Dalla tv di massa alla massa delle tv
Dalla Tv di massa, alla massa delle tv, così era intitolato il convegno che ho organizzato con Cesare Massarenti dell'Università Bicocca e Michele Mezza della RAI nel 2005
A distanza di meno tre anni dall'evento, sembra che tutte le previsioni e le tendenze emerse stiano prendendo forma.
Non ho visto il Festival di Sanremo 2008, ma mi sembra che la polemica rovente sulla diminuzione degli ascolti, oramai in caduta libera, sia sterile, perché volta più alla ricerca di capri espiatori che di tentare di ripensare un "modo nuovo di progettare la televisione generalista," che si trova oggi di fronte a nuove sfide.
Possiamo cambiare il conduttore, ingaggiare artisti internazionali, rivoluzionare il format della manifestazione, ma temo che non cambieranno le cose. Il problema è molto più ampio.
La Tv di massa è in crisi, sicuramente sopravviverà, ma dovrà mutare pelle e trovare una soluzione per fornire una risposta ad una serie di tendenze in atto:
A distanza di meno tre anni dall'evento, sembra che tutte le previsioni e le tendenze emerse stiano prendendo forma.
Non ho visto il Festival di Sanremo 2008, ma mi sembra che la polemica rovente sulla diminuzione degli ascolti, oramai in caduta libera, sia sterile, perché volta più alla ricerca di capri espiatori che di tentare di ripensare un "modo nuovo di progettare la televisione generalista," che si trova oggi di fronte a nuove sfide.
Possiamo cambiare il conduttore, ingaggiare artisti internazionali, rivoluzionare il format della manifestazione, ma temo che non cambieranno le cose. Il problema è molto più ampio.
La Tv di massa è in crisi, sicuramente sopravviverà, ma dovrà mutare pelle e trovare una soluzione per fornire una risposta ad una serie di tendenze in atto:
- i contenuti pregiati sono destinati ad essere a pagamento
- sono sempre meno i grandi eventi in grado di attirare fasce ampie di pubblico e sempre più costosi
- la pubblicità ed il canone non basteranno più per finanziare la tv generalista, servono modelli di business complessi
- la fedeltà al "canale" è un'impresa quasi impossibile (il nomadismo delle audience è una realtà), soprattutto quando gli stessi contenuti sono offerti da una pluralità di canali sulle diverse piattaforme
- Il marketing televisivo delle televisioni generaliste è oggi troppo focalizzato sul prodotto (programmazione e controprogrammazione) e non ha ancora sviluppato la cultura del servizio allo spettatore (audience relationship management) e la gestione della "extended tv experience", introdotte dalle televisioni satellitari (in modo ancora molto primordiale).
- ci sarà una forte concorrenza non solo sull'offerta di programmi, ma anche sulle modalità di fruizione (mysky, alta definizione, catch up tv.....)
Le televisioni generaliste, stanno abbracciando la multicanalità e stanno cercando di adeguare l'offerta televisiva, ma il tempo non è dalla loro parte.
Oggi la concorrenza di contenuti televisivi e neotelevisivi è ampia e articolata e ai contenuti dell'industria dell'entertainment e dell'informazione si aggiungono quelli prodotti dalle imprese e dagli utenti e distribuiti in rete.
Forse Pippo Baudo è superato, ma non è tutta colpa sua, se gli ascolti del Festival di Sanremo non sono più quelli di una volta.
Oggi la concorrenza di contenuti televisivi e neotelevisivi è ampia e articolata e ai contenuti dell'industria dell'entertainment e dell'informazione si aggiungono quelli prodotti dalle imprese e dagli utenti e distribuiti in rete.
Forse Pippo Baudo è superato, ma non è tutta colpa sua, se gli ascolti del Festival di Sanremo non sono più quelli di una volta.
L'immagine è di Kelane
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