martedì, marzo 24, 2009

Divario digitale e competività 


Esiste un divario che difficilmente potrà essere colmato e riguarda la capacità che hanno alcune persone o organizzazioni di essere sempre costantemente avanti agli altri.

Non si tratta di una particolare qualità, ma di una serie di circostanze, come ben spiega Malcolm Gladwell nella suo libro Outliers.

Il talento, le capacità personali, l'intuito, la creatività sono doti importanti, ma non sono sufficienti per avere successo.

Malcolm Gladwell scrive di un divario competitivo che deriva dall'esercizio, e dalla pratica citando diversi esempi.

Wolfgang Amadeus Mozart, è stato sicuramente uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi, ma ha anche iniziato molto presto. A quattro anni già suonava, tuttavia, il suo primo capolavoro è stato composto all'età di 21 anni, quando si era esercitato per almeno 10.000 ore.

Gladwell cita anche il caso dei Beatles, un gruppo che ha fa fatto la storia della musica moderna, che deve il suo successo alle menti di Lennon, Mc Cartney e Harrison, ma che nel periodo tra il 1960 ed il 1962 ha avuto modo di suonare nei locali di Amburgo per otto ore ogni notte, per sette giorni su sette, collezionando 1.200 performance in 270 notti.

Le stesse dinamiche hanno luogo sui media digitali. I pionieri di Internet hanno avuto modo di sperimentare le dinamiche della comunicazione interattiva e conoscono in modo molto approfondito e per esperienza diretta ciò che un osservatore esterno farebbe molto fatica a comprendere attraverso i libri e l'analisi scientifica.

Quando ho più volte ripetuto che è importante per le aziende fare sperimentazione mi riferivo alla possibilità di ottenere un vantaggio competitivo legato ad un divario che difficilmente potrà essere colmato da altre imprese che hanno un "monte ore/persona " molto inferiore in termini di sperimentazione diretta.

Le imprese che poi hanno un management di età più avanzata avranno un'ulteriore difficoltà a competere sui mercati e sui media digitali rispetto a quelle gestite da manager più giovani, che si sono formati culturalmente con Internet.

Quando la generazione dei nativi digitali comincerà a crescere in termini quantitativi e quando il divario digitale, sarà soprattutto culturale (generazionale), i problemi delle aziende che si dimostrano restie ad innovare i loro processi di comunicazione e di connessione con i loro pubblici. si amplieranno ulteriormente.

Le agenzie di comunicazione che aspettano a sperimentare nuove modalità di comunicazione fintanto che il mercato della comunicazione digitale non sarà cresciuto a sufficienza, stanno facendo un errore strategico molto grave. Rischiano che il divario con le agenzie più innovative non venga mai più recuperato.

L'immagine è di Eppsnet

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