Pubblicità gratis?
Seguo da diverso tempo con grande attenzione lo sviluppo degli User Generated Content, perchè li ritengo una grande fonte di ispirazione per chi si occupa di comunicazione di impresa. Sono tuttavia convinto che per creare valore di marca, sia necessario un approfondito lavoro che non si può delegare a chiunque.
Anche il New York Times ha dedicato un articolo alla tendenza di qualche azienda ad invitare il pubblico a sostituirsi alla propria agenzia di comunicazione. Menziona in particolare il caso di Heinz ed al suo concorso che porterà nelle tasche di qualcuno 57.000 dollari, quale premio per il migliore video pubblicitario, da trasmettere poi in televisione.
Si è sottolineato nell'articolo che un approccio "populistico", può creare dei problemi. Cosa succede se nessun video proposto è in grado di valorizzare il brand? Può Heinz rifiutarsi di decretare un vincitore? Anche se vengono stabilite delle regole, spesso avviene che un approccio così libero agli User Generated Content può costituire un grattacapo da gestire più che una reale opportunità.
Sono sempre più convinto, che anche nel caso degli UGC, se l'approccio è la solita scorciatoia, alla fine i benefici per il brand non si vedranno.
Co-creare è un processo complesso, che richiede tanto lavoro, ben diverso dal dire: fate un po' voi.
Anche il New York Times ha dedicato un articolo alla tendenza di qualche azienda ad invitare il pubblico a sostituirsi alla propria agenzia di comunicazione. Menziona in particolare il caso di Heinz ed al suo concorso che porterà nelle tasche di qualcuno 57.000 dollari, quale premio per il migliore video pubblicitario, da trasmettere poi in televisione.
Si è sottolineato nell'articolo che un approccio "populistico", può creare dei problemi. Cosa succede se nessun video proposto è in grado di valorizzare il brand? Può Heinz rifiutarsi di decretare un vincitore? Anche se vengono stabilite delle regole, spesso avviene che un approccio così libero agli User Generated Content può costituire un grattacapo da gestire più che una reale opportunità.
Sono sempre più convinto, che anche nel caso degli UGC, se l'approccio è la solita scorciatoia, alla fine i benefici per il brand non si vedranno.
Co-creare è un processo complesso, che richiede tanto lavoro, ben diverso dal dire: fate un po' voi.
4 Comments:
Vero ma anche no.
Tutto sta nel definire regole ben chiare nel regolamento, esattamente come quando un'agenzia di comunicazione riceve un brief.
Se poi nessuno soddisfa adeguatamente i requisiti, amen.
(ma non credo che in questi casi non ci si affidi anche ad agenzie tradizionali, giusto per sicurezza)
Poi come in tutte le cose ci sono vantaggi e svantaggi, rischi e opportunità. Indubbiamente è allettante poter usufruire di un'agenzia creativa che si avvale di decine di migliaia di creativi (a costi spesso contenuti).
Appunto, è un filo molto sottile. Dipende tutto da come si fanno le cose. Io sono un grande estimatore degli UGC, ma non vorrei che siano oggetti di moda come i blog, i video virali ecc.
Sono perfettamente d'accordo con te Maurizio, leggevo proprio qualche tempo fa un caso che sicuramente conosci: la fiat 500. Il concorso che ha organizzato l'agenzia ha sicuramente avuto successo, vista la mole di partecipanti, ma il finimondo che si è scatenato quando sono stati pubblicati i vincitori certo dovrebbe far riflettere. Io l'ho scoperto qui: Spotanatomy.
scusate, vado parzialmente OT, ma vi segnalo come molto spesso gli scivoloni capitino anche a grossi nomi (dr.martins e saatchi & saatchi): http://uk.reuters.com/article/entertainmentNews/idUKN2545884820070526?feedType=RSS
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