Ci si può fidare di un brand? (parte quinta)
Ci si può fidare di un brand che comunica in modo distonico sui vari touchpoint? Sicuramente no, ma sicuramente nemmeno di un brand che si ripete usando il web come una brochure, che usa i mezzi mobili come se fossero fissi e che manda segnali discordanti o che suona sempre la stessa nota.
Uno degli elementi di fiducia di un marchio è quello che io definisco (in modo un po' forzato, lo ammetto, ma devo pur usare la lettera C) la consonanza.
Un brand è consonante, se le differenti modalità in cui rivela la propria presenza sul mercato e nell’ambiente creano olisticamente una rappresentazione armoniosa e coerente ai propri valori e se tale rappresentazione viene correttamente percepita dai diversi pubblici a cui si rivolge.
Credo che i fautori della declinazione delle campagne di comunicazione, abbiamo arrecato non pochi danni ai marchi, così come i sostenitori dell'immagine coordinata di cui non sono mai stato un sostenitore.
Ritengo importantissima la discussione sul tema, poichè vi sono differenti filosofie e scuole di pensiero su ciò che debba essere un "harmonic experience"
Voi che ne pensate?
Credits per la foto: Bemus
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