Una mappa del futuro
Mi piacciono molto le mappe grafiche, servono a visualizzare concetti complessi.
La mappa di Future Exploration Network e What's Next che era stata pubblicata lo scorso ottobre, ci ricorda che il "futuro" avanza a ritmi velocissimi e che sempre di più vedremo morire una serie di tecnologie, ma vedremo estinguere anche importanti conquiste sociali/culturali, se non sapremo difenderle. (Non va presa troppo sul serio, è solo uno strumento di lavoro).
Una cosa è certa, il futuro dei prossimi cinquant'anni sarà disegnato dalle scelte (tecnologiche, ambientali, sociali, politiche) che verranno prese nei prossimi cinque anni.
La storia non è semplice fatalità: il domani dipende da come gli uomini intendono usare già oggi le innovazioni tecnologiche e da quanto vogliano mettere a disposizione dell'umanità le potenzialità individuali, soprattutto quelle creative. (Jacques Attali)
Qual'è il futuro che vogliamo? Quale è il futuro che possiamo sostenere?
La mappa di Future Exploration Network e What's Next che era stata pubblicata lo scorso ottobre, ci ricorda che il "futuro" avanza a ritmi velocissimi e che sempre di più vedremo morire una serie di tecnologie, ma vedremo estinguere anche importanti conquiste sociali/culturali, se non sapremo difenderle. (Non va presa troppo sul serio, è solo uno strumento di lavoro).
Una cosa è certa, il futuro dei prossimi cinquant'anni sarà disegnato dalle scelte (tecnologiche, ambientali, sociali, politiche) che verranno prese nei prossimi cinque anni.
La storia non è semplice fatalità: il domani dipende da come gli uomini intendono usare già oggi le innovazioni tecnologiche e da quanto vogliano mettere a disposizione dell'umanità le potenzialità individuali, soprattutto quelle creative. (Jacques Attali)
Qual'è il futuro che vogliamo? Quale è il futuro che possiamo sostenere?
3 Comments:
Maurizio, questa analisi mi lascia molto pessimista sul futuro. Non mi sembra che siamo strutturati per prendere decisioni a lungo termine con impatti significativi su come è srtutturato il sistema economico. Siamo governati da corporate con bilanci trimestrali.
Hai ragione Gianandrea, se le cose rimangono come sono, c'è veramente da essere pessimisti. Nulla è ancora scritto, tutto può essere cambiato, ma c'è la volontà e la visione?
Devo dire che mi colgo in alcuni messaggi da oltreoceano una maggior consapevolezza della responsabilità di tutti, a partire dalle grandi corporation, per il futuro.
Ieri leggevo di una grande azienda (Wholefood) che sta certificando l'ecocompatibilità del tonno che vendono.
Qualche tempo fa, una catena alimentare, di cui non ricordo il nome, ha comunicato che entro il 2010, tutta la carne in vendita proverrà da allevamenti e macelli con elevatissimi standard i cura per gli animali (non gli orrori che si vedono oggi e che spingono un certo numero di persone a diventare vegetariane).
Ecco, forse questi sono segnali positivi.
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