martedì, novembre 28, 2006

Digital Kids 


Mia figlia ha quattro anni e mezzo, ad aprile 2007 ne compirà cinque. A settembre dell'anno prossimo con ogni probabilità andrà a scuola.

E' un evento importante per ogni padre, ma se penso alla sua generazione, mi rendo conto che tra me e lei c'è un enorme gap generazionale.

Mi occupo professionalmente di comunicazione digitale, ma rispetto a mia figlia io sono un digital immigrant, mentre lei è una digital native. (I termini sono di Marc Prensky).
Io provengo da un mondo analogico e mi sono riconvertito al digitale, mentre mia figlia è nata digitale.

Fin da piccola è cresciuta in un mondo mediale caratterizzato dal my time, non riuscendo a comprendere il concetto di broadcasting. "Papà che cosa vuol dire che un programma è finito ed io non posso rivederlo quando voglio?"

Mia figlia sa bene che cosa è la pubblicità. "Sono persone che fanno vedere delle cose, perchè vogliono che le compriamo, perchè vogliono soldi". Senza dubbio si fa influenzare, ma ha ben chiaro che cosa vuole e ciò che le piace e ciò che non vorrebbe mai. Un aumento degli investimenti pubblicitari non le farebbe cambiare idea su un prodotto che ritiene non desiderabile.

A mia figlia non piacciono gli spot pubblicitari, raramente li trova divertenti, perchè sono pensati da persone che non sono digital immigrants, ma che non hanno neanche imparato a parlare la lingua digitale.

E' solo questione di tempo, come dissi inascoltato, quando lavoravo in agenzia, il mondo sarà digitale e noi ci dovremo adeguare, ma non i nostri figli, loro sono digital natives, nel digitale saranno a loro agio e cominceranno ad esercitare la loro influenza rendendo obsoleti i vecchi linguaggi.

L'immagine è tratta da questa presentazione di Derrick De Kerchove.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Mia figlia ha un mese e mezzo.
L'altra sera pensavo al fattto che per lei concetti come bianco e nero, carosello, duplex, lira, ma anche semplicemente sito flash o non flash, non avranno significato.
Io sono nato con gli oggetti fatti di atomi, lei sarà circondata da bit.
L'era è digitale e non c'è modo di cambiare il corso del tempo.
Sarebbe ora che la cricca agenzie tradizionali/clienti se ne accorgesse.
Non fosse altro perchè, volenti o nolenti, domani dovranno forzatamente relazionarsi con mia figlia.

29/11/06 11:37  
Blogger Giuliana said...

anch'io ho un digital kid in casa, che a 3 anni usa il mouse e pretende di vedere il calendario dell'avvento (quello con dentro i cioccolatini) nel computer o nel dvd.
non credo però che ci saranno i traumi paventati, per il mercati della pubblicità e tutto il circo che le sta attorno. semplicemente, il ricambio sarà generazionale e avverrà naturalmente. le cariatidi di oggi faranno posto ai digital kids, che diventeranno digital marketer e quant'altro.
del resto, noi come abbiamo fatto? :-)

1/12/06 13:30  
Blogger Maurizio Goetz said...

Giuliana, il tuo è un pensiero ottimista. Sai bene che la realtà è più complessa

1) noi abbiamo iniziato dieci anni fa e abbiamo continuato ad aggiornarci. Cominciare oggi, mi rendo conto è terribilmente difficoltoso.

2) la cariatidi non cederanno il loro potere, quindi le nuove generazioni avranno grandi difficoltà. Tuttavia il ricambio avverrà comunque.

Per questo ritengo che i traumi ci saranno, ma mi piacerebbe sbagliarmi.

1/12/06 13:58  

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