meno esperti e non ancora big spender tutto il processo di vendita. IO credo che il futuro su internet è umanizzarlo come sta accadendo con il web 2.0
mi scuso per aver scritto malissimo spero di aver espresso il concetto.
ma esco da una riunione di marketing e mi sento un marziano...
puoi rispondermi senza pubblicare il commento?? kutro78@libero.it
sì, sì, sì. citerei, pur decontestualizzandolo, gert dumbar: we need a radical re-think.
un ripensamento così radicale da essere continuo, pressochè infinito. le variabili di progetto che devono rimanere aperte oggi sono più numerose che in passato e un bravo progettista (designer, brand advisor, manager) deve possedere una visione sistemica, pensare in termini di modelli, relazioni e contesti. la web of life (e qui il pensiero corre a fritjof capra) va letta come insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo.
via allora le barriere mentali: è necessario riconoscersi (con coraggio e umiltà) parte integrante di un unicum creativo piuttosto che crogiolarsi nel pensiero di essere unità distinta, privilegiata e illuminata.
dario
(www.fucina-altrementi.it)
Ben detta.
Però un mio vecchio pallino è che occorrono, lo sappiamo, metafore nuove per raccontare questa cosa a noi stessi e agli altri.
Ultimamente parlavo di ri-progettare la pentola che contiene tutto ciò che è sociale e culturale, visto che è cambiato il fuoco sotto (la velocità della comunicazione dei meme), ma in realtà nella parola "progettazione" c'è ancora viva una visione 1.0.
In questi casi, nutriti da quel pensiero complesso/sistemico che ci vede abitare l'orlo del caos, bisognerebbe piuttosto (paradosso) riuscire a concepire l'emergere delle nuove configurazioni di senso, dal calderone in ebollizione del cambiamento sociale in corso.
Se mai abbiamo un compito ora (oltre a depotenziare gli atteggiamenti categoriali e verticali), è quello di favorire le sperimentazioni in ogni campo, senza alcun limite, nella speranza che il sistema complesso trovi un suo novello equilibrio, portandoci verso una modernità adeguata ai tempi.
Jannis, la tua affermazione, mi induce a pensare quanto noi siamo ancora imbevuti di concetti vecchi e quanto sia faticoso liberarcene.
Ci troviamo infatti a metà tra un mondo vecchio ed un mondo nuovo e il nostro linguaggio ne risente.
Magari un po' di Zen non ci starebbe male!:)
Alex
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