Le affinità digitali
Tra il 1808 ed il 1809, Goethe, scriveva "Le affinità elettive", un grande capolavoro della letteratura moderna.
A distanza di quasi due secoli, si formano oggi ogni giorno "affinità digitali", che si fondano su un'attrazione magnetica tra menti, che condividono idee, pensieri e stati mentali.
Nessun grande scrittore della nostra epoca è riuscito a mio parere a descrivere questo legame di "complicità spirituale" che lega una costellazione di anime sparse, accomunate da un "sentire comune".
Si è molto scritto di comunità digitali, ma molto meno di comunità di pensiero, che ad esempio legano uno o più blogger che sentono le loro menti vibrare alla stessa frequenza.
Non conosco Mattjin, e lui non ha mai sentito parlare di me, tranne per qualche commento lasciato fugacemente sul suo spazio su flickr alle sue grandiose opere.
Ho riportato sul mio blog molte opere di Mattjin, il suo genio mi ha ispirato e possiamo dire che mi abbia influenzato.
Ci sono tanti altri autori che hanno avuto influenza su di me e alcuni collettivamente, pur rimanendo perfettamente sconosciuti.
Pierre Levy, scriveva di intelligenza collettiva, Derrick DeKerckhove, di intelligenza connettiva, a me invece viene in mente il termine affinità digitali, tra singole persone o semplicemente tra idee.
Il solo pensare che l'influenza, l'autorevolezza, l'empatia possano essere misurati quantitativamente dal numero di pagine viste o dal numero link, mi fa davvero sorridere.
Che cosa spinge centinaia di persone che non si conoscono personalmente a partecipare fisicamente o virtualmente ad un BarCamp? Le affinità digitali! Una sorta di alchimia mentale.
Cari amici di Technorati, vi prego di non confondere l'alchimia con la chimica, la differenza è davvero abissale.
Quando anni fa scrissi ripetutamente che la rete doveva essere vissuta e non studiata, mi sono sentito dare dello snob. Quelle stesse persone ora cercano di trovare delle regole o algoritmi per spiegare il successo o l'insuccesso di iniziative, prodotti o idee nate e sviluppate in rete.
Non ci riusciranno.
A distanza di quasi due secoli, si formano oggi ogni giorno "affinità digitali", che si fondano su un'attrazione magnetica tra menti, che condividono idee, pensieri e stati mentali.
Nessun grande scrittore della nostra epoca è riuscito a mio parere a descrivere questo legame di "complicità spirituale" che lega una costellazione di anime sparse, accomunate da un "sentire comune".
Si è molto scritto di comunità digitali, ma molto meno di comunità di pensiero, che ad esempio legano uno o più blogger che sentono le loro menti vibrare alla stessa frequenza.
Non conosco Mattjin, e lui non ha mai sentito parlare di me, tranne per qualche commento lasciato fugacemente sul suo spazio su flickr alle sue grandiose opere.
Ho riportato sul mio blog molte opere di Mattjin, il suo genio mi ha ispirato e possiamo dire che mi abbia influenzato.
Ci sono tanti altri autori che hanno avuto influenza su di me e alcuni collettivamente, pur rimanendo perfettamente sconosciuti.
Pierre Levy, scriveva di intelligenza collettiva, Derrick DeKerckhove, di intelligenza connettiva, a me invece viene in mente il termine affinità digitali, tra singole persone o semplicemente tra idee.
Il solo pensare che l'influenza, l'autorevolezza, l'empatia possano essere misurati quantitativamente dal numero di pagine viste o dal numero link, mi fa davvero sorridere.
Che cosa spinge centinaia di persone che non si conoscono personalmente a partecipare fisicamente o virtualmente ad un BarCamp? Le affinità digitali! Una sorta di alchimia mentale.
Cari amici di Technorati, vi prego di non confondere l'alchimia con la chimica, la differenza è davvero abissale.
Quando anni fa scrissi ripetutamente che la rete doveva essere vissuta e non studiata, mi sono sentito dare dello snob. Quelle stesse persone ora cercano di trovare delle regole o algoritmi per spiegare il successo o l'insuccesso di iniziative, prodotti o idee nate e sviluppate in rete.
Non ci riusciranno.
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