lunedì, settembre 25, 2006

Recuperare il ritardo sulla pubblicità interattiva 

Ho iniziato ad occuparmi delle prime forme di pubblicità interattiva di tipo televisivo verso la fine del 2001 per rendermi conto che l'argomento è estremamente complesso e che deve essere affrontato con un approccio integrato e multidisciplinare.

Ho raccolto una gran quantità di materiale e ho lavorato molto sulla progettazione di prototipi, formati e modelli teorici. Ho anche partecipato a numerose conferenze come relatore.

Il mio corso sulla pubblicità interattiva è giunto alla quarta edizione, quest'anno partirà il mio quarto corso al Master della Tv Digitale.

Ho cercato di coinvolgere a più riprese agenzie creative, centri media che mi hanno dimostrato il loro disinteresse sull'argomento. Troppo presto, dicevano loro.

Me ne sono lamentato troppe volte su questo blog. Ho pubblicato un articolo dal titolo: non è mai troppo presto, che ha destato un certo scalpore, ma che a lato pratico non ha sortito alcun effetto.

Ora l'interesse c'è. Mancano le competenze. Manca l'ibridazione, il confronto tra culture differenti.

Rilascio in questi giorni interviste, collaboro con ricercatori universitari e tesisti, ma tutto quello che mi viene chiesto riguarda i formati e tante technicalities.

I formati attuali della pubblicità interattiva, sono già vecchi. Sono formati in via di transizione,
tanto è vero che a livello internazionale con un pool di esperti, stiamo già lavorando ai nuovi formati, che sostituiranno presto, quelli che sono attualmente on air.

Perchè non indagare invece in profondità sul significato dell'interattività, del coinvolgimento in tv? Perchè non chiedersi quali cambiamenti più profondi stanno avendo luogo in termini di modelli di fruizione televisivi da parte di alcuni segmenti di spettatori (quelli più avanzati). Perchè non interrogarsi sulle modalità di progettazione del nuovo messaggio di marketing?

Se non si andrà più in profondità, non recuperemo più il ritardo accumulato sulle nuove forme di pubblicità, per grave negligenza di molti operatori.

C'è ancora troppo da fare. Ora ci vogliono risorse. Ci vogliono investimenti, ci vuole lavoro di gruppo, ci vuole impegno. Ci vuole collaborazione.

Tiriamole fuori. Altrimenti lasciamo perdere e torniamo a fare le lezioncine sui formati pubblicitari che cambiano, per quello che può servire.

La cultura dell'interattività televisiva è alla sua infanzia, è ora che qualcuno si muova seriamente se non vogliamo che la transizione al digitale, non rimanga un tema da convegni.

Chissà se c'è qualche agenzia creativa che si voglia impegnare davvero su qualche sperimentazione. (rinnovo l'invito)

Credits per l'immagine: Late Sourgeforce

2 Comments:

Blogger Giorgio Soffiato said...

Un appunto, che spero costruttivo e riguarda questo e il successivo post. Sono sempre molto attratto dai suoi argomenti anche se quello che mi vede più distante è proprio la comunicazione interattiva. Non tanto per disinteresse quanto per una mancanza endemica di qualsiasi cosa che la riguardi dalle mie parti. Sono andato a vedermi cos'è Tivo, pensando fosse una serie di cartoni animati (davvero) e ho scoperto che è una sorta di videoregistratore digitale che ha delle funzioni molto interessanti (mi sono guardato la demo), poi ho cercato qualcosa su tivo tra le pagine in italiano di google per valutare l'appetibilità nazionale della cosa e ho trovato un suo commento su un blog del 2005 in cui si parlava proprio di Tivo e dei richi del tasto di skip della pubblicità etc.. da quel momento non mi sembra sia cambiato molto, anche se si vedono dei recorder con hard disk nei grandi magazzini dei supermercati. Ovviamente è libero di non pubblicare questo post ma io ho 3 domande che forse bloccano la mia comprensione delle riflessioni più avanzate che Lei propone:

1) cosa si intende esattamente per comunicazione interattiva?
2) Si vede su sky? Sul digitale terrestre?
3) In Italia ne circola?

Io non sono mai d'accordo con chi dice "è troppo presto" ma se la situazione è paragonabile al fatto che ci sono gli mp3 (pubblicità) ma mancano gli ipod (player) mi viene il dubbio che sia nella mancanza di device il problema principale. Che ne pensa?

p.s. ho azzardato un commento nella piena ignoranza proprio perchè credo che una visione dall'esterno possa essere costruttiva, ma se ho sbagliato in pieno l'argomento, no problem può cestinare tutto :-)

26/9/06 08:13  
Blogger Maurizio Goetz said...

Gentile Giorgio, ogni commento non viene mai da me censurato a meno che sia offensivo o diffamatorio nei confronti di qualcuno. Ogni domanda serve ad alimentare il dibattito.
In Italia il DVR esiste. Fastweb ha introdotto un network DVR che sembra essere molto apprezzato dagli utenti, mentre Sky Italia ha lanciato un po' in sordina il suo MySky. La strategia di Sky è molto chiara. Non vogliono irritare gli investitori pubblicitari proprio nel momento in cui la loro concessionaria di pubblicita sta andando a gonfie vele. Il Dvr non costituisce una minaccia nel breve, ma solo nel lungo periodo, su questo sono anche io d'accordo con i principali analisti. Ritengo tuttavia fondamentale essere preparati perchè i cambiamenti non hanno luogo in modo graduale, pertanto il mondo dell'advertising farebbe bene a farsi trovare preparato, quando certi segnali sono più che forti. Per quanto concerne la pubblicità interattiva, attualmente la si può vedere sul digitale terrestre anche se gli investimenti sono ancora bassi. Sulla tv satellitare verrà introdotta a breve. Visto che mi occupo di marketing innovativo, il mio mestiere è quello di lavorare con largo anticipo rispetto agli eventi. Negli Stati Uniti grossi gruppi hanno già dirottato una consistente fetta dei loro investimenti dalla tv a mezzi considerati più indirizzabili come internet. Quando questo dovesse succedere in Italia, nessuno (editori, broadcaster, concessionarie, agenzie) pianga, perchè non si è preso la responsabilità di innovare.

26/9/06 11:35  

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