martedì, settembre 26, 2006

Web 2.0: una nuova bolla speculativa? 

Da diverse parti si discute vivacemente sul Web 2.0, un termine convenzionale che descrive una nuova "dimensione" del web in ottica più partecipativa.

Faccio fatica io stesso a seguire l'introduzione di nuovi servizi cosidetti Web 2.0, tanto è vero che ci sono diversi siti e blog che si sono cimentati nella classificazione di tali nuove applicazioni.

Sono molto infastidito da chi fa le valutazioni con l'accetta, mettendo tutta l'erba in un fascio, ad esempio esprimendo giudizi sui blog e sui blogger, (come se fossero tutti uguali) oppure magnificando in blocco tutto ciò che è nuovo. Il Web 2.0 non sarà a mio parere una nuova bolla speculativa, perchè ci saranno progetti che avranno successo e altri che non lo avranno. Qualcuno farà grandi affari, altri invece perderanno tanti soldi, come è sempre stato.

Credo che gli investitori abbiano imparato la lezione dai tempi della Web Economy. (Ho scritto in passato un post nella direzione opposta a questa, ma ho cambiato parzialmente idea; sia chiaro, ritengo ancora forte il rischio di bolla speculativa, ma credo che i mercati finanziari siano diventati molto più cauti).

Sappiamo molto bene che la maggior parte dei nuovi servizi è destinata a scomparire, mentre rimarranno solo quelli ritenuti più validi da parte del mercato e che hanno anche un modello economico sostenibile. Solo il tempo ci dirà chi sono i winner e i loser di questa nuova competizione.

Qualcuno si cimenta già nell'arte della previsione e comincia a stilare una classifica dei nuovi servizi che sono destinati a fallire.

Ho letto con interesse la valutazione su Technorati, uno dei progetti più conosciuti nel mondo dei blogger, che secondo Wisdump, avrebbe un modello economico poco sostenibile nel lungo periodo. Questa la motivazione che qui riporto:

Technorati. What does a couple years of development and multiple rounds of funding get you? Nothing but the same if you follow the Technorati model. The only ones who seem to care about this blogging search engine are the site owners who wish to keep track of who is linking to them and that’s if the service is even up to allow them to do so.

The problem is that most people don’t care about blog search and the ones that do will soon go to Google because it is guaranteed to be up. After three rounds of funding and in excess of $12MM burned you would expect Technorati to be a force on the web, but that hasn’t been the case and it doesn’t look like it will be the case in the future either. There is no reason for the big search companies to acquire them because they can do what Technorati does so who is the likely buyer?

In effetti mi sembra ragionevole il fatto che la maggior parte degli utenti utilizzino ad esempio Google per fare ricerche anche sui blog e che Technorati sia rivolto prevalentemente all'universo dei blogger, interessati soprattutto a verificare il loro posizionamento. (Nel mio caso è così)

Se questo assunto è vero (e non è detto che lo sia). Nel lungo termine il prodotto Technorati, dovrà dimostrare di essere un prodotto valido dal punto di vista pubblicitario o trovare nuovi modelli di business, pena la sua sopravvivenza.

Credo che l'acquisizione di Myspace da parte di Murdoch sia da considerare un eccezione, perchè rientrante in una strategia bene precisa. Sarà interessante verificare che cosa ne sarà di molti servizi Web 2.0 quando i finanziamenti da parte dei venture capital saranno terminati.

Anche la competizione sul mercato Voip credo sia appena cominciata, mi risulta estremamente difficile riuscire a prevedere se Skype, riuscirà a mantenere la sua leadership o se essa sarà insidiata da nuovi e vecchi competitor.

Sono quindi convinto che in questa fase di transizione che il web sta vivendo, i giochi siano lungi dall'essere fatti e che la competizione sarà nei prossimi 18 mesi più accesa che mai.

Fare una previsione generalizzata sul futuro del Web 2.0 oggi significa correre il rischio di prendere una cantonata.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Concordo con la tua Analisi Maurizio, ma credo che Skype per ora mantenga la sua sueoriorità, in pratica funziona divinamente, offre un sacco di servizi anche per le azinende, è gratis, ha tariffe competitive.....gli altri VOIP che ho analizzato peccavano almeno in un punto.
Ciao Matteo

26/9/06 13:09  
Blogger Maurizio Goetz said...

Sono un estimatore di Skype, mi chiedo se la mancanza di interoperabilità alla lunga non sarà un problema o se invece la leadership verrà mantenuta, grazie all'introduzione di nuovi servizi.

26/9/06 13:14  
Anonymous Anonimo said...

di servizi di sicuro ne introdurranno...secondo me qualcosa bolle in pentola...sono convinto che se ci fossero molte più reti wifi libere con i nuovi dualphone, tutti useremo skype...(questa è la mia speranza per il futuro) che tutto viaggi su ip, video voce e dati....ma qui poi si apre un discorso da tavola rotonda ;)

26/9/06 20:14  
Blogger Giorgio Soffiato said...

copio-incollo la mia opinione sul voip di 3 giorni fa:

Probabilmente VOIP non sta per VuoiOnoIniziareParlare ma quella che era stata paventata come una rivoluzione a tutto tondo si sta in realtà dimostrando una rivoluzione si, ma non cosi pervasiva come sembrava all'inizio. Chi deve parlare dalla Cina a Roma risparmia molto e gode di un'ottima opportunità, ma mia mamma, che telefona a mia nonna o all'assicurazione, ha convenienza a:
- prendere il cordless voip (non semplicissimi da trovare)
- verificare che il computer sia acceso (è sempre acceso)
- verificare che skype sia loggato (ogni tanto il mio router wireless fa i capricci)
- imparare a relazionarsi col cordless voip
- finalmente chiamare la nonna sperando in disturbi di linea assenti..................................?
Il risparmio nelle urbane è interessante, ma non è che con un buon tele2 le urbane costino molto.. per i cellulari invece anche skype si fa pagare, la mia domanda è quindi: nella vita di tutti i giorni skype è utile?
I nerds potrebbero dare torto alla mia idea attuale (che è che l'utilità sia limitata) acquistando l'aggeggio di netgear, il primo cordless wifi che funziona con skype anche a computer spento (questo vuol dire che lo sforzo della mamma si riduce a verificare la lucetta del modem accesa), tra l'altro portando l'aggeggio dove c'è rete wifi (aeroporto, università) si può chiamare utilizzando la medesima soluzione, c'è solo un problema, costa 300euri..
Concludo attendendo la vostra opinione su questas tecnologia che è si rivoluzionaria, ma stenta.. (ricordo che il voip era tecnologicamente disponibile già ai tempi di kazaa).

27/9/06 08:38  
Anonymous Anonimo said...

Sono d'accordo sul fatto che nei prossimi mesi ne vedremo delle belle. Personalmente ritengo che le cose più interessanti arriveranno da quei siti/servizi che uniranno a una buona funzionalità il contributo/partecipazione degli utenti.
Penso a Digg, che deve ancora trovare un suo modello di business, ma che raccoglie un successo strepitoso; o a Flickr, che il suo business model l'ha già trovato in Yahoo!; o ancora a Deli.cio.us..

Tra i siti che passano in rassegna il meglio del web 2.0 segnalo TechCrunch

ciao
carola
PS maurizio, grazie del tuo commento
ti va uno scambio di link?:))

27/9/06 17:23  
Anonymous Anonimo said...

hai fatto un` analisi molto interessante. Noi speriamo di essere tra qualla fetta di applicazioni che riusciranno rimanere sul mercato...
ciao

29/9/06 13:29  

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