mercoledì, novembre 22, 2006

Dammi le slide!!! 

Parliamo di web 2.0, parliamo di cultura della condivisione, di collaborazione.

Quando si va ad un convegno, ad una conferenza, ci si aspetta che le slide delle presentazioni vengano rese pubbliche.

In generale sono d'accordo, ma permettetemi di approfondire il discorso.

Un relatore va ad una conferenza per le ragioni più diverse. Può essere un professionista che è invitato per offrire una testimonianza, può essere un uomo di azienda che utilizza la divulgazione (non ho detto autospottone) come strumento relazionale, può essere un consulente/docente che è pagato per fornire chiavi di lettura, scenari o l'approfondimento di una particolare tematica.

Le slide non sono tutte uguali, perchè le presentazioni sono tra loro differenti. Alcune sono autoesplicative altre sono invece molto dense. Queste ultime se distribuite al di fuori del contesto in cui sono state presentate potrebbero essere misleading. In un periodo in cui si divora tutto, si ingoia senza masticare bisogna fare molta attenzione.

Prendiamo lo IABFORUM 2006, c'è una grande differenza tra le slide di Layla Pavone e quelle di Derrick De Kerchove, ma non parlo di contenuti, ma di modelli di fruizione.

Layla è donna di agenzia, è abituata a presentare per vendere (in senso lato), le sue slide sono infatti autoesplicative, costruite per comunicare.

Derrick De Kerchove è invece un uomo di cultura, la sua mission è quella di formare, di rivelare, spiegare, approfondire. Le sue slide estremamente dense devono essere inserite in un "discorso".

Mi piace molto fare formazione perchè ho il tempo di approfondire, cosa che non riesco a fare nei tempi compressi di una relazione in un convegno.

In aula mi soffermo dalle tre alle quattro ore sul concetto di interattività o su quello di collaborazione.

Quando vado ad un convegno come relatore, non ho l'obiettivo di vendere nulla, ma vengo invitato per offrire un personale punto di vista. In quel momento sto facendo divulgazione e ho un preciso obbligo. Mi chiedo sempre se il fornire le slide per chi non ha partecipato alla mia presentazione possa offrire valore oppure no e agisco di conseguenza, per questo, talvolta decido di distribuirle altre volte no. (E' ovviamente un mio punto di vista personale e come tale opinabile).

Mi piace molto la scelta fatta da alcuni blogger che forniscono un "servizio" davvero completo ad eventi come i BarCamp. Registrano il podcast o il vodcast dell'intervento dei diversi relatori, pubblicano le presentazioni (o il link) e ne forniscono una loro chiave di lettura (Solitamente sono più d'uno quindi è la diversità dei punti di vista che crea valore). Offrono quindi uno strumento completo di informazione e formazione a chi non ha partecipato all'evento. E' come esserci stati.

Se alcuni concetti sono stati divulgati male, la responsabilità non è solo di chi legge in modo affrettato, taglia ed incolla senza aver metabolizzato, ma è anche di chi non rende disponibile il proprio materiale nelle forme più adatte per i diversi pubblici.

Sono sicuro che qualcuno di voi obietterà che tanto su internet si trova tutto. Appunto. Non dobbiamo immettere nuovo materiale in rete per creare rumore, dobbiamo contribuire a razionalizzare e creare valore.

Non abbiamo bisogno di ulteriore informazione, ma di creare nuovi significati. Questo lo si fa a (mio avviso) talvolta rifiutandosi di cedere le slide ma di rendersi disponibili ad ulteriori momenti di approfondimento o distribuendo altri materiali più adatti. Ci lamentiamo quando vediamo uno spot sul telefonino, ma ricordiamoci che anche le slide sono un format che è stato creato per essere utilizzato in determinati contesti.

Sono assolutamente convinto che molti di voi non siano d'accordo con me, per questo sono molto curioso di ascoltare il vostro parere.

3 Comments:

Blogger Antonio LdF said...

Beh,
Oltre ai problemi di tipo "stilistico" che ho scoperto avere da quando, per lavoro, faccio almeno una presentazione al giorno, ho capito adesso quanto possa essere nocivo mettere -in circolo- informazioni e pareri non adeguatamente riflettuti.

Inoltre, nell'era in cui ci troviamo, si produce tanto rumore, si è overloaded, ma si è reperibili per l'eternità, quindi una minchiata potrebbe segnare e screditare per molto tempo!

Ecco perché, anche solo per scrivere un post, ci penso un paio di volte!
Sarò eccessivo, ma vabbeh!

22/11/06 14:34  
Blogger Maurizio Goetz said...

I contenuti su internet rimangono nel tempo. Lo so perchè predico bene e razzolo male. Spesso commento in fretta nei blog altrui preso dall'entusiasmo e non rileggo. Il risultato sono commenti disordinati e spesso con errori. La velocità è spesso un problema, per questo ho recitato un mea culpa a tal proposito.

22/11/06 14:43  
Blogger Claudio Iacovelli said...

Spesso chi partecipa a conferenze, congressi, semplici dibattiti, punta più alla preparazione specialistica del proprio intervento rispetto allo studio degli obiettivi particolari della comunicazione. Oltre a questa ragione intervengono, come fattori che possono sfavorire la comunicazione, una parziale definizione dei messaggi di sintesi ed una minima forma di riformulazione.

Se le presentazioni mirassero solo ad una comunicazione "di valore", sarebbero finalmente libere dai condizionamenti "promozionali" e potrebbero raggiungere il target primario, cioè informare per far partecipare.

23/11/06 09:24  

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