venerdì, luglio 20, 2007

La trappola delle competenze di marketing 


Le competenze sono un elemento molto importante in grado di contraddistinguere la professionalità di una persona, ma in alcuni casi possono essere una trappola, specie in un Paese altamente conservatore come l'Italia (Avevo già affrontato il tema, ma sento l'esigenza di ritornare sull'argomento).

Quando un'azienda deve assumere una persona o dare un incarico ad un consulente o ad un'agenzia di comunicazione/marketing, la tendenza è quella di insistere troppo sulle competenze acquisite, tralasciando gli atteggiamenti e le attitudini.

Quanti progetti ha già fatto nel campo delle fondazioni bancarie? Ha già lavorato nel settore farmaceutico?

In altri Paesi più evoluti come l'Inghilterra, le competenze assumono il giusto peso, ma si insiste molto anche sugli atteggiamenti e le attitudini.

Ha mai lavorato in un settore o azienda che richiede un approccio proattivo all'innovazione? Ha mai operato in una società estremamente orientata al cliente?

Il problema della eccessiva focalizzazione sulle competenze può portare ad una omogeneità di punti di vista e come si sa, è la differenza che crea ricchezza.

La fondazione bancaria continuerà ad assumere laureati in finanza aziendale all'Università Bocconi, che avranno ricevuto lo stesso tipo di formazione, mentre correre il rischio di considerare anche qualche outsider con un percorso formativo diverso potrebbe portare una ventata di freschezza. (Lo dice proprio un laureato all'Università Bocconi).

Forse è il caso di smettere di guardare il curriculum indagando su cosa abbia fatto il candidato in passato, meglio sarebbe cercare di capire cosa potrebbe fare in futuro.

L'immagine è di Tijp Dejong

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Chi studia Filosofia (non necessariamente all'Università) acquisisce il cosiddetto "pensiero filosofico". Chi gli chiederebbe se ha attitudini all'ermetismo o al manicheismo?
Chi studia Marketing acquisirà innanzitutto un "atteggiamento", uno stile comportamentale, una visione (o deformazione, dipende dai casi) che lo predisporrà ad affrontare le problematiche di qualunque settore merceologico. L'esperienza in un settore specifico poi è altra cosa, ma vale anche per altre professioni.
Personalmente, come formazione sono partita dal Marketing bancario/finanziario, ma ciò non mi ha impedito di dare il meglio che ho potuto in ambiti praticamente agli antipodi.

20/7/07 18:50  
Blogger Maurizio Goetz said...

Il tuo ragionamento non fa una piega, ma puoi dire che anche le aziende ragionano allo stesso modo? Il curriculum qualche volta non è un peso, per chi vuole fare qualcosa di diverso e rimane intrappolato dal passato?

20/7/07 18:56  
Anonymous Anonimo said...

Il problema è: chi legge i cv? Chi fa le "scremature" ed i colloqui di selezione?
Una persona di Marketing andrebbe giudicata e valutata da un'altra con pari conoscenze, l'unica a mio avviso in grado di percepire peculiarità o lacune. Stesso dicasi per altre figure specializzate (es. programmatori di determinati linguaggi, grafici creativi etc.).
Nelle aziende funziona quasi sempre così, ma col fiorire di ogni sorta di mediatore esterno del recruitment il tutto alla fine è nelle mani di ben altri personaggi...
La distorsione è tutta lì, a mio avviso.

20/7/07 20:27  
Blogger AAA Copywriter said...

Come quando all'appuntamento con un'agenzia il colloquio lo fai con il responsabile produzione e non con il responsabile creativo. Io mi alzo e me ne vado... In una stuazione del genere non hai modo di lavorare decentemente.

Alex

25/7/07 13:55  

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